Al Naslaa sotto la lente

In Arabia Saudita, nell’oasi di Tayma della provincia di Tabuk, esiste uno straordinario masso tagliato in due. E’ il masso detto di Al Naslaa, posto sotto la lente nel presente articolo. Trattasi di spaccatura naturale o di taglio tecnologico? Lo scopriremo andando ad evidenziare importanti particolari generalmente ignorati da coloro i quali sostengono l’ipotesi naturale e della casualità!

Venni a conoscenza anni fa, dell’esistenza di questo masso che tanti dibattiti ha generato; ma sul momento non approfondii. Non considerai allora la vicenda, in quanto la considerai non meritevole di troppa attenzione, sino a quando recentemente ebbi occasione di visionare il video di Ivano Codina:

Mentre visionavo il video ebbi un fremito, un flash percorse la mia mente, andando così a generare l’ipotesi che esporrò nel presente articolo. Solo una ipotesi, ma con tanti tasselli concordanti e, questo non è poco. Ecco come è nata l’esigenza di scrivere questo articolo.

1- Vista frontale

Al primo impatto si nota il taglio verticale, pertanto la domanda che immediatamente emerge è: trattasi di taglio tecnologico, oppure di taglio naturale/accidentale? Andando alla ricerca della risposta mediante gli articoli presenti in rete, si riscontra il fatto che due schieramenti si contendono la giusta risposta. I naturalisti affermano che una spaccatura del genere potrebbe essersi verificata naturalmente, nel caso il masso per cause imprecisate si possa essere trovato sottoposto a forte pressione, da terremoti o rottura della crosta terrestre, oppure per effetto del gelo. A costoro domando a quanto ammonta la probabilità statistica che ciò avvenga e quanti altri casi come Al Naslaa sono stati accertati!

Sull’altro versante troviamo i sostenitori del taglio tecnologico e costoro, nuovamente si dividono in due schieramenti. I sostenitori del taglio da parte degli alieni o extraterrestri; ed i sostenitori del taglio da parte degli umani.

Il masso di Al Naslaa è certamente interessante in quanto presenta questo taglio verticale non giustificabile mediante causa naturale; ma è altrettanto interessante se non di più, in base ad altri particolari che in genere non sono tirati in ballo dai presunti esperti. Ora andremo a mettere sotto la lente di ingrandimento, alcuni particolari che portano le ipotesi, tutte dalla parte dell’intervento tecnologico, sia esso umano o meno.

La prima costatazione che emerge, è il fatto che in natura la roccia quando si spacca in modo spontaneo o naturale, sempre tende a spaccarsi in base alla venatura. Osservando le foto uno e due, si palesa il fatto che il taglio è verticale, mentre le venature sono orizzontali e già questo dovrebbe mettere a sedere i sostenitori della causa naturale.

2- Vista retro

LA FACCIATA FRONTALE

La facciata frontale è quanto vediamo mediante la foto uno. Per quanto riguarda il taglio verticale, è possibile affermare che oggi la nostra tecnologia consente, mediante il taglio con cavo diamantato, di effettuare un taglio similare. Per quanto riguarda invece il taglio della facciata frontale, questa logica non regge o quantomeno diventerebbe molto più complessa, causa il disallineamento. Non regge in quanto non si tratta di una singola facciata, ma di due facciate distinte, come si evidenzia mediante la sottostante foto. Pertanto due distinte operazioni di taglio, tenendo conto che la facciata di destra non è posta sullo stesso piano di quella di sinistra e neppure ha la stessa verticalità, ma neppure è lineare come eventualmente lavorerebbe un cavo oppure un disco diamantato di notevoli dimensioni.

3- Vista laterale

Osservando la facciata di destra, quella con la presenza del graffito, si notano altri particolari interessanti. Cerchiata in rosso nella foto 4, vediamo una zona dove è stato operato un primo taglio il quale ha generato una prima facciata poi in gran parte eliminata dal seguito del lavoro svolto. Poi vediamo che nella parte superiore di questa facciata è presente una spaccatura naturale del masso.

Cosa significa? Significa che gli autori prima hanno tagliato la facciata “A” che compare cerchiata in rosso mediante il taglio 1; poi hanno operato il taglio della facciata “B”. Mentre tagliavano dall’alto verso il basso; quando il peso dello sfrido ha raggiunto il necessario squilibrio, si è spaccata la parte sottostante che vediamo cerchiata in rosso. (Se gli autori avessero tagliato sino in fondo, noi oggi non potremmo sapere dell’avvenuto primo taglio. Casuale?)

Giunti a questo punto, gli autori hanno iniziato ad operare il taglio della facciata “C” partendo dall’angolo superiore sinistro e procedendo in diagonale a scendere. Giunti pressappoco dove presente la linea verde superiore, il peso sbilanciato dello sfrido ha avuto il sopravvento, quindi si è rotto. La rottura è visibile dentro il riquadro verde.

Ora è palese un fatto: gli autori disponevano di strumento di taglio che non era un cavo diamantato, ma uno strumento che consentiva facilità di esecuzione in tutte le direzioni, in sostanza una sorta di laser, ma non necessariamente. Diventa palese anche il fatto che il lavoro operato fu intenzionale e mirato per ottenere quanto prefissato.

4- I diversi piani frontali

Quando hanno tagliato le quattro facciate frontali, (A-B-C-D), il masso ancora non poggiava sopra i due piedistalli visibili ora; quindi i piedistalli sono stati creati appositamente in seguito, tenendo conto del preciso punto di equilibrio necessario. In base alla logica, è presumibile che il taglio delle due facciate frontali eliminò una grande quantità di materiale. Grande quantità significa grande peso e, se questo peso fosse stato presente quando già vi erano i due piedistalli, il masso si sarebbe certamente ribaltato in avanti! Ciò significa che la decisione del tagliare la facciata frontale fu determinata in funzione del punto di equilibrio che intendevano poi ottenere.

IL PUNTO DI EQUILIBRIO

Sfido tutti i cervelloni di questo mondo, a prendere in considerazione un masso come quello di Al Naslaa, dividerlo in due e porre le due parti sopra due piedistalli come quelli che si vedono. Li invito pure a fare in modo che nel tempo e qui non si tratta di secoli ma di millenni, i due massi restino fermi in perfetto equilibrio.

Quando inizialmente si osserva il masso, tutta l’attenzione è rivolta al taglio verticale; ma quando lo si osserva con calma disinibita, ci si accorge che è più importante e complessa l’azione che verte a stabilire i due esatti punti di equilibrio. Come sono quindi stati determinati i due assi verticali che hanno determinato l’equilibrio? Io non sono un esperto, quindi penso che sarebbe possibile nel caso che si trattasse di un blocco geometricamente regolare, motivo per il quale misurando il centro, questo sarebbe il punto di equilibrio. Nel caso di Al Naslaa si è però di fronte ad un masso completamente irregolare. Qui la rotella metrica non funziona, semmai occorre un sistema che misuri la massa in modalità computerizzata. Quindi sempre in modalità computerizzata metta in azione l’apparecchiatura che modellerà in funzione del risultato da ottenere.

PERCHE’ QUEST’OPERA

Appurato il fatto che il masso così elaborato di Al Naslaa non è frutto della casualità e, appurato che quest’opera manifesta palesemente l’intervento intelligente ed intenzionale di strumenti tecnologici, ora vi è da scoprire per quale motivo gli autori hanno deciso di realizzare un’opera del genere.

Quest’opera non sta svolgendo alcuna funzione pratica/oggettiva e nulla dimostra che abbia avuto una funzione pratica in passato. Ciò significa che i casi in gioco sono due: O quest’opera è così in quanto non ultimata e pertanto non finalizzata, oppure il fine è altro. Se la risposta fosse che semplicemente non è stata ultimata, gli autori non si sarebbero preoccupati di imporre lo stato di equilibrio. Prima avrebbero terminato l’opera e poi eventualmente avrebbero imposto l’equilibrio. Ciò significa che lo scopo di quanto vediamo è esattamente quanto vediamo! Ora però sorge una ulteriore domanda: Mediante quest’opera, gli autori cosa intendevano dimostrare?

Ai teorici del nulla, assolutamente nulla. Ai faccendieri di sistema, ovvero quelli che falsificano la storia nell’interesse di sistema, ancora nulla in quanto costoro sono semplicemente dei mercenari. Il masso di Al Naslaa così elaborato è però un libro aperto, lasciato alla lettura dei posteri che ne avrebbero apprezzato il significato. Cosa che per essere fatta, occorre andare indietro nel tempo al tempo in cui gli dei o figli di Dio per non dire alieni, camminavano assieme all’uomo. In quel periodo era presente sulla Terra una fazione aliena che disponeva di tecnologia al quale l’uomo attuale appena appena sta giungendo ora. Questa fazione aliena disponeva di tecnica in grado di modellare a piacimento la pietra e, in quel periodo erano presenti anche i giganti.

CHI GLI AUTORI

In quel periodo era però presente sulla Terra, una seconda fazione aliena al quale non andava bene che la prima affiancasse la crescita dell’uomo. Le due fazioni erano in guerra: https://www.presenze-aliene.it/guerra-tra-dei-alieni/

La prima fazione costruiva, mentre la seconda distruggeva. Quanto affermato è palese ancora oggi su tutto il pianeta. La lotta durò sino a quando patteggiarono una tregua o compromesso di stabilità e fecero finta di andarsene. Il masso di Al Naslaa è un’opera sopraffina lasciataci dalla prima fazione aliena, a testimonianza della loro presenza ed invito alla crescita nostra. La seconda fazione aliena generò distruzione su tutto il pianeta, ma il masso di Al Naslaa era cosa insignificante non meritevole di attenzione in rapporto ad altre opere e, non poterono distruggere tutto. In fondo, mediante un po’ di informazione strumentale a seguire, avrebbero poi impedito al gregge umano di comprendere le tracce del passato.

IPOTESI DA TECNOLOGIA UMANA

Una delle ipotesi sostenute, è che il masso fu tagliato mediante tecnologia umana. Oggi la tecnologia umana dispone per il taglio della roccia, di diversi sistemi. Dispone di cavi e di dischi diamantati, i quali necessitano di adeguate strutture di sostegno non facilmente proponibili in pieno deserto. Per il taglio poi dispongono del sistema con i cunei. In passato i cunei erano di legno e si facevano gonfiare bagnandoli, oggi si utilizzano quelli in acciaio; ma sempre questo sistema necessita di preventivi fori di inserimento dei cunei. Questi fori lasciano tracce, ma nel masso di Al Naslaa non sono visibili e, questo sistema mal si adatta ai grossi massi.

Nelle cave è utilizzato poi il sistema con esplosivo. In questo caso sono operati dei fori, quindi si inserisce l’esplosivo. Un bel botto sincronizzato e le pareti si dividono… ma non si mantengono in equilibrio sopra due piedistalli e neppure rimangono parallele le pareti! 

Oggi la tecnologia umana dispone del sistema laser. Con questo sistema può tagliare diverse tipologie di materiali, compreso il marmo e la pietra, ma al momento la nostra tecnologia ha un limite nel fatto che il materiale deve essere tutto dello stesso limitato spessore e posto sul bancale del macchinario.

IPOTETICA SUCCESSIONE DEI TEMPI DI LAVORAZIONE

Stabilito il fatto che gli autori intendevano realizzare l’opera che poi hanno realizzato, è quindi necessario stabilire la successione delle operazioni. Sapevano preventivamente dove intendevano fissare i due punti di equilibrio, ma in quel momento il masso era fortemente sbilanciato in avanti, quindi occorreva eliminare il materiale in eccesso per poter stabilizzare il peso sopra i due piedistalli che avrebbero poi modellato. Quindi un primo taglio definito “A”, poi “B”. Ancora l’equilibrio da ottenere non era corretto, quindi hanno operano il taglio della parete “C”.

Ora però il masso è un solo blocco e loro intendono dividerlo in due; ma se lo avessero tagliato dove poi hanno tagliato, la parte sinistra sarebbe caduta in avanti. Occorreva quindi equilibrare la parte sinistra, pertanto hanno operato il taglio di facciata frontale definito “D” per asportare il peso di squilibrio. I due piedistalli in quel momento non erano come si vedono oggi.

I DUE PIEDISTALLI

Definiti i punti di equilibrio dei due massi, gli autori hanno provveduto ad eliminare tutto il materiale circostante e superfluo rispetto i due attuali punti di appoggio. In questo modo hanno fissato quella che è la situazione attuale. Una ulteriore domanda però si paventa all’orizzonte: Come hanno potuto stabilire che un’opera del genere, avrebbe percorso i millenni ed i massi non si sarebbero ribaltati il giorno dopo per cause naturali? La terra è costantemente in movimento, i terremoti brontolano, la tettonica lavora, eppure i due massi si mantengono perfettamente nella stessa posizione. Lo dimostrano le due facciate interne del taglio verticale, sempre nella stessa posizione! Il masso di Al Naslaa è un’opera d’arte e, probabilmente ancora non si è svelato completamente!

I GRAFFITI

Sulla parete frontale “C” in particolare, è presente uno dei graffiti. Vediamo oltre ad altri graffiti, un cavallo condotto con le briglie da un uomo. I graffiti presenti sono certamente imputabili alla mano dell’uomo comune. Per taluni teorici ciò significa che anche il taglio verticale e tutto il resto è opera dello stesso umano. Costoro si dimenticano del fatto che i tagli come abbiamo appurato sono molteplici e mal si adattano ad una cultura che opera i graffiti con scalpello e mazzuolo.

5- Tracce forse postume

Graffiti e tagli sono opere fatte in tempi decisamente diversi, vedasi l’usura della pietra, e con finalità completamente diverse. Non regge la logica in base al quale se i graffiti sono opera dell’uomo attuale, significa che anche il resto lo è e, neppure ha senso quanto compare in rete quando affermano che per il fatto che nei pressi del masso in questione passavano le carovane dei commercianti, significa che sono stati loro gli autori. Forse sì per il cavallo, ma certamente no per il resto!

ROMPICAPO FINALE

Come è possibile che nonostante i terremoti, il movimento della Terra etc., le due facciate del taglio centrale permangono perfettamente parallele ed in equilibrio? Crollano i nostri ponti e le nostre strade, tutto è instabile, ma ciò pare non riguardare il masso di Al Naslaa. Ciò significa che le forze e gli eventi naturali, sino al momento attuale, non hanno alterato lo stato di equilibrio intenzionalmente posto in essere. Questo masso si comporta come se una mano o forza magnetica invisibile, mantiene fissate a terra ed in equilibrio le due parti.

La domanda finale ora è: Quale il senso di tutto ciò? Perché quest’opera fatta in questo modo? Ai posteri l’ardua sentenza, ma certamente qualcosa è deducibile. Quest’opera dice agli umani: NON FIDATEVI DELL’APPARENZA, BEN ALTRO E’ ESISTITO ED ESISTE!

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