Distruzione domus de janas

Abbiamo quindi assodato in modo spero definitivo,  il fatto che le domus de janas non erano tombe e nulla avevano a che fare con le sepolture, se non il fatto che sono stati trovati alcuni occasionali corpi di defunti al loro interno. Cosa assolutamente normale, considerato il fatto che le domus abbandonate dalla cultura/etnia costruttrice, poi sono state in parte utilizzate dalla popolazione. Stessa cosa è avvenuta altrove, come ampiamente dimostrabile.

Stabilito ciò, è stato riscontrato il fatto che le domus de janas sono state oggetto di incuria, non valorizzazione dei beni archeologici, quando non semplicemente asportazione quale materiale da cava. Tutto ciò già avrebbe un suo peso, ma poi si è riscontrato il fatto che in un passato remoto ma non poi tanto, ovvero in periodo antecedente il dopo Cristo, le domus de janas erano oggetto di sistematica violenta distruzione.

1 – Domus de janas di Prunittu

In precedenti articoli ho affermato che i dolmen erano ripari e non tombe. Poi ho affermato che le domus de janas erano abitazioni/ripari e non tombe e, ho affermato che i ripari in pietra erano necessari per difendersi da un nemico che arrivava dal cielo oppure dall’esterno. Ad un certo punto queste difese non erano più sufficienti, quindi la cultura umanoide che se ne serviva decise di rifugiarsi sottoterra. Quindi oggi così come abbiamo le città sotterranee della Turchia, così abbiamo il sottosuolo abitativo di quella precedente cultura, anche in Italia ed in Sardegna.

Il presente articolo non metterà in evidenza quanto presente nel sottosuolo, ma metterà in evidenza il riscontro tangibile, facilmente visibile, circa la distruzione operata nei confronti delle domus de janas in superficie o poco sotto. La soprastante foto è stata scattata a Sorradile/Prunittu. La “necropoli” di Prunittu che tale non è, è un sito archeologico situato nel Barigadu, regione storica della Sardegna centrale, in località Sorrana. Fa parte amministrativamente del comune di Sorradile, provincia di Oristano.

Di fronte ad una immagine del genere, la persona non addentro potrebbe essere indotta a supporre che questa domus per cause naturali si è staccata dal contesto roccioso per rotolare nella posizione in cui la vediamo. Nulla di più errato si evidenzia se andiamo ad ingrandire la parte retrostante la principale domus.

2 – Prunittu altre domus

Alcuni metri dietro la domus principale (foto 1), si vedono alcune entrate. La roccia intorno è tutta frantumata e ovunque sono presenti delle crepe. L’ossidazione della roccia ove spaccata relativa alla domus 1, non si presenta particolarmente antica, contrariamente a quanto presente sulla parete retrostante.

Qui si vede una ossidazione molto antica, ma ciò che sconcerta è il fatto che si vedono tracce di presunti camini o pozzi di discesa, sotto il quale sono presenti le domus sotterranee! Ciò potrebbe far ipotizzare che questi presunti pozzi servivano per scendere nelle camere sottostanti, ma significa anche che una parete di tale spessore ad un certo punto (per cause da stabilire) è andata in frantumi in modo innaturale!

Ancora qualcuno potrebbe supporre che il tutto è puramente casuale, frutto di cataclismi oppure di azione umana. Quindi ringrazio gli autori delle fotografie e vado oltre. La sottostante è una domus de janas di Borucca Buddusò – Sassari. Se quella di prima sconcertava, questa va oltre, tanto le tracce sono evidenti.

3 – Domus di Borruca

 Ovvio il riscontro del fatto che la posizione è innaturale rispetto il momento della costruzione. Portata in posizione naturale, notiamo i numerosi pozzetti o camini di discesa per l’accesso ai locali sottostanti. Se qualcuno intende sostenere che quei passaggi sono stati fatti per far passare i defunti, lo può certamente affermare, ma poi si porta dietro l’assurdità dell’affermazione non comprovabile. In Sardegna di pozzetti di accesso è possibile riscontrane di dimensioni diverse.

4 – Pozzo di entrata

Quelli grandi potrebbero anche consentire il passaggio della salma, ma con quelli piccoli occorre altra spiegazione. Da notare il fatto che vi sono pozzi rettangolari, quadrati e altri tondi di diametro variabile. Il soprastante pozzetto era tondo e di discreta dimensione, ma il destino fece sì che ad un certo punto della storia, come palesemente si vede, si spaccò in due! Si può mai ipotizzare che cause naturali possono aprire in questo modo la roccia?

L’alternativa potrebbe essere che i sardi si sono divertiti con la dinamite e il tritolo, ma poi occorre andare ad individuare le tracce a conferma. Insomma, giratela come vi pare, ma tutta questa frantumazione non ha senso in base alla logica comune. Poi scopriremo quale invece è l’alternativa più plausibile in grado di compiere uno scempio del genere.

A chiusura per quanto riguarda la foto soprastante, ricordo che questi pozzi d’entrata alle domus sotterranee, erano generalmente coperti con lastroni di pietra, oppure massi, a difesa o occultamento, lasciando libero unicamente un piccolo passaggio.

5 – Frantumazione illogica

Di fronte ad uno scempio come quello della foto 5, domando se tra gli esperti di rocce e di geologia vi è qualcuno disposto ad affermare che quanto si vede è naturale! Ingrandite la foto e osservate bene le crepe nella roccia; cosa può generare una frantumazione del genere? Qui di naturale non vi è nulla e a nulla serve tirare in ballo i cataclismi; perché se di cataclisma si dovesse trattare, questo avrebbe agito in toto sulla zona e non in modo selettivo in certe zone.

Ciò significa che la spiegazione va cercata altrove. Certamente non sarà confacente la volontà di sistema, ma per venirne a capo, non possiamo accettare compromessi. La sottostante foto ci fa vedere la famosa domus de janas presso Sedini. Porto ad esempio questa domus, perché è una di quelle che meglio ci fa vedere i diversi passaggi nel tempo. Intanto all’interno vi è uno splendido locale, che far passare per tomba è un insulto alla intelligenza, ma lasciamo ora questo particolare.

Osservando questa conformazione rocciosa, ciò che immediatamente appare evidente è il fatto che nel tempo che fu, non aveva certamente questa estetica. Questa roccia a sinistra certamente continuava quantomeno un po’, ma forse di più. Il caso, il destino o forse una precisa volontà che potrebbe essere quella che ha distrutto le domus presentate in precedenza, ha spazzato via la roccia che ora non compare più. Gli abitanti del luogo, come avvenuto in molte altri luoghi, hanno poi pensato di riutilizzare quanto utilizzabile.

Hanno pertanto ingrandito un  accesso nella parte frontale destra e, hanno costruito un muro sotto roccia con l’intento della chiusura per utilizzare il locale interno. Il materiale frantumato e abbondante è stato certamente riutilizzato nel vicinato. L’essere umano è un grande lavoratore che per ovvia convenienza, sempre mira a riutilizzare il materiale andato in disuso. Questa foto, così come molte altre, esprime la dirompente potenza della causa che ha mandato in frantumi la domus.

6 – Domus di Sedini

Si potrebbe continuare all’infinito questa carrellata di casi della Sardegna, ma più utile è ribadire che le domus de janas non sono una caratteristica esclusiva di questa regione. Quindi in coerenza a quanto questo articolo intende evidenziare, è opportuno portare attenzione al fatto che la volontà distruttrice delle domus in Sardegna, ha operato ovunque le domus fossero presenti; quindi in tutta l’Italia centro meridionale e in molte altre parti del pianeta.  

Ora ci spostiamo e andiamo a Bomarzo/Viterbo in una zona prossima al Parco dei mostri,  per riscontrare quanto individuato dal ricercatore Luca Zampi. Giunto in loco, Luca vede un apparente comune grosso masso. E’ incuriosito, pertanto effettua un giro attorno e, vede una porta semichiusa. Suppone che si tratti di un comune riparo sotto roccia, si avvicina e prova a spingere la porta che facilmente si apre, per vedere l’interno.

L’interno è cosparso di detriti e completamente buio, pertanto accende una pila e, rimane sconcertato! Su due pareti, due grandi vasche in pietra, ma ciò che sconcerta è il fatto che le vasche non sono in posizione logica. Anziché essere in posizione orizzontale, si trovano come da foto sottostante 7/C!!!

7 – Domus di Viterbo

Cosa ci fanno delle vasche in quella posizione? Si potrebbe supporre che non sono vasche ma sarcofaghi, finte porte oppure letti; ma sempre sono nella posizione sbagliata! Passato il primo sconcerto, Luca desume che quel masso si trova in una posizione sbagliata o meglio diversa, rispetto al momento in cui la vasche sono state fatte; ma la porta d’entrata è invece in posizione corretta.

Torna alla porta e nota il fatto che quella porta non è una porta originale, ma è una antica apertura/finestra, adattata a porta in tempi posteriori, per poter accedere più comodamente al locale interno. Vuoi per abitazione oppure per riparo di animali! Passa il tempo, pertanto cambiano le funzioni. Ora però spuntano altre domande e la principale è la seguente: Se quel masso non era in quella posizione nel momento in cui è stato scavato; come è poi arrivato nella posizione presente?

Osservando il masso si nota che è  molto ossidato e coperto di muffa, cosa che presume antichità, ma nella parte frontale la roccia è scoperta e riporta tracce di lavorazioni effettuate, con parvenza di gradini e altro. Tutto molto interessante, ma rimane la domanda di fondo: Cosa ha fatto arrivare lì da chissà dove, quel masso?

Una cosa è certa, in un certo periodo storico qualcuno distruggeva le domus de janas, facendole esplodere e pertanto le scaraventava lontano come emerge dalle foto 1-2-3-5-7. Se questa tesi è corretta, ora occorre scoprire da dove le domus erano fatte esplodere e volare via.

8 Tuvixeddu

Mediante la soprastante foto ci troviamo presso la detta necropoli di Tuvixeddu. La montagna è stata frantumata e, sono venute allo scoperto le domus ed i pozzetti verticali di accesso alla zona sotterranea. Il pensiero ufficiale a tal proposito, è che questa scena si è realizzata in quanto questa montagna è nel tempo diventata una cava adibita ad asportazione di materiale.

Nulla da obiettare circa l’avvenuta asportazione del materiale, ma poi occorre stabilire quanto di questa montagna è stato fatto saltare in aria da mano umana per estrarre materiale, rispetto a quanto era già stato fatto saltare in aria in tempi precedenti, del quale oggi non si conosce il perché. Siccome però questa scena si presta ad una spiegazione razionale dovuta a necessità di materiale, ci spostiamo in altro loco.

9 – Ochila Ittiri

In questo caso si vede il fatto che nuovamente la parte frontale della montagna è andata in frantumi. Il materiale mancante è notevole e se quelle sono tombe, occorre spiegare il motivo per il quale è stato fatto un lavoro del genere con i mezzi di allora. Comunque sia, sono venute allo scoperto le domus e, anche qui si potrebbe dire che il tutto è stato fatto per l’asportazione del materiale; ma poi per il fatto che il materiale è ancora sul posto, sorgono domande! La foto proviene da Ochila Ittiri (Sassari).

Ciò che maggiormente ha sconcertato andando a riscontrare il fatto che le domus de janas in Sardegna presentavano una enorme percentuale di interventi distruttivi, è stato il fatto che questo aspetto non è affatto prerogativa della Sardegna. La stessa scena distruttrice è presente in tutta l’Italia sud meridionale e mediterranea, ma non fa differenza altrove.

Il ricercatore archeologo Luca Zampi ha messo assieme tutta una serie di prove e riscontri che non lasciano dubbi, ovvero è esistita una cultura preistorica con enormi potenzialità che in quel momento era globale su tutto il pianeta. In seguito è avvenuto qualcosa che in modo drastico ha cambiato le carte in tavola, per poi scrivere la versione ufficiale odierna della storia.

10 – Siracusa

La soprastante immagine proviene da Siracusa e, anche qui vediamo che la parte soprastante la domus de janas è andata in frantumi. In origine questa domus aveva una ampia zona coperta davanti alla entrata  che ancora vediamo. Evidente la spaccatura della soffittatura antistante.

Se tre indizi sono una prova, qui di prove ne abbiamo in quantità industriale; ma volendo andare oltre, ora andiamo a vedere dall’interno la sottostante domus. La roccia frantumata che la rende scoperta impone una domanda: può un soffitto come quello che vediamo,  frantumarsi da solo per cause naturali in questo modo? Attenti alla risposta; perché poi si va a cercare altre prove!

11 – Domus Sardegna

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