In questo contesto i frattali sono da considerarsi quali parti in piccolo di realtà ufologica più ampia. Il presente articolo trae spunto dalle osservazioni poste da due lettori.
Il sig. Alberto Mazzocato tira in ballo l’aspetto relativo al rapporto tra i giocattoli e gli ufo veri, tra la fumettistica, la fantascienza ed il riscontro oggettivo. Domanda come sia possibile che addirittura (caso Vincenzo Garofalo di punta Raisi), il giocattolo sia comparso prima che fosse nota tale tipologia di ufo. Tira poi in ballo Goldrake l’ufo robot, e ricorda che in passato avevo postato la foto di un robot che era più grande dell’ufo che lo aveva trasportato, pertanto ad ipotizzare una avvenuta trasformazione. Dice insomma: è un po’ come se alcuni autori fossero in grado di anticipare eventi che poi si realizzano, come se ci fossero persone che la sanno più lunga di quanto dicono, ma non dicono come hanno avuto le informazioni.
La signora Tina R. pone invece le seguenti domande: Per quale motivo prendendo in considerazione l’estetica degli ufo nei secoli, mentre talune estetiche sono ripetitive e permangono, altre paiono cavalcare il pensiero umano di un certo periodo? Altra domanda che pone è: Come spiega lei la presenza di così tanti falsi fotografici in ufologia?
I FALSI DELLA SIGNORA TINA
Che vi siano dei falsi in ufologia è cosa certa, ma non ve ne sono così tanti quanti si vuole far credere. Una certa percentuale di falsi è dovuta ad idioti e mitomani, mentre altra percentuale è esclusivamente dovuta alla strumentalizzazione che i manovali dell’informazione fanno. Poi vi è da considerare il fatto che una certa percentuale di falsi è dovuta esclusivamente al fatto che i presunti esperti di fotografia non sanno operare la distinzione tra fotografia “normale” e fotografia “paranormale”.
Come più volte ho affermato, pur consapevole di non essere compreso dai più e contestato dai troll della tribù dei beceri, quando si va a fotografare un evento paranormale, salta in aria la così detta normalità. I beceri di sistema (sponsorizzati dal sistema e quindi dai contribuenti inconsapevoli) pretenderanno di misurare il paranormale con la metrica del normale e, per il semplice fatto che i conti non torneranno, la deduzione sarà che le foto sono dei falsi.
Nel mondo detto normale, là fuori esiste la materia solida e tutto quanto è esattamente come da Fisica Classica e da logica di sistema. Nel mondo paranormale la realtà materiale è relativa (teoria della relatività), l’atomo diventa il Quanto ovvero puramente energia, pertanto crolla il mito dell’uomo con i piedi ben piantati in terra, perché si tratta di pura virtualità creduta! Esattamente come da Fisica Quantistica.
Ricordo poi alla signora Tina un altro aspetto di delegittimazione delle foto che ancora oggi, ma maggiormente in passato, era frequente. Ovvero il fatto che gli agenti del discredito prendevano foto integre, quindi le falsificavano, per poi rimetterle in circolazione strumentalizzandole con la compiacenza dell’informazione asservita.
UFO ROBOT DI MAZZOCATO
2- Ispirazione o consapevolezza?
In effetti guardando i cartoni animati, Goldrake etc., nasce spontanea la domanda: quanto di tutto questo panorama è pura fantasia e, quanto invece è replica consapevole o meno di una realtà ufologica non nota ai più?
Ha ragione signor Mazzocato, in quanto certamente esiste un superiore livello di conoscenza umana in ambito ufologico, non nota alla massa. Questa conoscenza consente di anticipare di gran lunga il percorso della massa.
La vicenda del robot indicato da Alberto riguarda una certa serie di foto scattate in alta Valmalenco nel 2011, del quale le due sottostanti. La serie fotografica ci fa vedere l’arrivo di un ufo con estetica a cappello. L’ufo viaggia lentamente da destra verso sinistra, scende dietro la collina e scompare. Un attimo dopo, anziché comparire l’ufo, dalla parte opposta compare il robot che vediamo ingrandito.
Come visibile, il robot sta dietro la collina, pertanto dopo essere andati al riscontro oggettivo dei massi e degli arbusti in prossimità del robot e fatta la proporzione, è stato dedotto che quel robot aveva una enorme statura, pertanto non avrebbe potuto stare ritto dentro l’oggetto volante. In conseguenza di ciò, una delle ipotesi fu che quel robot si potesse chiamare Goldrake. Certamente non vi è prova assoluta che il robot sia sceso dall’oggetto volante, oppure che si sia trasformato dall’ufo; ma da un punto di vista puramente estetico, questo la vicenda ha dato ad intendere.
IL CASO DI PUNTA RAISI
L’immagine venne diffusa per la prima volta nel settembre 2008 su Rai 2, nel corso del quale si rese nota la notizia che tale Comandante Vincenzo Garofalo pilota civile, affermava di aver fotografato il 3 settembre 2006, nei pressi di Punta Raisi, un presunto UFO. Quale prova di quanto affermato, poneva a disposizione la sottostante fotografia, parte di una serie di foto non rese pubbliche.
Eravamo negli anni bui dell’ufologia, nel periodo in cui i troll dilagavano. Il Pentagono e la Marina USA ancora non avevano affermato che gli UFO esistono veramente, pertanto i denigratori erano dirompenti, quindi la stampa gli si scagliò contro delegittimando il tutto.
Il cavallo cavalcato dai beceri dell’ufologia fu: quella foto è un falso, perché l’ufo che si vede è uguale ad un preesistente giocattolo della Kinder. Come se un Comandante con anni di carriera, giunto ad una certa età potrebbe aver avuto interesse nel creare un falso fotografico tanto pacchiano con tanto di giocattolo Kinder. Ma quanta ingenuità! Poi i troll belarono in coro: il Comandante non ha resa disponibile la foto in versione originale, quindi questo conferma il sospetto di falso.
Io sostengo che ha fatto bene a non fornire l’originale ai beceri, perché qualche presunto esperto di fotografia avrebbe potuto fare quanto hanno fatto in altre occasioni; ovvero prendere l’originale, alterarlo per poi metterlo in circolazione ed in seconda battuta evidenziare il falso. Questo è stato fatto più volte per quanto riguarda l’ufologia della Valtellina, ma pure altrove su tutto il pianeta. Voglio poi ricordare ai detrattori, che se l’ufo è l’oggetto della Kinder lanciato in aria e fotografato; la foto è genuina, semmai si tratta di falso scenografico.
Io non dispongo della foto in versione originale, pertanto non posso affermare che la foto del sig. Garofalo è genuina, ma per lo stesso motivo non posso affermare che è falsa. In attesa della prova certa da parte dei delegittimanti, cosa mai avvenuta, per me vale la presunzione di innocenza; anche perché poi scopriremo alcune cose interessanti. Nel frattempo traggo da articolo di Flavio Vannetti quanto avrebbe dichiarato il Comandante Garofalo, link:
Si rimane sempre più indignati nel vedere che l’intelligenza non va di pari passo con l’ arguzia, e che come sempre il percorso più semplice è anche il più comodo. Pur essendoci somiglianze a dir poco strabilianti con quel famoso oggetto-giocattolo, confermo la mia posizione e la mia buona fede. Per almeno tre ragioni. Etc…
Nessuno può porre in dubbio il fatto che ufo e giocattolo sono estremamente simili se non uguali (immagine sopra), ma ciò non significa che si tratta di falso; neppure portando a sostegno il fatto che il giocattolo è comparso sul mercato prima della foto dell’ufo! Comunque sia, in quel periodo la critica dei beceri dell’informazione condannò il Comandante Garofalo.
Poi un giorno il CUN mediante Roberto Pinotti (pare peraltro che il CUN disponga degli originali periziati) riesumò la soprastante terza immagine soprastante tratta da antico dipinto. Anche in questo caso l’ufo rappresentato è estremamente simile a quello di Punta Raisi. Quindi il giocattolo della Kinder è comparso prima dell’ufo ripreso dal Comandante Garofalo, pertanto il comandante avrebbe copiato, ma ora che abbiamo una immagine ancora precedente, a copiare sarebbe stato semmai il disegnatore progettista del giocattolo Kinder!
Se il caso di Punta Raisi è sconcertante e non facilmente spiegabile; quello che ora andremo a valutare, lo è ancora di più. Non disperate però, perché questi casi apparentemente inspiegabili sono tanti e sono spiegabilissimi. La disinformazione e la malafede fanno da tappo.
IL CASO VALMALENCO
Andando a valutare l’insieme della documentazione fotografica ottenuta nel valtellinese, emerge esattamente quanto evidenziato dalla signora Tina. Talune estetiche di ufo sono ripetitive negli anni, mentre altre sono sporadiche, occasionali, comparse in un limitato lasso di tempo. Una delle tipologie comparse a tempo limitato, ma vista e ripresa numerose volte, è quella che vediamo con la foto uno. Il ripetitivo riscontro di questa tipologia generò sconcerto tra coloro che ne erano a conoscenza, in quanto l’oggetto era estremamente simile ad un piattello/rondella in commercio, per bastone da neve.
In quel periodo meditavo circa l’opportunità di rendere nota una simile vicenda, troppo incredibile, improponibile e troppo attaccabile dai detrattori. Poi un giorno mentre camminavo ho trovato in terra una di queste rondelle, parzialmente rovinata. Interpretai la cosa come se fosse volontà del destino, quindi la presi e la fotografai, è la sottostante 6/b.
6- Anche le webcam riprendono gli ufo
La foto 6/a è una immagine webcam, prodotta nel periodo in cui in Valtellina era frequentemente vista questa tipologia di ufo. Sicuramente qualche sostenitore del cicap ora dirà che la foto webcam ha ripreso la stessa o similare rondella che ho trovato in terra. Questa messa appesa, compare ovviamente mutilata ed il discredito trionfa. Peccato che però le foto di questa tipologia di ufo sono qualche centinaio e in questi casi l’oggetto è intero.
Poi vi è la strabiliante foto sottostante. Ufo di detta tipologia stazionante o quasi in cielo, con elicottero ad osservare e forse a riprendere. Se quel pilota volesse rendersi utile all’umanità, potrebbe fornire la sua testimonianza e, forse qualche foto.
Eppure l’ufo è proprio simile alla rondella, come quello di punta Raisi è simile al giocattolo Kinder. In ufologia però si è visto volare l’improponibile, proviamo a pensare alle forme piramidali etc.
COME SI SPIEGA TUTTO CIO’?
In ufologia vi è un aspetto per il quale tutto pare logico ed oggettivo, dove gli ufo sono macchine tecnologiche che forse hanno origine extraterrestre. Poi però compaiono degli ufo che trascendono le leggi della fisica nota. Non solamente trascendono le leggi a noi note, ma compaiono e scompaiono e pure possono cambiare forma durante l’esibizione. Di fronte a questa affermazione i presunti esperti di fotografia e di ufologia si strapperanno i capelli e le vesta, ma questo innegabilmente è ed è pure dimostrabile! Se ciò sino ad ora non è stato fatto, è semplicemente perché il potere/sistema non vuole che la massa lo comprenda e coloro che ne sono a conoscenza non hanno interesse ad esporsi. Quindi è ovvio signora Tina che gli ufo possono cambiare nel tempo, cambiano persino nell’attimo presente!
Questi oggetti volanti possono cambiare estetica, per il semplice fatto che l’essere umano non è collocato in un universo materiale come siamo stati indotti a credere, ma in un universo virtuale ed olografico. Siccome tutto quanto l’esistente dentro un universo olografico è per conseguenza olografico anch’esso, tutto quanto è dalla regia gestibile a piacimento, poiché tutto è relativo!
Domanda: in base alla logica olografica esposta; dove sta l’impossibilità del presentare un ufo con l’estetica della rondella da sci? Dove sta l’impossibilità di presentare un ufo con la forma del giocattolo Kinder? Dove sta l’impossibilità dell’ispirare i progettisti della Kinder e delle rondelle. Tutto questo, mentre il mondo dormiva ed i manipolatori della tribù dei beceri elargivano sonniferi a destra e a manca!
COME SI SCOPRE CHE TRATTASI DI PROIEZIONE OLOGRAFICA
In un universo totalmente olografico, tutto quanto è ovviamente di natura olografica; ma poi vi sono due livelli di manifestazione. Un primo livello di simulazione dove l’olografico si manifesta come da fisica classica, ed un secondo livello dove la manifestazione ha caratteristiche da fisica quantistica. Abbiamo quindi il livello detto “normale” ed il livello detto “paranormale”.
Quando appare una manifestazione olografica di presunto ufo, questa pare e si comporta come un normale ufo materiale e tecnologico; e nulla dimostra che non lo sia. Se però il gestore della manifestazione olografica decide di palesare il fatto che trattasi di olografia e non di oggetto materiale, pone in essere tutta una serie di elementi che vanno a svelare l’arcano. Gli elementi che svelano sono quegli elementi che trascendono la fisicità comunemente intesa. Pertanto avremo ufo che passano attraverso le montagne ed i mari, che non fanno rumore, sono antigravitazionali e non hanno impatto ambientale, ovvero non spostano aria.
Tutto questo è ben noto al Pentagono ed ai cervelloni asserviti, ma non si deve svelare, poiché il popolo deve continuare a credere altro! Contemporaneamente l’intelligenza aliena che manifesta olograficamente, pone in essere delle manifestazioni atte a svelare il tutto.
Se i gestori del mondo olografico manifesto, intendessero ingannare l’umanità, basterebbe che le manifestazioni olografiche fossero stabili come da fisica classica e noi umani non saremmo in grado di comprendere. Quando però la manifestazione olografica si palesa come instabile, cade l’illusione della oggettività e si scopre l’arcano. Quindi uno degli indizi che trattasi di proiezione olografica è il cambio di forma trascendendo la fisicità!
8- Manifestazioni trascendenti o transmedium
Per dimostrare il cambio di forma, non basta vedere o scattare una foto, occorre riprendere in sequenza. Le due foto soprastanti fanno parte di una serie numerosa e, ci fa vedere come una manifestazione olografica può cambiare l’estetica del manifesto. Rondella o giocattolo Kinder che sia.
Signor Garofalo, siamo certi che l’ufo da lei visto e ripreso, non è una manifestazione olografica di questo genere? Se lei ha scattato più foto, forse è possibile stabilirlo se sono presenti aspetti relativi al cambio di forma, mentre diventa arduo se la manifestazione olografica ha mantenuto estetica costante. Grazie lettori per le vostre domande, le quali hanno reso possibile questo articolo.
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