La vicenda si svolse presso il ghiacciaio del Labirinto, che si trova in prossimità della vetta del Pizzo Bernina. Siamo dalle parti in cui si svolse il famoso caso ufologico di Giampiero Monguzzi del 31/7/1952. Zona molto apprezzata dal punto di vista alpinistico, ma anche da speleologi del ghiaccio.
Sia il ghiacciaio del Labirinto sul versante italiano, quanto il Morteratsch versante svizzero, presentano aspetti estremamente interessanti. Sono luoghi però di impegnativo accesso, idonei unicamente a persone preparate. Siamo nel luogo del ritrovamento a oltre cinquant’anni dalla sua scomparsa, dell’alpinista tedesco che qui vi trovò la morte nel 1963. Alla vetta del Bernina, oppure alla traversata in Svizzera, si accede dal versante italiano, passando per il rifugio Marco e Rosa posto a mt.3609.
PREMESSA
E’ mia profonda e motivata convinzione che molti residenti e frequentatori della Valmalenco, per quanto riguarda la vicenda ufologica, hanno molto da dire e testimoniare. Non serve tenere per sé quanto non è a conoscenza di tutti. Ciascuno di noi si è arricchito in base a quanto hanno offerto gli altri. Ciascuno di noi deve essere anche la ricchezza degli altri.
Solamente così possiamo ulteriormente crescere, rifiutandoci di arroccarci dietro presunte e bigotte paure, imposte dalla logica di un perverso sistema. Invito pertanto le persone che comprendono quanto detto, a farsi sentire con le testimonianze. Benché sia preferibile che le persone ci mettano la faccia con tanto di nome e cognome, vanno comunque bene anche le testimonianze di coloro che non intendono comparire.
Detto ciò e per “par-condicio”, è necessario che io riconosca i meriti di coloro che già si sono attenuti a tale logica. Ovviamente, non tutto quanto mi perviene può essere immediatamente reso di pubblico dominio. Sono necessari accertamenti, informazioni frammentate vanno rese comprensibili a tutti, altre informazioni non possono essere riferite in quanto non esistono i presupposti di base, ovvero sconcerterebbero le persone non addentro.
Esiste poi il fatto che la mafia di sistema, mediante organi di stato e non, è in grado di interferire pesantemente, sino alle minacce. Tutti questi sono aspetti che si devono considerare. Invito alla partecipazione tutti coloro che dispongono di materiale fotografico, facendo presente che hanno valore anche le foto che riportano estetiche anomalie non comprensibili sul momento. L’anomalia estetica non è il risultato di un mal funzionamento della fotocamera; ma la conferma di una causa al momento non nota. Sono queste le cause che con frequenza hanno agganci con l’ufologia, pertanto possono costituire prove interessanti.
La vicenda del presente articolo, è un esempio di testimonianza resa da frequentatori della Valmalenco che intendono mantenere l’anonimato. Comprendo e condivido la motivazione del non esporsi e, spero che successivamente cambiando i tempi e la maturità media dei valligiani, ciò diventi possibile. Ecco il messaggio inviatomi:
BUONGIORNO
Sono positivamente impressionato dal suo sito, interessante, esaustivo e pieno di colpi di scena. Non sono della Valmalenco, ma è una vita che i miei nonni frequentano questa bellissima Valle, e io con loro, quindi mi sento in diritto di dire la mia. Io sono Simone di 27 anni, personalmente non ho visto nulla di particolare, ma ho sentito diversi amici e conoscenti parlarne e ci credo.
Premetto che i nativi della Valle non sono molto contenti di questo, a volte risultano particolarmente ostili con chi ne parla, quindi la mia confidenza rimane anonima per tale motivo. Fatta la dovuta precisazione valuti lei se pubblicare o meno. Ora volevo condividere con lei l’esperienza fatta dai nonni già negli anni 50 – 60 in Valmalenco durante una escursione alpinistica, verso la Cima Bernina.
Il nonno giovane Capitano di Corvetta e la nonna Laureata in ingegneria navale partono dal Rifugio Marco e Rosa con una guida, necessaria per attraversare il ghiacciaio dell’”Labirinto” e scendere poi verso Morteratsch in Svizzera. Giornata di sole e cielo terso, quindi arrivano al ghiacciaio. Ai loro occhi una spettacolare distesa bianca resa accecante dalla luce solare, ricamata da una ragnatela di letali crepacci, che danno il nome alla zona.
A metà del percorso succede una cosa inaspettata, vengono investiti improvvisamente da un banco di nuvole basse e dense che oscurano il cielo limitando la visibilità a poche decine di metri. L’indicazione della guida è di sostare e aspettare il passaggio delle nuvole, che avevano colto anche lui impreparato. La zona si oscurava, immersa nella nebbia. Da sotto il ghiaccio avvertono un ronzio e un crepitio sordo e da alcuni crepacci vedono uscire dei bagliori dai colori elettrici. Spaventati chiedo delucidazioni e la guida riferisce: la causa è da attribuire al “Labirinto”. Spiega che il ghiacciaio è una zona altamente instabile, lo scivolamento a valle crea tensioni, tali forze erano la causa dei crepacci e dei flash, innescati al contatto elettrico delle nuvole basse.
Ma mentre spiegava questo, ad una trentina di metri, da un grosso e profondo crepaccio, affiora una sfera. Luminescente, biancastra, attraversata da scariche luminose rosso blu elettrico. Alzandosi si posizionava in aria ad una decina di metri, rimanendo ferma, silenziosa e vorticante su se stessa per alcuni secondi. Da bianco perla, si illumina di luce bianca “neon” e con un sibilo si allontana zigzagando tra la nebbia. Le nuvole come erano apparse svaniscono facendo ritornare il sole luminoso. La sensazione che hanno sempre detto di aver avuto, oltre alla la paura e la meraviglia, e che quella cosa era viva, intelligente e si era fermata ad osservarli. Escludendo con sicurezza un fulmine globulare.
La guida sull’episodio scherzando gli avrebbe detto, forse per sdrammatizzare, ” Qui siamo vicino a Dio e i suoi Angeli giocano tra i ghiacci” Comunque tutto, alla fine, proseguiva per il meglio, quindi… NULLA ERA ACCADUTO. La magnifica esperienza veniva posta e custodita nei ricordi di giovinezza dei nonni e qualche volta rispolverata con i nipoti. Oltre alla bella storia, forse possono interessare i seguenti dati tecnici indicati da mia nonna: La sfera aveva un diametro di 6 / 8 metri. Velocità di accelerazione da 0 / 200 km orari in 10’’.Capacità di volo antigravitazionale, possibilità di spostamento sia in orizzontale che in verticale.
Angolo di Bank (AoB): non definito per la sua sfericità ma poteva muoversi con virate ad angolo retto. Lungo la via di allontanamento, persisteva un forte odore di ammoniaca (NH3).Il crepaccio d’uscita era largo 10 metri e profondissimo. Lungo la risalita, nelle pareti del crepaccio, la cosa aveva innescato in parte lo scioglimento del ghiaccio.
Lungo la scia lasciata il ghiaccio presentava colorazione multicolore come quella attribuibile a delle sostanze oleose-petrolifere. La sfera all’uscita dal crepaccio presentava uno scafo, luminescente, sferico, di materiale apparentemente solido simile alla madreperla, solcato da scariche elettriche multicolori, privo di aperture. Durante la rotazione su se stessa, la sfera diveniva luminosa di luce bianco-azzurra tipo “neon”. Che dire sembra…una di quelle sfere che vedono anche, in questi giorni, attraversare la Valle. Grazie
COMMENTO AL MESSAGGIO
Il messaggio, a parere mio, è da considerarsi autentico e interessante. Gli accertamenti operati parrebbero confermare quanto riportato. La scelta del non rendersi visibili ha una precisa motivazione, così come il non fornire un maggior numero di indizi che consentirebbero l’individuazione. Grazie a te Simone, della tua testimonianza.·
“i nativi della valle non sono molto contenti di questo, a volte risultano particolarmente ostili con chi ne parla”. Non tutti i nativi reagiscono in questo modo. Certamente un certo numero di costoro si mantengono eccessivamente attaccati alla difesa del vecchio modo di pensare e del territorio. Lo fanno sino a diventare ostili; ma passata questa generazione, tutto cambierà come sta cambiando altrove.·
“Vengono investiti improvvisamente da un banco di nuvole basse e dense che oscurano il cielo. E poi: Le nuvole come erano apparse svaniscono facendo ritornare il sole luminoso”. E’ un dato di fatto che in montagna la nuvolosità a volte compare e scompare velocemente; e potrebbe trattarsi in questa occasione di uno di questi casi. Altra cosa però è quando compare e scompare in modo anomalo, accostando l’improvvisa anomala nuvolosità a fenomeni di carattere ufologico.
Chi si interessa di ufologia e di fenomeni collaterali, ha conferma che le entità aliene con presenza di ufo, a volontà possono generare improvvisa nuvolosità, che altrettanto improvvisamente poi scompare. Questo genere di nuvolosità artificiale ha lo scopo di nascondere chi vi sta nascosto all’interno. Addirittura nella casistica ufologica sono stati riscontrati casi in cui le nuvole naturali si spostavano normalmente secondo la corrente aerea, ma una nuvola particolare si spostava in senso opposto controcorrente.
Ad un certo punto dalla nuvola partiva via un ufo e la nuvola si dissolveva. Neppure vanno dimenticate le nuvole riportate dalla Bibbia, dal quale compare il Signore ed i suoi angeli. Non posso certamente affermare che nel caso del Bernina, la nuvolosità improvvisa è stata generata artificialmente per nascondere quanto stava avvenendo sul ghiacciaio del Labirinto; ma certamente l’ipotesi ha una sua logica d’essere.
“Affiora una sfera luminescente, biancastra, attraversata da scariche luminose rosso blu elettrico”, e poi: Durante la rotazione su se stessa, la sfera diveniva luminosa di luce bianco-azzurra tipo “neon”. Che dire sembra…una di quelle sfere che vedono anche, in questi giorni, attraversare la Valle”.
Questi ufo/sfere presentano una grande varietà di aspetti estetici, anche se quelli più frequenti sono proprio quelli menzionati. Le sfere che si vedono in questi giorni sono appunto come quella presente in questo post: https://www.presenze-aliene.it/ufo-al-palu-valmalenco/ Foto scattate l’8/12/2016. Come si può notare nelle foto sotto, anche in questo caso compaiono le colorazioni del rosso e del blu.
Alzandosi si posizionava in aria ad una decina di metri, rimanendo ferma, silenziosa e vorticante su se stessa per alcuni secondi… La sensazione che hanno sempre detto di aver avuto, oltre alla la paura e la meraviglia, e che quella cosa era viva, intelligente e si era fermata ad osservarli”. Di fronte ad una macchina tecnologica, sia di matrice umana quanto aliena, non si ha la profonda sensazione che si tratta di cosa intelligente e viva. Quando invece nei paraggi vi è o vi sono entità aliene, la sensazione di presenze intelligenti e vive assume notevole consistenza; e lascia certamente meravigliati. Questa è una sensazione percepita di frequente da testimoni di casi veraci.·
“Da bianco perla, si illumina di luce bianca “neon” e con un sibilo si allontana zigzagando tra la nebbia”. Le variazioni luminose sono sempre uno spettacolo che lascia sconcertati i presenti. Il sibilo in genere è innaturale e non ascrivibile a cose umane, così come l’improvviso zigzagare.·
“Escludendo con sicurezza un fulmine globulare”. Mi piace questa affermazione, che denota chiarezza di idee. Oggi data la gran mole di materiale probante la presenza aliena sulla Terra e, contemporaneamente probante il fatto che non si tratta di fulmini globulari; questi non sono più tirati in ballo a spiegazione del fenomeno ufologico. In passato invece, e questa vicenda è degli anni sessanta, presunti esperti e denigratori dell’ufologia, ne facevano un cavallo di battaglia.
Dal punto di vista scientifico i fulmini globulari esistono effettivamente, sono però molto rari, non facilmente fotografabili e nulla hanno a che fare con l’ufologia. Ne sono consapevoli i due testimoni che posseggono la conoscenza necessaria per poter affermare con certezza.
In merito all’episodio, scherzando la guida avrebbe detto: ” Qui siamo vicino a Dio e i suoi Angeli giocano tra i ghiacci”. E’ questa una risposta molto sibillina, che presuppone la conoscenza di ben altro. Sin dall’antichità la cima degli alti monti è stata considerata come punto di unione tra l’umano e il Divino. Dio starebbe in cielo, forse conseguenza del fatto che gli dei del passato sono sempre stati visti spaziare in cielo.
Gli dei erano però entità aliene che si servivano di sottoposti detti anche angeli. Al di là della fede religiosa adottata, comunque gli angeli, dei o Dio, spaziano in cielo sopra le alte vette. Molto probabilmente la guida era a conoscenza della presenza aliena sui monti della Valmalenco; pertanto con questa semplice frase ha inteso confermare la presenza aliena senza sbilanciarsi, non sapendo fino a dove avrebbe potuto spingersi coi suoi due compagni di viaggio.·
“forte odore di ammoniaca”. Due sono gli odori principali che generalmente sono oggetto di riscontro in presenza di ufo; l’odore dell’ammoniaca e quello dello zolfo, qualcuno parla anche di kerosene. Le tipologie di ufo sono tante, quindi non è possibile fare degli accostamenti tra tipologia ufo e odore riscontrati.
Dati relativi alla sfera quali la dimensione, le colorazioni, sensazione di essere in presenza di una forma intelligente, fanno parte degli aspetti tipici di queste presenze. Stessa cosa per la presunta possibilità extra/gravitazionale, la possibile capacità di stazionare immobile in aria e di compiere virate improvvise, oltre che a salire e scendere verticalmente, senza alcun rumore di motori.
Tutti aspetti non ascrivibili a mezzi tecnologici di fattura umana, men che meno negli anni sessanta. Per quanto riguarda la velocità riscontrata, quanto detto ha valore unicamente indicativo in riferimento a quanto verificatosi in questa occasione. Questi mezzi volanti posseggono velocità modulabili a disposizione delle intelligenze che le guidano. Possono pertanto generare accelerazioni tali da scomparire all’improvviso.Tutto quanto riportato nella testimonianza, è tipico di questo genere di avvistamenti. Peccato non aver fotografato l’evento, o quantomeno il luogo o crepaccio presso il quale è avvenuto il tutto. Ringrazio gli autori di questa vicenda e la loro testimonianza. Li invito, qual ora altri particolari tornassero alla mente, oppure loro siano in seguito disponibili a maggior concessione di dati, a farsi sentire. Dicono i nonni per bocca di Simone, che in seguito alla vicenda, tutto fu posto nel cassetto del dimenticatoio, quindi fu come se: NULLA ERA ACCADUTO.
Ora qualcosa però è accaduto. Il cassetto dei ricordi è stato aperto, polvere e ragnatele forse hanno sbiadito il vivo ricordo; ma come una vecchia cartolina la si considera sempre con affetto e nostalgia, così è per questa interessante vicenda, inserita nei ricordi della Valmalenco.
LE FOTO: La foto uno evidenzia il rifugio Marco e Rosa oggi; ma in passato era alquanto diverso:
La foto due fa vedere il ghiacciaio sul versante svizzero. L’immagine tre è una piacevole ricostruzione nel quale ci si immagina quanto avvenuto. Le foto quattro e cinque sono foto della serie dell’avvistamento del Palù dell’8/12/2016