La sacra di San Michele

Uno dei posti più suggestivi e piacevoli da visitare in Piemonte, è la Sacra di San Michele. Qui, dalla cima del Monte Pirchiriano, si respira la storia da panoramica posizione. Le rovine restanti sul lato a strapiombo sulla valle, testimoniano la finalità per il controllo militare che ebbe nella fase iniziale. Alla fine del primo millennio, si sviluppò l’aspetto monastico dopo una prima idea di realizzazione sul monte Caprasio. Ho tratto dal libro di Attilio Zuccagni Orlandini “Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue isole  “ Volume terzo-Pag. 169/170 :

Cambiò poi il buon Vescovo (Annuncone l’allora vescovo di Torino) di pensiero, e non più sul Caprasio ma sulle cime del Pirchiriano edificò il tempietto al Santo Arcangelo. Quel vertice alpino ferì non molto tempo dopo la vista e l’immaginazione di un Barone di Francia, reduce da Roma in Alvernia con Isergarda sua moglie. 

Era questi Ugone Marino, detto “decousu”, Signore di Montebuono, cui il Papa Giovanni XIII aveva assoluto da gravi colpe, forse con ingiunzione di fare alcuna cosa in onore della chiesa. Giunto Ugone a Susa stabilì d’accordo con Isergarda, di fare edificare un Monastero sul Pirchiriano presso l’Oratorio S. Michele: il marchese Arduino che risiedeva in Avigliana annuì alla domanda dei due coniugi; un Monaco di nome Adverto fu designato per sopravvedere alla fabbrica; poi Annunco o Annuncone  Vescovo di Torino consacrò il Santuario appena terminato, ed il pio fondatore, ritornato qualche tempo dopo di Francia con molte ricchezze, acquistò da Arduino il Villaggio della Chiusa e i circonvicini terreni, dotandone i Benedettini già chiamati ad abitare il nuovo Monastero. 

Adverto  fu eletto a primo Abbate, e la santa vita di esso e dei primi suoi successori procacciò tale e tanta celebrità a quel sacro chiostro, che per lungo tempo concorsero a gara Imperatori, Re, Duchi, Marchesi, Conti, Prelati ad impinguarlo di amplissime possessioni e di ricche rendite, cedendo al medesimo giurisdizioni, castella, chiese ed altre abbadie ancora..ecc..

Il presente articolo però, non mira ad altra informazione che già abbonda; ma ad attrarre l’attenzione su alcuni particolari “alieni” (estranei) come si conviene al presente blog.

IL PORTALE DELLO ZODIACO: All’interno della Sacra, un ripido scalone detto “dei morti”, porta al piano superiore sbucando su un terrazzo dal quale poi, si entra nel luogo di culto. In cima allo scalone è posto il così detto “Portale dello zodiaco”. Esso attrae immediatamente l’attenzione poiché le rappresentazioni floreali, mitologiche, esoteriche, astrologiche, prodotte con abile maestria, poste in un punto di passaggio obbligato; s’impongono. 

Osservando il portale dall’esterno (foto sottostanti 2 e 4), pur apprezzandolo per il valore artistico e simbolico; non può non sorgere il dubbio che il portale non sia in sintonia con il resto dell’ambiente. Si ha la sensazione che sia stato prodotto altrove per altro obiettivo, in seguito recuperato e posto in loco.  Qualcuno sostiene che in precedenza facesse parte del “Sepolcro dei Monaci”. Da qui recuperato e posto dove si trova ora. Interessante sarebbe sapere chi, ordinò l’esecuzione del portale e, perché fatto così.

Estrapolo da “Il portale dello zodiaco” a cura di Primo Casalini:

Conosciamo il nome dell’autore del portale. Difatti su una lesena c’è la scritta: “Vos qui transitis sursum vel forte reditis / vos legite versus quos descripsit Nicholaus” (Voi che salite, o per caso discendete, leggete i versi che scrisse Niccolò). 

Sullo stipite delle costellazioni, c’è n’è un’altra: “ Hoc opus hortatur saepius ut aspiciatur” ( Quest’opera spinge ad osservarla ripetutamente). Ed ancora, su altre lesene: “ Hoc opus intendat quisquis bonus expendat / Flores cum beluis comixtos cemitis” ( Osservi quest’opera chiunque, capace, ne misuri il valore; vedete fiori frammisti ad animali), e “ Hoc opus intendat quisquis bonus /  exi.. (exit et entrat)” (Volga la sua attenzione a questa opera chiunque, capace, esca ed entri). Quindi, c’è piena coscienza del valore della propria opera da parte dell’artista, ed è una coscienza rivolta ad attirare l’attenzione di chi visita la chiesa.

Di Nicholaus abbiamo notizie abbastanza precise. E’ un architetto-scultore che lavora alla Sacra negli anni 1114-1120, alla Cattedrale di Piacenza dopo il 1122, che incide il suo nome a Ferrara nel 1135 (nel portale del Duomo di cui fu anche architetto), e nel 1138 lavora al portale di San Zeno a Verona. 

Una domanda comunque permane: vi è certezza che l’artista originario sia veramente Nicholaus e non, che lui intervenne su di un lavoro precedente? L’intento del presente articolo però, non è il portale in toto; ma alcuni suoi curiosi particolari:

LA TESTA DEL VESCOVO: La rappresentazione del segno del cancro, presenta una interessante curiosità (particolare A dell’immagine sottostante), in quanto se viene capovolta “B”, è la perfetta faccia di un vescovo con tanto di copricapo, bocca aperta, ghigno  e sguardo emblematico!.

Ritenere che ciò sia frutto di pura casualità è arduo. Si tratta della personale bizzarria dell’artista che l’ha prodotta? Oppure si è inteso ironizzare su di un preciso vescovo? Forse non lo sapremo mai, certo è, che l’immagine pare raffigurare meglio un vescovo che non il segno del cancro. 

Un eventuale tentativo per comprenderne il significato, ci porta a ricordare il tempo nel quale l’opera artistica è stata prodotta.  Siamo nel periodo storico nel quale le figure dei vescovi hanno un potere enorme. E’ il periodo delle investiture imperiali dei vescovi/conti e di una particolare debolezza politica e morale della Chiesa. L’imperatore (Ottone I) aveva facoltà di investitura (temporale) mediante la spada e quindi assegnava il titolo di conte e, mediante l’anello e il pastorale assegnava il potere ecclesiale di vescovo. 

In quel momento i vescovi erano personaggi con grande potere, invisi al popolo che assisteva passivo e contrariato a tanta corruzione religiosa e imperiale. Si era nel periodo della svendita delle indulgenze, della simonia o vendita delle funzioni e delle cariche e, dei privilegi. Ipotizzare una libera espressione di Nicholaus che lo immortala capovolto, forse intendendolo opposto rispetto alla normalità della moralità o dell’etica, non è a mio parere, cosa tanto azzardata. Anche perché altre libertà artistiche sul portale dello Zodiaco, il Nicholaus le propone e, consapevole invita i pellegrini a scoprirne il segreto.

IL NUDO: La principale ragione di quest’articolo, è il così detto nudo della Sacra di San Michele. Particolare che passa inosservato sotto gli occhi ignari di tanti visitatori della Sacra. Sopra una lesena (di destra salendo) del portale, è presente un uomo completamente nudo in posizione, quantomeno equivoca se non a carattere pornografico e con attributi non indifferenti. E’ quanto presento con l’immagine sottostante cerchiata in rosso. 

Lungi da me l’idea di proporre della pornografia; fare però finta che non esiste, è pura ipocrisia. La posizione è inequivocabile, il ramo dell’albero che percorre tutta la lesena e che ne costituisce l’ornamento; finisce esattamente nelle parti basse del personaggio in questione, mentre questo pare, essere piacevolmente sereno e, in stato di eccitazione sessuale!

Al momento, non sono ancora riuscito a trovare informazioni che mi spieghino il senso di una tale rappresentazione e in particolare in un ambiente religioso. Chi eventualmente ne possedesse, è invitato a fornirmele. Forse per formulare spiegazioni logiche, occorrerebbe conoscere la finalità dell’artista che l’ha prodotta o il significato simbolico di certe immagini; certo è che è sconcertante.

Ho fatto vedere questa immagine a più persone e, a tutte, ho chiesto di formularne il senso ipotetico. Il risultato è stato deludente pertanto, ora formulo una richiesta allo spirito dell’artista “Nicholaus”: Tu inviti i pellegrini a soffermarsi attentamente sull’opera da te creata, per scoprirne i segreti; ma noi poveri mortali siamo duri di cervice e non riusciamo a comprendere. 

Nel caso tu non mi faccia in qualche modo pervenire la tua spiegazione, io sono costretto a ipotizzare le uniche spiegazioni che mi sono pervenute ovvero, che in questo mondo gira e rigira, sempre nel deretano di qualcuno la storia (vedi attuale governo Berlusconi/Monti) deve andare!  

Nel corso della mia ultima escursione alla Sacra, la visita era guidata. Ho chiesto alla accompagnatrice di spiegare il senso dell’uomo nudo. Ecco la risposta: “ Andiamo avanti che siamo in ritardo con la visita e poi, ci sono cose più importanti da vedere”. Per me invece, era importante proprio quella! Il volto dell’uomo nudo, è immaginario o appartenne a qualcuno? E’ lo stesso del segno del cancro? Nicholaus,  qual’é il tuo segreto? 

Qualcosa mi dice che tu, in questo modo, hai voluto burlarti di qualcuno! Chi? Di qualcuno che si dichiarava superdotato e che tu hai mandato a quel paese? C’entra  Ugone detto  “decousu” assolto dal papa da gravi peccati? Quali erano questi gravi peccati? 

Significa “decousu” in francese e dialetti locali, all’equivalente piemontese “del cosu” ovvero al membro erettile? Perché tanta celebrità e tanta magnanimità (vedi i lasciti) da parte della nobiltà di allora, per un monastero voluto da un  grande peccatore? Centra qualcosa, la dissolutezza monacale sul Pirchiriano, riscontrata dalla chiesa stessa nei secoli seguenti?

IL PORTALE DELLA CHIESA: Giunti su di un panoramico terrazzo, dopo aver lasciato il portale dello zodiaco, sulla destra si presenta il bellissimo portale che immette nella chiesa. Simbologia ovunque e volti che ti scrutano (Immagine sottostante). L’ingrandimento di destra, rappresenta il demonio o serpente, incatenato, trafitto e sconfitto  da S. Michele, presente su entrambe la parti del portale.

LA LAPIDE: Particolare interessante, è una lapide posta a sinistra della porta d’entrata della chiesa come si vede nella immagine sovrastante e cerchiata in rosso. La lapide di marmo bianco è posta orizzontalmente con caduta a sinistra ma, la posizione logica (foto sottostante); imporrebbe che fosse posta verticalmente. 

Osservando la parte destra della lapide (cerchiata in nero), si nota che il marmo non presenta la stessa ossidazione del tempo uguale alla parte sinistra e pertanto è diversa la colorazione. Soprattutto si nota che la rappresentazione di questa parte è verticale e quindi posta correttamente. Non vi possono essere dubbi: la lapide è stata intenzionalmente alterata da un artista qualitativamente inferiore al primo.  Occorre sapere che era costume nell’epoca di affermazione del cristianesimo, inserire sui muri delle chiese (che si erano affermate dove nei pressi vi erano in precedenza siti religiosi pagani) resti che ne attestassero ai posteri l’avvenuta affermazione. 

                                  

La presente lapide è sicuramente pagana/romana e, attesta che in loco (o nei pressi) vi era paganesimo. Nella parte destra della lapide, quella ricostruita, la scena è cattolica pertanto la lapide così posta significa che il paganesimo è caduto da verticale in orizzontale e da questo è nato il cristianesimo.

La lapide è di tipo funerario e proviene da una tomba di famiglia romana di tale Surio Clemente, che la fece costruire per ricordare il padre Mogezio Surio, sua madre Orbia Vibia e sua moglie Aurelia Quarta.

VOLTI CHE SCRUTANO: Nella prima immagine soprastante, il volto austero è quello di un monaco che osserva chi entra in chiesa. Si trova a destra della porta d’ingresso, manca a sinistra altro probabile volto andato perso. Nella seconda immagine sottostante, altro volto il quale rappresenterebbe il demonio che, allargandosi la bocca, ti guarda.

CONCLUSIONE: Quando dopo aver visitato un luogo, il visitatore si allontana malvolentieri dal posto visitato, significa che qualcosa lo ha fortemente attratto e coinvolto. Questa è la sensazione che ho provato ogni volta che ho visitato la Sacra di S. Michele. La consiglio a tutti.

presenzealiene@gmail.com

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