La verità oltre il velo

Dopo l’articolo: “La verità supposta” dove della verità si è accennato agli aspetti più immediati ed evidenti; ora mediante “La verità oltre il velo” saranno affrontati gli aspetti meno noti e profondi.

L’articolo propone di esplorare la complessità e le ambiguità del concetto di verità, andando oltre la semplice definizione classica di “corrispondenza tra proposizione e fatti”. La seconda parte si concentra su questa difficoltà attraverso vari spunti e riflessioni:

  1. Incongruenza di base: Un soggetto afferma che il muro è rosso. Altro soggetto afferma che non è rosso; chi ha ragione? La contraddizione consta nel fatto che la posizione scientifica nega l’esistenza dei colori come entità oggettive e reali e, questa è cosa non presente nella consapevolezza della maggior parte delle persone. Questo fa sì che le persone non siano consapevoli del fatto che il colore è il prodotto conseguenziale di una elaborazione mentale, senza alcuna valenza oggettiva assoluta. La percezione pertanto diventa soggettiva e le differenze tra individui, specie animali o soggetti con disturbi visivi e non, evidenziano che la realtà percepita non è univoca.
  2. Retaggi e simulazione: La persona crede di vedere, ma in realtà visualizza mediante suoi strumenti ed elabora mediante il suo stato di coscienza. La riflessione sulla natura umana, circa il fatto che noi umani elaboriamo in base alle informazioni disponibili mediante il retaggio coscienziale, ci porta verso una visione poetica e metaforica: siamo scintille di informazione in cammino, in un continuo scambio e trasformazione. La poesia “Siamo retaggi” sottolinea questa idea in base al quale noi umani siamo soggetti a un divenire senza fine, in una scala di progresso e ricerca.
  3. Teoria della corrispondenza: Questa è la definizione classica col quale si afferma che la verità è la corrispondenza tra la proposizione ed i fatti; poi però tale definizione si scontra con la principale domanda a seguire: La realtà è cosa oggettiva o soggettiva? Oppure: Lì fuori vi è una realtà materiale e quindi oggettiva, oppure una realtà virtualmente simulata e simulante il mondo della materia?
  4. Realtà virtuale e simulazione. Qui si considera la possibilità che il mondo sia una simulazione avanzata, una “matrix” per intenderci. Pertanto si considera l’ipotesi che la verità qui in gioco, sia relativa al sistema interno (la matrix rispetto il proprio contenitore), mentre all’esterno potrebbe essere altra cosa. La verità, in questo scenario, può essere solo una coerenza interna, non una corrispondenza assoluta con una realtà ultima. Detto mediante altre parole: dentro la matrix le cose stanno in un certo modo; mentre fuori dalla matrix stanno in altro. Pertanto in base a questa logica la realtà dentro la matrix sarebbe simulata e non oggettiva, mentre fuori dalla matrix sarebbe oggettiva.
  5. I due aspetti del reale. In base a questa logica scientifica si perviene all’idea in base al quale la realtà vera è o sarebbe materiale ed oggettiva ma, riscontrata dal soggetto mediante gli strumenti di acquisizione, quali i sensi e la mente. Quindi la scienza e la neuroscienza suggeriscono che la realtà fisica sarebbe oggettiva, ma mediata dalla percezione, la quale produce una versione soggettiva. Ovviamente qui il ricercatore deve porsi la domanda: così stanno le cose, oppure così le cose devono essere proposte ed apparire per non avvalorare altre ipotesi?Lasciamo cadere questo aspetto relativo al gioco degli interessi e procediamo. La scienza comunque ammette o quantomeno ipotizza il fatto che la nostra esperienza del mondo è costruita neurologicamente, e che la possibilità di vivere in una simulazione totale non è da escludere. La coscienza umana, quindi, diventa il luogo di convergenza di tutte le possibili realtà; ovvero alla fin fine tu sei la tua coscienza.
  6. Concetto di realtà mediata: La percezione del presunto reale si realizza pertanto mediante lo strumento umano, motivo per il quale emerge il concetto di “realtà mediata” dal soggetto stesso. Ecco perché la realtà diventa soggettiva e non oggettiva. La nozione di “realtà mediata” ci invita pertanto a considerare il fatto che ogni esperienza umana è filtrata dalla nostra mente e cultura, e quindi la verità che possediamo è quantomeno in parte una costruzione soggettiva. Ecco allora che la ricerca del vero si configura come un infinito scalare, un cammino senza vetta definitiva, in cui la verità può essere solo ciò che si può conoscere e accettare come reale nel proprio orizzonte o stato di coscienza. Si apre così la via ad una riflessione critica: sto vedendo le cose come sono, o come mi appaiono attraverso la mia struttura mentale e culturale?

Posta a ChatGTP la richiesta di sintetizzare quanto detto mediante una poesia, così ha risposto:

La verità non è specchio, ma vela.

Non si mostra, si svela.

Non sta ferma, ma si muove

con lo sguardo che la trova.

Mediante: “La verità, non è specchio ma vela” indica che la verità non si mostra chiaramente, ma si svela nel movimento, nella ricerca e nello sguardo che la cerca. Qui non si può non tenere presente quanto afferma la Fisica Quantistica ovvero: MATERIA è OVE L’OCCHIO SI POSA. Come per dire che se l’occhio non si posa, la materia non esiste. Io migliorerei questa affermazione trasformandola in: materia è ove i sensi si posano.

In conclusione, questa parte del discorso sottolinea che la verità è un concetto fluido, spesso intrinsecamente legato alla percezione, alla cultura e alla nostra condizione esistenziale. Può essere una corrispondenza, ma anche una costruzione, un’illusione o una simulazione. La ricerca della verità è quindi un atto di esplorazione, spesso supposto, mai definitivamente raggiunto, e il suo significato più profondo potrebbe risiedere nel percorso stesso, nel desiderio di salire la scala infinita del conoscere.

Mediante quanto presentato in questo articolo, ora è possibile una maggiore chiarezza in merito al concetto di verità il quale non è disgiunto dal concetto di realtà adottato. In sostanza la verità assoluta non è appannaggio del genere umano. Noi umani non facciamo altro che supposizioni che poi elaboriamo. Per tale motivo quanto supposto altro non è che: “verità supposta”!

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