Nel mondo dei sogni, sogno o son desto? Quale il concetto di realtà? Questo è il dilemma!
PREMESSA
L’essere umano ha un grande problema da risolvere, che ne sia consapevole o meno. L’essere umano non ha la consapevolezza di “COSA LUI E’”, cosa è questa sua vita, cosa ci sta a fare qui. Per conseguenza neppure può sapere cosa sono i suoi sogni. Quindi se l’attuale tipico pensiero umano non ha dato sino ad ora le corrette risposte, significa che il paradigma di pensiero adottato è stato fallimentare. Continuando ad adottarlo, continuerà il fallimento.
Vi è quindi la necessità di percorrere o quantomeno ipotizzare strade alternative, nel tentativo di trovare il bandolo della matassa. In questo articolo ipotizzo una ipotetica strada alternativa; ma è opportuno che il lettore prima abbia letto e compreso le parti precedenti relative al “concetto di realtà”; onde evitare che questo articolo resti incompreso o interpretato come un vaneggiamento.
Ogni individuo sogna, indipendentemente dal fatto che poi ricordi o meno. Tra coloro che ricordano, cambia il grado di consapevolezza e di chiarezza del ricordo. Tutti quanti al risveglio siamo consapevoli che il sogno non è realtà; neanche quando sono stati estremamente realistici. E’ però opinione prevalente il fatto che i sogni notturni sono una visualizzazione generata dal lavorio della mente. Ora però, dopo i precedenti articoli relativi al concetto di realtà, è stato appurato, o quantomeno ipotizzato, che l’essere umano non vede ma visualizza.
Quindi per conseguenza la visualizzazione o realtà che si vive di giorno, potrebbe essere nient’altro che una versione o variante di sogno, di qualità superiore rispetto a quella notturna. Se così fosse, non esisterebbe alcuna realtà assoluta e accertata così come noi la crediamo; ma esisterebbero due diverse tipologie di rappresentazioni di ipotetica realtà: QUELLA NOTTURNA E QUELLA DIURNA. Questo articolo è il tentativo di scoprire se così è e, lo fa utilizzando una forma romanzata, ma deve essere letto sino in fondo.
IL ROMANZO
Era stata una notte burrascosa, mille sogni si erano caoticamente sovrapposti nella mente. Un miscuglio di fotogrammi senza alcun nesso logico. Alcuni spezzoni di sogno avevano sconfinato in veri e propri incubi o deliri; in altri mi riscontravo mentre assecondavo cose contrarie al mio modo di pensare, alla mia morale e alla mia etica. Mi svegliavo poi al mattino, irritato con me stesso per averle assecondate. Nottate del genere erano state frequenti nella mia vita. Avevo cercato di capirci qualcosa, avevo sentito parlare di inconscio, di sonni lucidi e, della possibilità di interagire consapevolmente col mondo dei sogni; ma poi avevo desistito.
Poi il soprassalto di quella mattina. All’improvviso suonò l’irritante sveglia vecchia maniera, che tenevo dentro il vassoio con le monete per essere certo della puntualità sul lavoro. Ora ero sveglio, basta incubi notturni, ero finalmente tornato alla realtà… Finalmente non proprio; il solito lavoro, la solita emicrania che mi perseguitava da tempo, il solito sbattimento, mi preannunciavano che sarebbe stata anche questa una giornata pesante.
Mi alzai velocemente, le solite cose, il grande traffico, lo smog, il caos, lo studio di progettazione nel quale lavoravo come progettista. Entrò il principale e le prime parole in merito al progetto presentato alcuni giorni prima furono: Lei è il solito idiota!
Non era la prima volta che subivo aggressioni del genere, ma per necessità ci convivevo. Regolarmente ogni volta avevo un rigurgito interiore. Mi sorgeva un bollore interno, la voglia di scappare, di far saltare in aria lo studio e questo mondo. Ma come… ero appena uscito dall’incubo notturno, e già mi ritrovavo nell’incubo diurno! Mi sarei voluto licenziare, lasciare quel posto, ma la crisi dei posti di lavoro mi consigliava di aspettare. Aspettare certo, ma per rincorrere cosa? Altre soluzioni similari?
Cosa era questa vita che mi illudeva mediante un ipotetico sogno dell’avvenire; che però si traduceva regolarmente in un passato di delusione? Il tempo passava, invecchiavo, ora avevo i capelli grigi, quelli rimasti. I figli se ne erano andati per le strade loro, così come la moglie. Avrei potuto affogare le mie delusioni nell’alcool e, devo ammettere che ci avevo anche provato. Avevo anche provato a stordirmi con il sesso, oppure qualche sostanza stupefacente, ma poi avevo rinunciato per manifesta insoddisfazione. No, non volevo buttare via la mia vita, dovevo fare qualcosa di più e di meglio, qualcosa del quale poter poi essere fiero.
Un collega, anche lui progettista, mi aveva più volte accennato alle sue esperienze di vita nel campo della simulazione virtuale. Sosteneva che la simulazione virtuale, ha oggi raggiunto un livello sorprendente e, sosteneva che il vivere l’immersione in questi sogni virtuali, i quali riproponevano la realtà scelta e desiderata, infondevano un senso di appagamento decisamente superiore, rispetto agli incubi notturni, diurni e a tutte le droghe. Soprattutto indirizzavano verso una interpretazione diversa della vita.
Quella sera indossai per la prima volta un simulatore di realtà e, devo riconoscere che l’esperienza fu esaltante. In genere quando le persone si avvicinano al mondo della simulazione virtuale, iniziano con i giochi, per andare poi verso esperienze sempre più sorprendenti e impegnative. Su consiglio dell’esperto amico, quella sera iniziai con una simulazione di vita quotidiana, che mi avrebbe catapultato in una realtà similare o parallela, alla tipica vita quotidiana, ma con alcune migliorie. Bellissima moglie, famiglia moderna e partecipativa, giravo in Ferrari, nessun principale, ottima salute e, fantastico il Governo di Stato presente nel paradiso fiscale dove avevo scelto di vivere questa avventura.
Purtroppo però, come si dice spesso, i sogni finiscono all’alba. Numerose furono in seguito le mie esperienze con questo programma di simulazione. Sempre più profonde, a livelli di immersione sempre maggiori. Ora la simulazione non era più tra la singola mia persona che interagiva con il programma simulante. Ora i programmi di simulazione che adottavo, prevedevano il collegamento in rete con altre persone reali, con il quale si interagiva. Ora la moglie e la famiglia non era più virtuale come prima, ora dall’altra parte vi erano persone vere, con il quale si iniziavano e chiudevano le relazioni.
Si era praticamente alle prese con una realtà tipica umana, nel cui gioco fittizio, erano presenti livelli di gioco diversi, sempre più impegnativi a salire. Fatta l’esperienza su di un livello, superato l’esame, si saliva al livello seguente. Sino ad ora mi ero divertito, la realtà che avevo vissuto era quella che avrei voluto; ora però al livello seguente, come mi avevano avvertito, avrei incontrato difficoltà maggiori. Appena approdato al nuovo livello, compresi che qui ora il concetto di realtà era completamente diverso. Nei livelli precedenti non esisteva la sofferenza, mentre ora esisteva. Prima non esistevano intoppi, ora erano presenti ovunque. Prima vivevo di rendita virtuale, ora ero tornato un dipendente e, dovevo pure passare gli alimenti alla ex moglie. In pratica, vita virtuale vecchia maniera.
Indossato il simulatore per l’ennesima volta, mi ritrovai mentre dormivo. Il sogno era caotico, senza senso. Un sogno lineare e logico sarebbe stato troppo facile per quel livello di gioco. Quindi la sveglia, il soprassalto, l’emicrania, il traffico, lo studio e, nuovamente… sei un idiota! No! Ora basta, ora mi sono rotto le scatole, quindi reagii disgustato. Era solamente un gioco? Bene, avrei reagito come si può reagire in un mondo che non è reale!
Senta signor titolare di questo gioco di merda, ora reagisco e mi avvalgo del così detto: Libero arbitrio! Ora mi prendo due settimane di ferie, lei può andare a quel paese dei sogni, mentre io vado ai Caraibi a mettere le chiappe al sole. Devo disintossicarmi, ho la necessità di fare due serene riflessioni circa il mio avvenire.
Mi sentivo innervosito da questo livello di gioco che replicava quei sogni notturni e diurni che tanto avevo detestato nella vita normale. Mi tolsi di dosso il simulatore; mentre nella sala intorno a me, una intera platea di persone erano indaffarate con le loro simulazioni di vita quotidiana.
2- La pecora nera
Avevo deciso, ora basta con questa forma di dipendenza dalla realtà virtuale, che mi aveva drogato al punto da non riuscire a stabilire i confini del vero dal virtuale! Ora volevo essere libero da ogni forma di prigionia o dipendenza. Con l’esperienza dei sogni simulati mi ero divertito, ma poi i sogni, anche in questo genere di esperienza, finiscono all’alba. Avevo deciso, questa dei Caraibi doveva essere la mia alba, il giorno della libertà e del risveglio.
Andai al lavoro e, come avvenne con la simulazione dissi al principale, seppure in modo più garbato, che mi riservavo due settimane di ferie, per riprendermi dall’esaurimento nervoso. Poi andai realmente ai Caraibi, a mettermi con la pancia al sole. Avevo realmente la necessità di riflettere; non potevo continuare a vivere una vita che non comprendevo e che non mi soddisfaceva. Dovevo capire cosa è questa vita fatta di sogni, che poi regolarmente si infrangevano all’alba.
Come pianificato, così avvenne. Ora mi trovo seduto su di uno sdraio, con la pancia al sole, sotto una palma e con una bibita ghiacciata sul tavolino. La sabbia, leggere onde del mare si infrangono ai miei piedi, il volo di un gabbiano, forse si tratta dello stesso Jonathan, del quale avevo letto tanti sogni addietro. Ora finalmente, fuori dal caos, posso riflettere.
Dunque… se nel mondo reale io dormo e sogno, il sogno mi prende per il culo. Se mi sveglio ed entro nel sogno diurno, vado a lavorare e il principale mi prende per il culo. Quindi indosso un simulatore di realtà, ma per una questione di livelli, torno a sognare e a lavorare come se mi prendessero per il culo.
Ora sono qui e mi rendo conto che nella vita, non ho fatto altro che farmi prendere il culo. La bibita intanto è diventata calda, il caldo si è fatto afoso, all’orizzonte sono comparse vorticose nuvole nere che preannunciano una tromba d’aria imminente! Devo affrettarmi a capire cosa non è chiaro in questa vita. Presto dovrò andarmene, lasciare questo mondo di sogni. Nella migliore delle ipotesi, torno da dove sono venuto. Nella peggiore, dietro la porta il nulla.
Un lampo a ciel sereno… ecco cosa sino ad ora mi era sfuggito, ecco cosa non avevo compreso! Avevo prima indossato e poi dismesso il simulatore di realtà prodotto da tecnologia umana, in quanto generava sogni e dipendenza! Mi ero però scordato che lo strumento col quale avevo indossato il simulatore tecnologico di costruzione umana, ovvero il corpo biologico umano, altro non era che un più sofisticato simulatore a sua volta! Ecco dove e cosa era il bandolo della matassa che non si riusciva di trovare! Ecco perché le persone non riescono a comprendere il senso di questa vita!
3- Lo schermo della vita
Non ci riescono, in quanto cercano la soluzione all’esterno di loro stessi, mentre fanno esperienza esclusivamente a livello interiore; seppure apparentemente esteriorizzata.
Avevo visto più volte i film di Matrix, nel quale ad un certo punto si dice: “Matrix è là fuori per ingannarti!”. Certo che Matrix è la fuori per ingannarti, ma l’affermazione è da intendersi diversamente! Occorre scoprire l’inganno, per prendere coscienza di ciò che inganno non è!!!
Ora supponiamo per un attimo, che noi umani siamo entità immateriali, facenti parte di una collettività che non ha possibilità di fare esperienza senziente nel mondo della materia; in quanto di base la materia non esiste come tale. Collettività che ha però necessità di esprimersi e sperimentare, per una maggiore consapevolezza del proprio essere. La materia di per se stessa non esiste e non può esistere; ma una sua simulazione mediante il virtuale, consente un risultato equivalente al reale. Ecco la necessità di sperimentare mediante corpi simulatori, dentro una realtà materiale fittizia. Ecco cosa è il nostro universo: UNA BOLLA DI REALTA’ SIMULATA!
Ora supponiamo che dentro questa bolla di realtà simulata, tutto sia perfetto. Se così fosse, lo stato di identificazione degli esseri sarebbe totale, quindi diventerebbe impossibile svegliarsi all’alba! Ecco il perché del tempo… è necessario che esista per ricordare che nell’eternità dell’essere, l’esperienza nella bolla illusoria è temporanea! Matrix non è là fuori per ingannarti, ma per farti comprendere che in quel momento è attivo nei tuoi confronti: L’INGANNO necessario! Tu non sei ciò che pensavi di essere, ovvero un essere umano e neanche il simulatore; tu sei altro e stai oltre. Bolla di simulazione e simulatore sono unicamente strumenti mediante il quale illusoriamente interagisci con altri simulanti similari a te!
La presenza aliena sulla Terra non è reale, ma simulata come per l’essere umano. Loro semplicemente stanno sperimentando altre forme di simulazione, in un contemporaneo gioco collettivo, strutturato su livelli dimensionali apparentemente diversi. Ecco perché la loro presenza deve restare nascosta alla massa. E’ lo stesso motivo per il quale la massa deve continuare a credere che tutto ciò è reale e materiale. Per mantenerci legati al gioco e all’inganno. Per impedirci di scalare i livelli di gioco da parte del potere perverso, virtuale o reale che sia, per crearci le difficoltà che generano crescita, in base a logica superiore!
Ora però sono diventato maggiormente consapevole del mio essere. Percepisco l’Io sono, senza più necessità di simulazione.
Tra non molto tempo terminerà l’esecuzione del programma che scelsi mediante la nascita umana. Terminerà in quell’alba, il sogno illusorio della vita umana. Il dopo si vedrà e, nulla esclude che non possa trattarsi di ulteriore livello di sogno! Intanto però, basta giocare con il pongo, basta giocare con i lego, basta giocare con la materia. Rivoglio la spiaggia ai Caraibi, ma questa volta quella vera!
4- Però lo ammetto…è stato bello crederci!