IL SENSO DI TUTTO CIO’
Di fronte alla vicenda riportata, quale la posizione da assumere? Tutto vero, tutto falso o vero in parte? E la parte vera cosa significa e comporta? Ora sono passati dieci anni e, una infinità di volte ho ripensato a questa straordinaria vicenda. Inizialmente ritenni che dovevo prendere tempo, crearmi un quadro preciso e riscontrare quale consistenza aveva quanto comunicato; se poi applicato al riscontro ufologico oggettivo sul campo in senso generale.
Ottenuta conferma in merito a quello che io definisco quale reale valore, riverente ora devo un profondo inchino alla regia che in questo modo ha inteso gratificarmi. Quanto comunicatomi, per ricaduta a seguire comunicato a tutti, impone un salto di qualità per quanto riguarda la lettura del fenomeno ufologico e non solamente questo, sebbene poi ognuno ha il diritto di restare sul gradino scelto.
8-momenti diversi estetiche diverse
Ancora oggi ho a disposizione la fotocamera che ha ripreso l’evento e ancora oggi è funzionante e con le foto al suo interno. Ciò costituisce una prova non indifferente circa la genuinità dell’evento registrato. Nel caso che qualche ente o gruppo di studio intendesse condurre accertamento, se all’altezza di un accertamento del genere, io metto a disposizione la fotocamera. Più di questo nulla posso fare. La serie fotografica con relativa nota era stata inviata al CUN nella persona di Massimo Angelucci, ma al momento nessun esito promesso mi è stato comunicato.
Ora quindi procedo soppesando quale è il significato e il valore della affermazione fatta; affermazione che non lascia scampo a fraintendimenti. Non lascia scampo perché o questa affermazione (possiamo far vedere, fotografare e vivere a ciascuno di voi contemporaneamente, realtà diverse) è vera oppure è falsa. Se è falsa, non vi sarà riscontro oggettivo nel vissuto umano, ma se è vera questa affermazione dovrà avere un enorme peso nella lettura del fenomeno ufologico non solamente locale e pure oltre.
9-apparenti non senso
Questa frase scardina ogni forma di precedente lettura della realtà umana, poiché significa che il genere umano non dispone affatto del libero arbitrio e, significa anche che la realtà umana non è affatto oggettiva e univoca per tutti; ma soggettiva e differenziata come da superiore determinazione di una ipotetica regia! Insomma, se così è, noi umani viviamo dentro una realtà virtuale come da fisica quantistica, che scambiamo per vera a causa del corpo umano che altro non sarebbe che un simulatore di realtà! Questo è il motivo che sta alla base per il quale ho scelto di non far parte di quei gruppi di ricerca che adottano la logica di un mondo unicamente e realmente, univoco ed oggettivo.
Solamente la fisica quantistica, quella correttamente riportata, oggi dimostra il fatto che noi umani viviamo dentro una realtà virtuale e non realmente oggettiva. Detto mediante altre parole, una sorta di universo similmente olografico. In passato questa realtà trascendente, seppure nei suoi limiti, è stata appannaggio esclusivo della mistica, della spiritualità profonda, del mondo del paranormale; ma oggi è possibile andare oltre.
LE FOTO
Non è possibile pubblicare qui tutte le 43 foto scattate quella sera; quindi scelgo quelle più significative:
Foto 1: Questa è la foto che maggiormente ha destato sconcerto, poiché nulla presenta di oggettivo e coerente a quanto presente di fronte ai miei occhi. Cosa rappresenta? Non lo so, ma mi piace quanto ha commentato il ricercatore Fabio Giardini: potrebbe rappresentare una melodia oppure un messaggio.
Foto 2: Riprende alcuni aspetti presenti nella foto uno, nonché i tipici tratteggi già ripresi in molte altre occasioni. La sensazione che ho avuto nel vedere questa foto è stata che si tratta di un messaggio: informazioni in forma di onde che nello spazio si diramano e giungono agli interlocutori.
Foto 3: Vale un po’ quanto già detto per la foto due. Qui però a sinistra vediamo la foto originale, mentre a destra vediamo la stessa con aumento di contrasto e luminosità, onde evidenziare il fatto che al di là del facilmente visibile, altro vi è da vedere e riscontrare.
Foto 4: Ecco come è stata ripresa una delle presenze luminose mentre stazionava.
Foto 5: Vale quanto per la foto 4.
Foto 6: Questo è un ingrandimento della equivalente originale. La stranezza di questa foto consiste nel fatto che io in quel momento vedevo quattro luminosità in movimento che si stavano allontanando. Nella foto le tre luminosità di sinistra sono in realtà doppie, mentre la luminosità di destra parrebbe ripresa come se si trattasse di foto mossa. Ciò non può essere perché un eventuale mosso dovrebbe essere presente su tutta la foto e non solamente su una parte.
Foto 7: L’esatta sequenza degli scatti di quella sera non è più recuperabile essendo state mischiate le carte, ma questa foto 7 è presumibilmente stata scatta dopo la 6. Dico questo in quanto ricordo di avere intenzionalmente cercato di centrare con la 7, la luminosità di destra della foto 6. Quanto compare nella 6 e nella 7 richiama un tentativo di scrittura in cielo. Mi torna in mente il fatto di aver posto la domanda: ma voi mi conoscete?
Osservando con attenzione l’apparente groviglio, ora spunta una ipotesi che frastorna. Volendo leggere quanto vi sarebbe scritto, si evidenziano due lettere, la d e la g. Io mi chiamo Dario Giacoletto e queste potrebbero essere le iniziali scritte in risposta alla domanda: ma voi mi conoscete?
Il seguito della lettura evidenzia un 1 e u 9 presumibilmente certi e poi, due numeri non certi. Io sono nato nel 1950. Cosa pensare? Pareidolia?
Foto 8: Nonostante la fotocamera fosse tenuta ben ferma contro un riferimento, quanto ripreso parrebbe essere mosso, ma ciò probabilmente è dovuto al fatto che gli oggetti si spostavano anche con brevi scatti.
Foto 9: Di tanto in tanto gli oggetti parevano avere repentini cambi di colore e parevano compiere spostamenti che non era possibile seguire. Questa foto ci fa vedere sopra le cime di due alberi della casa di fronte, l’oggetto luminoso che scende lasciando una anomala scia.
Foto 10: Questa è la prima foto che con certezza ho scattato quella sera, senza neppure preoccuparmi di centrare le luminosità poste sopra la casa che sta di fronte. L’intento in quel frangente era di scattare foto in grande quantità, al limite quelle non utili si sarebbero buttare. Quindi la prima foto è la n.6151 sottostante e, mentre scatto vedo sul display un qualcosa di diverso da ciò che mi aspettavo. Vedo come un vago brillamento di tre colori diversdi, a breve distanza dalla mia postazione.
10-comparazione del punto tra notte e giorno
Le tre forme colorate e vagamente luminose non potevano essere un qualcosa di oggettivamente presente, perché poi scompaiono e, come palese nella comparazione con la ripresa fatta di giorno, proprio nulla è presente in quel punto. Questa foto è quella che presenta a seguire il vuoto temporale tutto da motivare.
Foto 11: questa è una delle due foto scattate con videocamera Panasonic ed ingrandita. Riprende la fase finale, quando i quattro oggetti ormai lontani, se ne sono andati direzione Chivasso.
11-mentre se ne vanno
Ricordati viandante dell’ufologia: se non superi questo ponte, girerai in tondo e il tuo cammino sarà vano, perché resterai dove sei! Quanto io potevo fare, l’ho fatto e condiviso; e non certamente per un tornaconto che non esiste. Ai posteri l’ardua sentenza.