Un ruolo importante, nell’ambito delle prove che si possono produrre circa l’esistenza di una realtà aliena coesistente e parallela alla realtà che tutti noi con i sensi percepiamo, è quella fotografica. La prova fotografica può essere discutibile a causa di tutte le considerazioni e le perplessità che può generare; quando però la prova fotografica non è più casuale, ma intenzionale e ripetutamente sperimentata, non può che essere considerata per ciò che effettivamente è. Vale a dire, una prova.
Tipologia ORB
Io non sono un esperto di fotografia; ma ad un certo punto della mia vita, ho deciso di servirmi della fotografia nel tentativo di capire se le fotografie circolanti in riviste, televisioni o internet (escluse quelle false) relative a ipotetici ufo, fossero da considerarsi valide sotto il profilo della prova. E, se queste erano state effettivamente tutte quante fatte casualmente o, invece vi era la possibilità di produrle intenzionalmente e di spacciarle poi per casuali per timore di essere presi di mira dalla critica. La migliore opportunità al riguardo, si realizzò con l’avvento della fotografia digitale.
Per evitare che qualche lettore pensi che certe fotografie sono unicamente il prodotto del digitale; dico che ciò che si fotografa in ambito ufo con il digitale, può essere anche fotografato con macchine tradizionali. Il problema però, è che essendo avanzata la tecnologia digitale ed essendo il costo di questa certamente inferiore, la conclusione è ovvia. Conviene il digitale anche perché, con esso mediante computer, si può facilmente lavorare, indagare sulle foto e gestire un archivio fotografico in un minimo di spazio.
Non mi piace però dire “ciò che si fotografa in ambito ufo” quindi cambio in “ ciò che si fotografa, di non visibile ad occhio nudo” (o almeno, non sempre). Da ora in poi, la ricerca che io esporrò, verte al tentativo di fotografare il non visibile. Mentre con la fotografia tradizionalmente intesa, il fotografo riprende ciò che l’occhio vede; con la fotografia extra/visiva, si vuole riprendere ciò che l’occhio non è in grado di vedere. L’occhio umano, vede sino a una certa distanza, sino a una certa velocità, sino a una certa frequenza e, in relazione al suo stato d’attenzione e di consapevolezza. La videocamera e la fotocamera, sono in grado di spaziare in un ambito che va oltre i limiti umani. E’ in codesto ambito, che il ricercatore va a fotografare presenze aliene non visibili a occhio nudo.
A questo punto però devo avvertire chi eventualmente volesse cimentarsi in questa ricerca, che uno strano effetto collaterale si verifica. Procedendo nel tentativo di fotografare ciò che non è visibile, l’occhio si adegua in base allo stato di attenzione e migliora la facoltà di vedere e, occasionalmente può capitare che si vedano cose che prima non erano visibili. (Ciò potrebbe essere dovuto, sia all’intenzione o volontà in atto oppure, al fatto che si possono fotografare cose intelligenti le quali si possono rendere loro, più facilmente fotografabili o visibili, assumendo forma, densità fisica, cambiando frequenza del loro campo energetico, rallentando la velocità col quale si spostano che spesso è molto alta ecc.).
Le fotografie che riportano strane presenze, sono di due tipi. Fotografie occasionali e intenzionali. Sia le prime quanto le seconde, possono riportare le stesse cose; ma le seconde alla fine riporteranno i risultati migliori in fatto di quantità di prove. Interessante è anche imparare a riconoscere le fotografie intenzionali spacciate per casuali. Questo permette di rendersi conto che non sono pochi coloro che fanno della ricerca fotografica intenzionale, indirizzata a ciò che non è visibile ad occhio nudo. Molto più rara è però la loro ammissione, se non ad altri che fanno la stessa cosa o che comunque ne sono informati. (condizionamento da effetto Cicap & C ).
Questa reticenza è dovuta al fatto che dal punto di vista scientifico o secondo la versione ufficiale, nulla vi sarebbe da fotografare. Sappiano benissimo che la realtà non è quella che ci presentano, ma unicamente quella che vogliono che la massa pensi che sia. Il ricercatore procede, prende in mano una (possibilmente buona) macchina fotografica, (anche quelle scadenti già permettono di ottenere risultati inizialmente soddisfacenti) e fotografa. Non è importante ciò che fotografa di visibile, è però importante avere sulla foto dei riferimenti che consentono poi valutazioni di distanza e di dimensioni. Meglio se si usa il cavalletto al fine di evitare il mosso e quindi di poter zumare a volontà.
Vi sono in commercio macchine che eliminano il mosso; ma il cavalletto con il comando a distanza è comunque raccomandabile e rende possibile fotografare in tutte le modalità. Poi, foto a volontà. Succede spesso mentre si scatta la foto, di vedere già sul display, la presenza aliena non visibile ad occhio nudo. In particolare avviene se sono foto fatte di notte e con l’utilizzo del “flah”.
Inizialmente, di solito, le foto sono tenute tutte, ma poi la quantità diventa ingombrante e inutile, quindi si rende necessario selezionarle e organizzare un archivio, che consente una gestione agile e veloce. Le presenze aliene più facilmente fotografabili, sono di notte gli “orb” e di giorno i “rods”. All’inizio è opportuno indagare le foto ingrandendole, facendole poi scorrere sul monitor. Quest’operazione è più facile se le fotografie sono state scaricate su un pc. Con il tempo e l’esperienza, si matura un colpo d’occhio che immediatamente individua ciò che si va cercando.
Chi invece disponesse di una videocamera, meglio se dotata di “haar disk” e volesse cimentarsi; per riprese di giorno può procedere nel seguente modo: ottimizzare le prestazioni della videocamera (alta definizione ecc.) e porla sul cavalletto. Lo “zoom” deve essere usato con moderazione (si può zumare quanto si vuole, ma il troppo riduce il campo di ripresa perdendo inoltre la possibilità di riprendere bene ciò che è passato vicino). Avvia ed effettua filmati non troppo lunghi (in relazione al tipo di attrezzatura di cui dispone) e quindi li scarica sul computer.
Inizialmente è consigliabile vagliare i filmati riducendo la loro velocità (in seguito non sarà quasi più necessario).Quando si incontra la parte interessante (da indagare) di un filmato, può essere anche solamente un singolo fotogramma, si effettua l’estrapolazione e la sua messa a parte (volendo si crea una sintesi del filmato). A filmato visionato ed eventualmente archiviato, si interviene sulle parti estrapolate, le quali possono essere ingrandite ed indagate, nonché archiviate secondo tipologia. Questi sono i primi passi da compiersi.
Quando poi arriveranno i primi risultati (ma potrebbe essere anche subito), un pensiero martellerà la mente di coloro che hanno effettuato la ricerca: ”non è possibile, non può essere, perché allora non lo dicono? Quale è la realtà relativa ai filmati che mi vengono fatti vedere in televisione?”. Perché nei miei filmati, si vedono cose che nei filmati della televisione non sono visibili se non quando sono di carattere amatoriale? Sono i filmati che vediamo in televisione che sono preventivamente ripuliti o, questo è dovuto a riprese fatte in modalità diversa? Buon lavoro e fateci sapere…
Una tipica manifestazione extra/visiva
Dimenticavo: fare numerose foto e non riprendere nulla di particolare, è come andare a funghi e non trovarne, non significa che non esistono. Significa che non li hai trovati. Forse non è stagione, forse non è il posto giusto, forse non hai maturato il diritto, forse (per quanto riguarda le presenze aliene) hai a che fare con cose intelligenti le quali, sceglieranno loro il luogo e il tempo opportuno. Se però continui, prima o poi qualcosa avverrà. In particolare se ti accosterai a qualcuno che li riprende facilmente. Consiglio a tutte le persone non consapevolmente interessate alla ricerca o troppo suggestionabili, di rinunciare in partenza. Stesso invito a chi non è disposto a mettere in discussione se stesso e le proprie opinioni.
Compiuti questi preliminari primi passi nel mondo della fotografia, chi persiste va incontro ad un aspetto sconcertante. Scopre che non solamente esiste un mondo della fotografia che possiamo definire quale mondo della normalità, ma esiste anche il mondo paranormale. Qui la normalità viene trascesa e il mondo della fotografia lo conferma. Ad esempio si scopre che ipotetiche entità aliene, oppure spiriti burloni o meno, possono interagire con la tua fotocamera; quindi avverrà o potrebbe avvenire, che nelle tue foto compaiano cose non normali. Qui mi fermo, poiché quanto affermato è stato ampiamente esposto mediante articoli a seguire.