Giornata alla memoria 2015

In questa solenne giornata alla memoria 2015, ma è anche doveroso non dimenticare gli altri genocidi del passato che sono stati relegati in un angolo della nostra memoria. La storia del genere umano è costellata di massacri, persecuzioni e pulizie etniche che per efferatezza, numero di vittime e motivazioni ignobili non sono seconde al dramma ebraico.

ESEMPIO: i 100 milioni di morti (i dieci milioni di pellerossa massacrati dagli americani nel corso del XIX secolo a cui si aggiungono le vittime indigene della colonizzazione del Sud America e del Canada.) Sotto tale luce risulta quantomeno sospetto come invece altri e ben più vasti genocidi sono stati rimossi completamente dalla coscienza comune oppure, ancor peggio, giustificati in vario modo. Per vastità e modalità di esecuzione, il più noto è senza dubbio quello dei nativi che popolavano l’America settentrionale e che vengono normalmente chiamati Indiani o pellerossa.

I motivi per cui tale genocidio sia passato in secondo piano, quando non del tutto dimenticato, sono molti, ma nessuno assolutamente giustificabile. Il massacro iniziò praticamente pochi anni dopo la scoperta del continente americano e si concluse alla soglia della Prima Guerra Mondiale, quindi si sviluppò lungo un periodo di tempo molto vasto e difficilmente delimitabile.

Le modalità del genocidio poi sono state molte, dall’eccidio vero e proprio di intere comunità sterminate sistematicamente con le armi da eserciti regolari o da soldataglie criminali assoldate alla bisogna per mantenere pulita l’immagine dei governi ufficiali, alla diffusione intenzionale di malattie endemiche come il vaiolo. A testimonianza di ciò vale la pena di riportare le parole del generale inglese Jeffrey Amherst nell’impartire un ordine al colonnello Bouquet durante la rivolta di Pontiac nel 1763: “Farete bene a tentare di contaminare gli Indiani mediante coperte in cui abbiano dormito malati di vaiolo, oppure con qualunque altro mezzo a sterminare questa razza esecrabile…”. Altri metodi di genocidio furono la fame, bruciando intenzionalmente i frutti della terra, o le deportazioni forzate attraverso territori enormi per mezzo di estenuanti marce forzate in pessime condizioni igieniche e climatiche.

DI SEGUITO TROVATE ALTRI OLOCAUSTI CHE VOGLIAMO RICORDARE: il genocidio del popolo armeno, un milione e mezzo di uomini, donne, vecchi e bambini scientemente eliminati dal governo turco nel 1915; – i dieci milioni di pellerossa massacrati dagli americani nel corso del XIX secolo a cui si aggiungono le vittime indigene della colonizzazione del Sud America e del Canada per un totale di circa 100 milioni di morti; i quattordici milioni di africani prelevati dalla loro terre e resi schiavi dagli americani per essere utilizzati come animali da lavoro.

A questi si aggiungono le vittime dell’Apartheid in Sud Africa. I sette milioni di morti in Ucraina dal 1935 al 1937 a seguito delle carestie provocate intenzionalmente dal regime stalinista in quello che era considerato il granaio d’Europa. I quattro milioni di civili vittime dei bombardamenti terroristici alleati in Italia e Germania. I tre milioni di civili massacrati per vendetta dall’Armata Rossa in Prussia, Slesia e Pomerania sul finire del secondo conflitto mondiale.

Le vittime dei bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki, inferti dagli Americani al solo scopo di testare i nuovi ordigni, quando il Giappone aveva già avviato le trattative per la resa. I tre milioni di vittime civili dell’Armata Rossa nell’occupazione sovietica dell’Afghanistan a cui si aggiungono i morti dell’attuale occupazione americana. I due milioni di cambogiani (su sei di abitanti) morti nel loro Paese trasformato dai Khmer Rossi in un immenso campo di concentramento.

Le vittime decedute per fame e torture nei gulag comunisti di tutto il mondo (compresa la Cina con la quale l’Italia e l’Occidente intrattengono ottimi rapporti d’affari), stima oscillante fra i 200 e i 300 milioni di persone. I desaparecidos, vittime della repressione anticomunista dei regimi filoamericani in Argentina e Cile e le migliaia di scomparsi per mano dei regimi golpisti in Grecia e Turchia negli anni ’70.

Imassacri in Ruanda, Etiopia, Congo e nel resto dell’Africa centrale per motivi tribali. In quei Paesi, una volta autosufficienti, manca il cibo, ma non le armi fornite a piene mani dagli occidentali che condizionano e sostengono i peggiori regimi dittatoriali per controllare i ricchi giacimenti minerali. Le vittime della persecuzione anticristiana nel Darfur e nei paesi islamici. In Sudan i cristiani uccisi dalla bande schiaviste ammontano ad oltre due milioni.

Le vittime del massacro delle foibe nell’immediato dopoguerra in cui migliaia di italiani persero la vita a seguito delle grandi ondate epurative jugoslave.  Le vittime dei morti borbonici per l’unità di Italia, sicuramente oltre i 100.000 (60.000 solo quelli accertati di Fenestrelle). I massacri nei campi di concentramento Sabaudo, per gli stupri contro donne e bambine, le esecuzioni sommarie, le confische arbitrarie, i furti delle risorse ad uno stato sovrano, per avere definito il movimento partigiano del sud “brigantaggio”, e per avere costretto un popolo che non conosceva l’emigrazione ad abbandonare la loro terra a milioni per le Americhe a seguito della depredazione. http://www.youtube.com/watch?v=7LrQSHnYQNs 

Massacro di Srebrenica: 10.000 morti accertati. Altrettanti sfollati e migliaia di rifugiati e prigionieri. – Persecuzione del popolo curdo in Armenia, Azerbaigian, Turchia e paesi mediorientali. Il numero delle vittime è imprecisato. Sahara Occidentale. Occupazione militare marocchina dal 1975; tra 10.000 e 20.000 morti fino al “cessate il fuoco” del 1991; di lì in avanti, prigionia di un intero popolo nella più grande prigione a cielo aperto del mondo.  

Le crociate cristiane (combattute tra l’XI e il XIII secolo fra eserciti di regni cristiani europei ed eserciti musulmani prevalentemente sul terreno dell’Asia minore e nel Mediterraneo orientale (ma anche in Egitto e in Tunisia).

IMPOSSIBILE QUANTIFICARNE I MILIONI DI MORTI. E l’elenco continua… Se anche queste sono vittime innocenti della barbarie umana perché non dedicare anche a loro una giornata della memoria?

Sappiamo che sarebbe impraticabile istituire un giorno per ogni evento (probabilmente non basterebbero i giorni del calendario) potremmo allora abolire tutte quelle ricorrenze di chiaro sapore politico, 27 Gennaio, 10 febbraio e 25 aprile, e sostituirle con un’unica grande e solenne ricorrenza dedicata a tutti gli olocausti del mondo e della storia. Sarebbe il modo migliore per ricordare senza discriminare.

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