L’illusione del potere

“Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che realizza gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che veglia in occulto alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è avvenuto”. Nicholas Murray Butler

Ininterrottamente, nei millenni, la storia umana ha presentato la sua peggiore malattia: “La malattia del potere”. Generata da un fetido virus, presentato occultamente da un occhio dentro un triangolo; annebbia la mente, esalta e illude di manipolare e possedere il mondo, ma che poi getta il sottoposto nel cassonetto dell’immondizia. 

Un giorno, mentre ero al mio posto di lavoro, si presenta una donna mai vista prima, per conto dell’impresa di pulizia col quale l’azienda aveva contratto. Alcune parole e necessarie indicazioni. Vedo che questa persona ha classe e si esprime da persona colta e di mondo. Mi scappa una inopportuna domanda: “Lei è una donna colta, fine e di classe; cosa ci fa in una impresa di pulizie?”. Risposta: “Anche lei non è coerente alla posizione che occupa; lo dicono i suoi occhi e il tono di voce, se all’uscita mi offre un caffè le racconto la mia storia”. Le offrii un caffè, in cambio di una storia vera.

Il racconto: Sono stata sposata con un facoltoso industriale del posto, ora sono separata e con un figlio  suo. Non vi sono problemi per il figlio, al quale economicamente provvede lui; ma devo lavorare per mantenermi, in quanto avendo chiesto io il divorzio, non ho sostentamento da parte sua. Perché hai lasciato una posizione benestante per fare la donna di pulizie?  E’ la mia seguente domanda. Lei mi dice che vi sono cose nella vita che si possono accettare, anche di fare la puttana, se questa è stata una libera scelta; ma ve ne sono altre che rivoltano la coscienza. Mi dice: Io mi sono innamorata di mio marito e non l’ho fatto per i soldi.

Lui per me era il principe azzurro, l’ideale uomo della vita, per giunta era pure ricco.  Rimasi in cinta e ci sposammo; ma una sera, un po’ di tempo dopo, lui mi disse: “ penso che ti sarai resa conto che io posseggo una fortuna immensa e che tu benefici di tutto questo; ora però tu devi capire che questa fortuna non è esattamente mia. E’ come se io fossi un prestanome, per conto di altri. Questo si è verificato, perché io faccio parte della……. al quale ho prestato giuramento a vita, pena la morte. Il giuramento prevede che tutti coloro che beneficiano dei vantaggi dell’organizzazione, sono sottoposti dell’organizzazione. Quindi anche tu e, se vuoi continuare a beneficiarne, devi rispettare le regole.

Una delle regole, stabilisce che se il mio referente, ovvero colui che mi ha inserito nell’organizzazione, stabilisce che vuole avere rapporti con te, ne io ne tu possiamo rifiutare, perché ogni persona dell’organizzazione appartiene a essa e vale anche per i suoi famigliari” (se il referente è pedofilo, può coinvolgere i figli, altrimenti la moglie).Rimasi allibita! In un attimo mi crollò il mondo addosso. In un attimo compresi, il perché di tutti quei personaggi attorno, della strada spianata davanti a costoro, del fatto che non incontravano mai ostacoli, mai crisi e della grande considerazione, almeno apparente. Non accettai di andare a letto con il vecchio bavoso, ma la condizione fu: Chi si rifiuta di ricambiare l’organizzazione per ciò che riceve, non può far parte dell’organizzazione e neanche di una famiglia dell’organizzazione; perché qui siamo una sola famiglia.

O accettare l’invito bavoso, o separarmi. Ho deciso di separarmi e ora, lavoro nell’agenzia di pulizie, perché altro non ho trovato, nonostante il titolo di studio.La storia parrebbe inverosimile; ma poi imparai a riconoscere le persone della famiglia e, costatai che nella sacra famiglia funzionano meglio le sporadiche convivenze, dei matrimoni! Alcuni giorni fa ho letto il sottostante articolo che riporto, pubblicato dal blog di Paolo Franceschetti e, ho ritenuto di accostarlo alla vicenda appena riportata.

Il prezzo del potere.Di Solange Manfredi

Ho avuto la straordinaria (nel senso letterale del termine, ovvero fuori dall’ordinario) possibilità di vivere in una famiglia che tale potere aveva, inserita ai massimi livelli italiani.Per tale motivo ritengo opportuno dare la mia testimonianza sull’altra faccia di questo potere che tante persone può affascinare. Questo tipo di potere ha un costo enorme ed è quello della vita e della libertà tua e della tua famiglia.

Certo, la mia famiglia aveva potere e denaro, ma a che prezzo cercherò di spiegarvelo nel modo più semplice. Non ho mai visto, un solo giorno, mio padre senza la paura negli occhi. Non l’ho mai visto veramente sereno e sorridente. Era un bravissimo attore e, in società, era considerato un uomo bello, intelligente, simpatico, ironico, tollerante, comprensivo e disponibile. A casa era un uomo chiuso, sospettoso, iroso, intollerante e cinico.

Era un uomo spaventato. Perché quando accetti di far parte di questo mondo, o di queste organizzazioni, il prezzo da pagare è questo: Non hai la possibilità di difendere né te stesso, né la tua famiglia. Tutto è loro concesso e tu non puoi rifiutare ai gradi pari, o superiori, nulla. Sei, sostanzialmente, al loro servizio. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che ti viene tolta la dignità e la libertà. Diventi, niente di più e niente di meno, di uno schiavo strapagato. Uno schiavo che deve essere sempre pronto ad esaudire i desideri dell’organizzazione, qualunque essi siano, legali o no.

Uno schiavo che non ha la possibilità di difendere neanche la sua famiglia, perché anche quella appartiene all’organizzazione. Uno schiavo che potrà chiedere grandi vantaggi anche per la sua famiglia, certo, ma che se attaccata dall’organizzazione non avrà la possibilità di difenderla. Anzi, se chiesta, sarà lui a doverla concedere. Sarai a conoscenza, quando addirittura non complice od esecutore, di reati che servono sia agli scopi dell’organizzazione sia per renderti uomo ricattabile. Dovrai scattare ad ogni loro richiamo. Dovrai sottostare a qualsiasi loro richiesta. Vivrai nel terrore di sbagliare, sapendo che la pena per tale errore è la più atroce.

Ogni giorno vivrai con l’ansia che il telefono squilli, o che qualcuno arrivi nel tuo studio a farti l’ennesima richiesta oscena a cui tu dovrai obbedire; perché hai potere certo, ma c’è sempre qualcuno sopra di te. Perché magari un giorno, se ti verrà chiesto, dovrai dare l’ordine di uccidere un uomo onesto, solo perché, svolgendo il suo lavoro, si è avvicinato pericolosamente a scoprire l’organizzazione di cui fai parte. E sarà difficile prendere sonno quella notte. Ma lo sarà ancora di più la notte seguente all’attentato che hai ordinato di fare, quando saprai che l’autobomba imbottita di tritolo ha ucciso anche una madre con i suoi due figli, colpevoli soltanto di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Sarà difficile quella sera rientrare a casa e vederti correre incontro tua figlia, che ha più o meno la stessa età dei bambini morti nell’attentato che hai ordinato, per un abbraccio.

Sarà difficile, quasi impossibile, ricevere quell’abbraccio, perché quel contatto potrebbe farti pensare a quei bambini, i cui corpi sono stati ritrovati a decine di metri di distanza, spiaccicati sulla facciata di un palazzo, e farti crollare emotivamente. E allora, probabilmente, allontanerai con rabbia tua figlia, le impedirai qualsiasi contatto, lasciandola delusa e confusa.O forse passerai settimane intere tornando a casa tardi la sera, per essere sicuro che già dorma, per poi svegliarti la mattina quando è già uscita per andare a scuola. Negli anni questo stato ti porterà a chiuderti dentro una corazza, che ogni giorno si farà più stretta, fino a soffocarti. Perché denaro e potere non riescono a cancellare il fatto che ti hanno annullato come uomo, privandoti di dignità e libertà.

E anche quando qualcuno dell’organizzazione causerà un danno alla tua famiglia e questa ti chiederà tutela, il non poterla dare, il non poter loro spiegare che quel danno, o quel reato, non può essere denunciato, sarà difficile. Perché tra voi non vi potete denunciare, in quanto considerate i tribunali dello Stato “tribunali profani”, indegni di giudicarvi. Cercherai scuse per non agire e, se la tua famiglia cercherà di tutelarsi da sola, arriverai perfino a rubare da casa i documenti che comprovano il reato per impedire la denuncia. Ed allora per la tua famiglia diventerai, nella migliore delle ipotesi, un uomo che causa sofferenza ed incomprensioni. Sarà difficile reggere tutto ciò.Perché sarà difficile da reggere la recita in pubblico, sempre in tensione ad ogni persona che ti si avvicina e ti dice: “Sono un amico di….le posso parlare?”.

Con una “corte” attorno a te di uomini che ti adulano certo, ma che tu sai perfettamente aspettano solo un momento di tua debolezza per pugnalarti alle spalle e prendere il tuo posto, ed il relativo potere, nell’organizzazione. E sarà difficile reggere le incomprensioni che il tuo atteggiamento ha causato in casa. Certo, cercherai disperatamente di compensare quelle incomprensioni con quel denaro tanto facile ed immeritato che a fiumi ti viene fatto scorrere nelle tasche. Ma può capitare che alla tua famiglia non interessi tanto denaro, interessi avere un padre ed un uomo, ovvero quello che tu non sei più. Ed allora ogni giorno sarà una sofferenza per te e per chi ti sta accanto.

Il momento peggiore, poi, sarà quando non riuscirai più a sopportare tutto ciò e cercherai un modo per uscirne, per trovare una scusa all’ennesima indecente richiesta. Sarà proprio allora che ti verrà ricordato che non sei libero di scegliere, e te lo ricorderanno nei modi peggiori. Magari faranno avvicinare tua figlia da qualcuno che le farà un discorso strano, che lei non sarà in grado di capire, ma che le verrà chiesto di riferirti, perché tu, invece, ne comprenderai perfettamente il significato.
Ed allora inizierà il panico. Un panico incontrollato. E inizierai a tremare ogni qualvolta tua figlia uscirà di casa, ogni volta che ti racconterà di aver conosciuto un ragazzo. Reagirai con la tipica rabbia dettata dalla paura chiedendole di non vedere mai più quella persona, adducendo scuse a tale richiesta, scuse banali e per tua figlia incomprensibili. Questo allontanerà ancora di più tua figlia che, per vivere, inizierà a mentirti e a nasconderti la propria vita. Tutto ciò aumenterà ancora di più la tua paura e la tua sensazione di impotenza.

Così avanzerai verso di lei pretese sempre più assurde, cercando di controllare ogni sua amicizia, ogni suo spostamento e, quando tua figlia ti chiederà spiegazioni per questo tuo comportamento, non saprai cosa dire. Perché probabilmente non avrai la forza di spiegarle che rischia la vita, che è pericoloso uscire con un ragazzo incontrato in discoteca, perché lei è usata come strumento di pressione e di ricatto perché tu obbedisca. Perché non potrai spiegarle che quella persona con cui lei ti dice aver passato una bella serata e che, conoscendoti, ti manda i suoi saluti, in realtà voleva farti sapere che è stato così vicino a tua figlia da poterla uccidere con una sola mano. Non potrai.

Né potrai spiegarle che vive questa situazione perché tu hai scelto anni prima di avere potere e denaro per poter avere una bella casa, per poter avere incarichi che non meritavi, per non rispondere giudizialmente di eventuali errori nella tua professione, per poter fare le vacanze nei posti più esclusivi, per poter ottenere con facilità cose che non ti spettavano, ecc.. Non potrai spiegarle che la sua vita appartiene ad altri perché tu volevi il potere. E non potrai spiegarlo perché anche se tu trovassi la forza di farlo, sapresti perfettamente che non servirebbe a nulla, se non a far vivere nel panico anche i tuoi cari. E’ a questo punto che ti accorgerai di quanto ti sia costato quel potere, ma non potrai più tornare indietro. Non potrai più porre rimedio a quella scelta fatta per l’ambizione di arrivare dove altrimenti non saresti mai arrivato.

Non avrai più via di scampo, come non ce l’avrà la tua famiglia, che vivrà in un incubo senza sapere perché. Nessun rapporto, solo recite in pubblico per la società, che tu obbligherai la tua famiglia a recitare con la paura ed il ricatto, i soli strumenti che ti saranno rimasti avendo perso il loro amore, la loro stima e la loro fiducia. E neanche la tua morte salderà il conto, perché la tua famiglia sarà costretta a scegliere: se entrerà nell’organizzazione manterrà ciò che ha, se rifiuterà le verrà tolto tutto. Si perché le strutture che tu hai messo in piedi, siano aziende o studi professionali, sono strutture dell’organizzazione e tu eri solo lo schiavo strapagato che le portava avanti, la c.d. testa di legno.

Così, se la tua famiglia rifiuterà, le verrà tolto tutto. Se cercherà di ottenere ciò che ritiene suo, e che la legge dice esserlo, verrà massacrata (morte civile, calunnie, minacce, denunce pretestuose, ecc…). Se poi un componente della tua famiglia, magari tua figlia, sceglierà di aiutare le persone che cadono vittime della tua organizzazione (e sono tante) perché, grazie alla sua esperienza di vita, vi conosce e riconosce, o cercherà di informare sul meccanismo del vostro potere, saprà che sarà un progetto che non potrà pianificare. Saprà che, probabilmente, una sera ci sarà qualcuno che, come tante volte hai fatto tu in passato, darà l’ordine di eliminare il problema e l’esecutore, con rapidità ed efficienza, entrerà in azione assicurandosi che il decesso venga archiviato come incidente o suicidio. Questo è il prezzo del potere.Alle singole persone scegliere se vale la pena pagarlo. Io, ho scelto la libertà per poter, come ebbe a dire Paolo Borsellino:”… sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità… “.

Dice Gianna Bonacorsi in un suo post:

C’è un virus che da anni alberga in quei nobili scranni e che aggredisce chiunque abbia l’ardire di sedervisi. Un virus altamente contagioso che ormai ha sviluppato una coriacea resistenza a qualunque buon proposito decontaminante e che si manifesta attraverso una progressiva perdita della percezione della realtà circostante. 

Chi lo contrae entra in un mondo tutto suo, dove non esistono persone ma solo strani numeri che chiamano bilanci, dove non ci sono né problemi ambientali né precari, disoccupati o famiglie allo stremo, chi si siede su quelle poltrone si convince che chi manifesta o si ribella lo faccia perché ha del tempo libero…..

Più che un virus potrebbe sembrare una droga….e potrebbe anche avere un nome….POTERE!Il potere crea una elevata dipendenza, non iniziare!

CONCLUSIONE

Quelli che entrano nelle organizzazioni che contano (mafia, massoneria, poteri occulti di vario genere ecc…) fanno un giuramento di fedeltà a vita. Questo è il primo fondamentale compromesso. Se occuperanno posizioni insignificanti, il giuramento avrà scarso valore; ma se ambiranno o perverranno a posizioni importanti, mediante altri giuramenti e altri compromessi di garanzia forniti all’occorrenza, faranno dell’iniziato, una marionetta su misura. Ho detto che il giuramento è a vita e non potrebbe essere diversamente.

Se, fatta la fortuna di colui che aveva giurato, lo si lascia libero, l’organizzazione perde un elemento; ma soprattutto costui potrebbe essere indotto a rivelare la struttura dell’organizzazione mafiosa. Spesso mi sono sentito chiedere, come è possibile che certi personaggi della politica di oggi, siano così morbosamente attaccati alla poltrona, alla posizione, al denaro. Il fatto è che costoro non possono staccarsene, non perché non vorrebbero farlo; ma perché non è a loro concesso, nonostante l’età.

Proprio perché il giuramento è stato fatto a vita e non per realizzare solamente la personale fortuna e, ti ricordano che: l’organizzazione ti ha dato tutto. Tu devi dare tutto all’organizzazione! L’organizzazione ti ha difeso quando non hai rispettato la legge. Ora potrebbe punirti quando la rispetti! L’organizzazione ti vede ovunque sei… e sappi: il giuramento d’appartenenza, è prevalente su tutti gli altri giuramenti, precedenti e futuri, che tu puoi aver contratto!
Famosa è la frase di Giulio Andreotti: Il potere logora chi non c’è l’ha! Ora che hai tempo per riflettere caro Giulio, prova un po’ a quantificare; metti sul piatto di una bilancia tutto ciò che ti ha dato il potere. Poi metti sull’altro, tutto ciò che ti ha tolto oppure ti ha impedito. Quando avrai fatto la conta, fammi sapere se ancora il potere logora maggiormente chi non lo ha, oppure danneggia maggiormente chi si illude di averlo. 

Questa logica che hai vissuto e sostenuto, ti ha ora chiarito se è più prigioniero il carcerato oppure il carceriere? Caro Giulio, con la tua dipartita, tu non ti sei portato dietro il tuo potere o il tuo denaro; ti sei portato dietro solamente te stesso, con quanto avevi maturato in fatto di coscienza, ammesso che esista una coscienza e un dopo. Ora, il fatto che sei stato abile ad ottenere il potere sugli altri non ti serve più, perché dove esiste la telepatia, non può esistere l’inganno mediante la parola che, tutti possono scoprire se falsa! Forse se in vita tu avessi maturato valori eterni, ora potresti gioirne. Il potere ti ha insegnato a padroneggiare il prossimo; ma ti sei dimenticato di te stesso.

A cosa serve padroneggiare il prossimo, quando non si padroneggia se stessi? Forse ora dovrai scoprire che, è più ricco e ha più potere colui che padroneggia se stesso, rispetto a colui che rinnega se stesso nel tentativo di padroneggiare gli altri. Stesso discorso vale per Giorgio Napolitano che, avrebbe voluto lasciare la presidenza; ma non gli è stato concesso di andarsene in sonno.

Stessa cosa per Silvio Berlusconi il quale, membro della P2 e non solo, nonostante la sua patetica situazione, non può permettersi di lasciare! Quanto valeva il giuramento di Berlusconi come Presidente del Consiglio, avendo giurato in precedenza, fedeltà assoluta alla massoneria?

Siamo certi che sia meglio un giorno da leone che cent’anni da pecora? Che la disputa può essere unicamente tra queste due opzioni? Altre possibili non ci sono? Perché non essere semplicemente umani?

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