Mediante il presente articolo ci si prefigge di considerare l’argomento “ufo crash” da posizione non abituale, andando a sfatare alcuni luoghi comuni certamente fuorvianti. Onde però iniziare nel modo che si suppone più opportuno, andiamo a considerare quanto ci dice Wikipedia:
Per UFO crash (letteralmente in italiano schianto di UFO nel senso di “UFO precipitato”) si intende lo schianto al suolo di un oggetto volante non identificato (UFO), sia esso di presunta matrice extraterrestre o terrestre. Il termine fu coniato per definire l’incidente di Roswell (Nuovo Messico, USA) del 1947. Da un punto di vista letterale, la parola “UFO” non riguarda necessariamente presunti velivoli avanzati di origine aliena: un meteorite, i resti di un pallone sonda o i vettori di un missile, di fatto, sono “oggetti volanti non identificati” finché non se ne appuri la natura e la provenienza. Tuttavia, tra il grande pubblico, il termine “UFO” è ormai spesso associato all’origine aliena; di conseguenza, anche l’espressione “UFO crash” è utilizzata, quasi esclusivamente, per indicare lo schianto di un velivolo alieno.
Onde sfoltire il campo, eliminiamo immediatamente i casi di ufo crash fasulli, posti in gioco unicamente quale strategia delegittimante dei casi veri oppure per narcisismo patologico dei furbetti di quartiere. Possiamo mettere da parte anche i casi non certi e, tra questi il caso italiano più discusso; riferito al presunto ufo crash di Vergiate/Varese, riportato nel libro “Gli X-files del nazifascismo”. Non intendo affermare che in questo caso non vi sia stata caduta di oggetto non identificato, ma nel caso che vi sia stata, non ne risulta poi una documentazione certa. Lo scopo però di questo articolo non è quello di accertare il caso di Vergiate, ma quello del porre attenzione in altra direzione, pertanto andremo al caso principe degli ufo crash, ovvero a quello avvenuto a Roswell il 2/7/1947. Di questo caso è stato detto tutto e anche di più; ma non è questo che ora ci interessa. Ci interessa quanto invece non è stato detto, oppure non posto nella corretta evidenza e al vaglio a sufficienza. Poi andremo a scoprire il perché.
In base alla prevalente informazione circolante, dapprima fu negato il fatto che fosse avvenuto l’ufo crash di Roswell, per poi arrivare a far trapelare che si trattava di pallone sonda e infine, che questo ufo sarebbe caduto accidentalmente forse per un fulmine o forse per interferenza con i nostri apparati militari. A distanza di anni ora è generalmente accettato il fatto che l’ufo crash fu cosa reale; pertanto hanno preso consistenza le domande: perché cadde quell’ufo? Da dove proveniva? Ufo extraterrestre o terrestre? Se ufo terrestre, da tecnologia umana o aliena?
Una serie di risposte ipotetiche sono state poste in gioco, pertanto si va dal tecnologico e casuale incidente, all’inconveniente generato da forti temporali in zona. Si tirano in ballo ipotetiche interferenze radar o elettromagnetiche, tali da creare impossibilità di controllo del mezzo volante, per arrivare ad eventuale interferenza con mezzi militari nostri, considerando che la zona è soggetta a consistente presenza militare.
Tutte ipotesi lecite e da vagliare ovviamente, ma nella mia mente sono altre le domande che si sono fatte strada, poiché mai chiarite a sufficienza. Indipendentemente dal fatto che l’oggetto volante caduto a Roswell sia arrivato dagli spazi siderali o extraterrestri, oppure che sia dovuto a presenza aliena intra/terrestre, oppure al limite dovuto a tecnologia di casa nostra, alcuni aspetti non collimano.
Se io invio su altro pianeta, oppure se invio un mezzo non convenzionale in una operazione sullo stesso pianeta Terra, non posso non considerare l’eventualità che questo oggetto possa avere degli inconvenienti, ovvero che possa accidentalmente cadere o essere abbattuto.
Questa possibilità pone in campo una decisione che deve essere prevista a monte ovvero: se il mio mezzo aereo cade in mano nemica o anche non, come devo poi procedere? Lascio che i rottami e pertanto la tecnologia in dotazione vadano ai militari terrestri/USA in questo caso, oppure devo adottare altra soluzione? Il seguito della storia ci dice che per quanto riguarda l’ufo caduto, nessun pretendente lo ha richiesto indietro. Pertanto è avvenuto il sequestro da parte degli apparati militari USA che si sono pure impossessati della tecnologia presente a bordo, sin dove la conoscenza umana ha reso possibile la cosa. A detta del Colonnello Corso ciò comportò comunque una ricaduta non indifferente in quanto ad ingegneria inversa, ovvero replica della tecnologia aliena acquisita a vantaggio della massa. Il resto non ci è dato sapere.
Se io invio un mezzo aereo su altro pianeta, devo considerare l’eventualità che possa avere un inconveniente, oppure che sia abbattuto. Devo pertanto decidere se distruggere il velivolo affinché non cada in mano altrui; oppure tentare di recuperare il velivolo prima che intervengano altri, mentre ulteriore alternativa è consentire che sia recuperato dagli umani.
Considerando le conferme riscontrate su tutto il pianeta, nulla impedisce di ipotizzare che la tecnologia aliena dispone della possibilità potenziale di bloccare o interdire quindi inibire una intera zona agli umani. Una tale evenienza consentirebbe di operare il recupero del mezzo caduto per poi riattivare quanto inibito. Nel caso di Roswell 1947, ciò non è avvenuto o tentato, o quantomeno non segnalato, se non da parte dei nostri apparati militari nei confronti della popolazione. Per avere una idea circa quanto la presenza aliena stanziale su questo pianeta è in grado di fare nei confronti della tecnologia nostra, invito la lettura del seguente articolo: https://www.presenze-aliene.it/condotti-alla-porta/
Nel caso il lettore abbia difficoltà ad accettare l’idea che la presenza aliena sia in grado di inibire la zona, faccio presente che già al tempo di Mussolini, Guglielmo Marconi aveva realizzato la tecnologia in grado di bloccare tutti i motori e le parti elettriche in una certa zona, pertanto nulla di non accettabile. La foto sottostante ci fa vedere il momento in cui delle presunte sonde aliene, accompagnano un jet nostro, fuori dalla zona di intervento alieno in quel momento.
Una delle strategie possibili da adottarsi nel momento in cui un mezzo tecnologicamente avanzato cade in mano nemica e non lo si intende concedere, è quello del generarne la distruzione; ma nel caso di Roswell neppure questa possibilità è stata attuata. Lo si poteva distruggere incendiandolo, oppure facendolo esplodere in prossimità del terreno, oppure quando a terra. Certo ora si potrebbe accampare la tesi in base al quale la distruzione non è stata adottata poiché vi erano degli esseri viventi a bordo, ma questa tesi non regge.
Non regge in quanto in passato le guerre sulla Terra tra fazioni aliene avverse hanno dimostrato che queste assegnano poco valore alla vita altrui; ma soprattutto il caso Roswell non dimostra affatto che a bordo del disco vi fossero esseri viventi nel senso di veri esseri viventi. Al limite dimostra, accettando per vere le parole del Colonnello Philips Corso, che dallo schianto del disco volante sono stati recuperati degli esseri umanoidi. Un essere umanoide non necessariamente è un essere umano e, non necessariamente è portatore di vita vera. Una cultura aliena, ma ci possiamo mettere anche la cultura umana, nel momento in cui vanno ad esplorare un pianeta, se mai il disco di Roswell era lì per esplorare, avrebbero utilizzato al limite in forma umanoide, delle entità robotiche o androidi.
Questa logica pone pertanto una precisa domanda: gli esseri che sarebbero stati recuperati, erano esseri vivi in senso umano, oppure erano umanoidi robotici portatori di vita e/o intelligenza artificiale e pertanto forse a gestione remota?
UMANOIDI – E.B.E.
Il caso Roswell indusse la necessità di utilizzare nuovi vocaboli al fine di intendersi. La definizione di “UFO CRASH” ad indicare la caduta di un oggetto volante non identificato e l’acronimo E.B.E. ad indicare Entità Biologica Extraterrestre. Inizialmente l’ufo crash di Roswell dalle autorità fu negato, ma quando la cosa divenne impossibile, iniziarono a trapelare notizie. A Roswell quel giorno era caduto un UFO con a bordo delle EBE.
Il solito sostenitore del complotto a questo punto fa però osservare che se definisci un oggetto quale UFO e pertanto sostieni che quell’oggetto non è stato identificato, come puoi sostenere che è extraterrestre il mezzo e pure i suoi occupanti? Prima identifichi e provi che l’oggetto è extraterrestre, quindi definirai extraterrestre anche l’entità a bordo! Non è invece avvenuto questo e sin dall’inizio delle dichiarazioni del Colonnello Corso, le entità recuperate sono state definite come extraterrestri.
Io ad esempio al posto dell’acronimo E.B.E. avrei scelto l’acronimo E.N.U. ovvero Entità Non Umane; senza affermare che si trattava di entità biologiche e senza affermare che erano extraterrestri. Tutto sarebbe stato meno impegnativo, però non avrebbe indirizzato nella direzione verso il quale si intendeva incanalare l’opinione della massa. Eppure il Colonnello essendo stato a capo di settori dei servizi segreti militari, non poteva non essere al corrente del fatto che sin dall’antichità la presenza aliena è stanziale e non occasionale sul nostro pianeta.
Quindi Corso non disse ciò che sapeva, ma disse ciò che ritenne opportuno dire e, l’affermazione che si trattava di entità biologica, ancor prima che fossero fatte le autopsie, la dice lunga! Poi a parziale conferma, vere o false che furono, trapelarono le autopsie! Ma se questi alieni erano extraterrestri e disponevano di notevole tecnologia atta a giungere sin sulla Terra da tanto lontano e certamente con notevoli rischi, avrebbero mai utilizzato piloti biologici portatori di vita vera, quando avrebbero potuto tranquillamente utilizzare robot umanoidi similmente biologici a gestione remota?
GLI STRATEGHI IN GIOCO
Per quanto riguarda la vicenda Roswell 1947, ma per tutte le vicende di ufo crash di matrice aliena, abbiamo assistito alla presenza di due strategie poste in atto; la strategia aliena e quella umana. In conseguenza del fatto che una volta caduto il disco non sia stato recuperato o distrutto e gli esseri a bordo sacrificati, sta a significare che quelli a bordo erano entità robotiche sacrificabili, se non intenzionalmente sacrificate. Se così è avvenuto e nulla dimostra il contrario, sta a significare che l’ufo crash di Roswell fu una deliberata operazione. Per dirla con altre parole, gli strateghi alieni hanno inteso elargire un regalo agli esseri umani. Un regalo finalizzato a renderli consapevoli di nuova tecnologia e forse anche di nuova consapevolezza. Tecnologia che poi è ricaduta nella disponibilità della massa ma ancora di più, quella del quale noi comuni mortali non ne siamo stati informati, in quanto segreto di Stato a disposizione dei militari.
Poi abbiamo assistito al piano strategico posto in essere dagli strateghi umani, e qui entriamo nell’ambito militare. L’apparato militare USA, non certo subalterno al potere politico ma semmai a quello oligarchico, ha fatto di tutto per occultare il caso Roswell; ma una volta riscontrato che ormai i buoi erano scappati dalla stalla, ha fatto di tutto per nascondere al genere umano il fatto che una cultura aliena, mediante quel disco volante, ha interagito positivamente con noi.
Recentemente il Pentagono e la Marina USA hanno ammesso ufficialmente la presenza di UFO nel nostro spazio aereo. Lo hanno ammesso in quanto non era più negabile e l’averlo ammesso consente a loro di pilotare a piacimento la versione ufficiale da propinarsi alla massa.
La soprastante foto del 2020 riprende in Valmalenco/Sondrio, un velivolo nostro mentre si avvicina ad un disco volante. Compirà, così come avvenuto molte volte, alcune evoluzioni e se ne andrà, consapevoli i nostri che non vi è null’altro da fare, ma ben consapevoli della presenza aliena sulla Terra. Tentare di abbatterlo significherebbe ripetere errori del passato in stile USA, meglio una convivenza pacifica; in fondo costoro sono presenti sulla Terra sin da molto prima che noi disponessimo di aerei come quello della foto.
Per quanto riguarda la strategia aliena nei confronti del genere umano, ad accorta valutazione, emerge che non è presente una sola strategia, ma ve ne sono due. Due distinte fazioni aliene, adottano nei nostri confronti le rispettive strategie. Una fazione adotta entro certi limiti, la strategia del fornirci informazioni, mentre l’altra fazione ci vorrebbe eternamente cavernicoli. La fazione che ci ha regalato l’ufo di Roswell, è la prima, mentre la seconda è quella in combutta con gli apparati militari USA. Se il disco di Roswell fosse stato donato dalla seconda fazione, noi oggi non ne potremmo sapere nulla in quanto il disco sarebbe stato portato direttamente nei sotterranei di qualche base USA.
ANDIAMO OLTRE (ma solo per alcuni)
Sino a questo punto la valutazione del caso Roswell ha percorso gli abituali sentieri del pensiero umano; ora però proviamo a considerarne di alternativi. Una ipotesi alternativa sostenuta dagli ufologi, è che questi ufo potrebbero provenire da altre dimensioni. Intanto il concetto circa l’ipotetica esistenza delle dimensioni è un concetto puramente teorico, utile entro certi limiti, ma oggettivamente indimostrato. Faccio notare che eventuali mezzi aerei dotati della possibilità di rendersi invisibili a piacimento; al loro riapparire possono illudere che siano passati attraverso una porta dimensionale, benché questa è pura illusione! Se l’intenzione è quella del provare l’esistenza delle dimensioni, occorre porre altro sul tavolo della valutazione. Ed altro esiste, sebbene strategicamente il potere non lo vuole divulgare.
In base al pensiero inculcatoci, il quale sostiene la logica della fisica classica, lì fuori esiste il mondo della materia. L’ufo di Roswell è pertanto un oggetto volante dadi e bulloni, seppure di raffinata tecnologia, proveniente da chissà quale pianeta. Poi il pensiero umano ipotizzò che quell’ufo potrebbe essere un prodotto extra/dimensionale. In quanto ipotesi, nulla impedisce di formularla; ma poi sorgono altri quesiti e più che una risposta, abbiamo ulteriori domande.
Se ha ragione la fisica classica, lì fuori esiste il mondo della materia, ma se invece ha ragione la fisica del quanto, lì fuori non esiste materia, poiché tutto quanto è simulato, ovvero tutto è puramente virtuale e nulla è oggettivo. Se così è, trattasi di pura virtualità tutto ciò che l’essere umano vive, poiché tutta la realtà è pura simulazione generata dal proprio simulatore. Il corpo umano sarebbe la macchina simulante, mediante il quale tutti gli esseri umani si mantengono connessi ad un unico programma, seppure con le innumerevoli varianti a disposizione.
Domande: tu essere umano, nel momento in cui passerai a miglior vita in quanto il tuo corpo avrà cessato di funzionare; avrai ancora interazione col mondo della materia? Oppure la materia esiste unicamente se il tuo simulatore ti dice che è reale e tu ci credi esattamente come avviene nei tuoi sogni? E se invece hanno ragione coloro i quali sostengono che noi viviamo in un universo olografico, virtuale, quantico?
Se noi umani viviamo in un universo olografico, questo è interamente olografico, pertanto anche gli esseri umani e le entità aliene lo sono e per conseguenza anche i dischi volanti e pure il disco di Roswell. Ora però la domanda finale: Chi gestisce il programma relativo alla manifestazione olografica dell’universo, Dio?
Lasciamo per il momento questa domanda troppo impegnativa, ma non scordiamoci quanto in precedenza emerso ovvero: perché i mezzi di informazione hanno evitato di portare attenzione in merito al fatto che l’ufo di Roswell poteva essere distrutto oppure recuperato?