La foto in questione è quella sottoposta ad analisi forense e, in quanto accertata genuina, presentata poi al Simposio Mondiale di San Marino 2017 ed in altre occasioni. L’analisi forense accertò e certificò la genuinità; ma non certificò ovviamente cosa la foto presenta in quanto a contenuto. Equivale a dire: LA FOTO E’ VERA, MA NON CI INTERESSA SAPERE COSA FA VEDERE.
1- Foto 0146 qui ingrandita con comparazione masso.
I denigratori dell’ufologia, che sino a quel giorno avevano sostenuto la non genuinità della foto, spiazzati dal dover ammettere che la foto è vera, immediatamente decidono di cavalcare l’opportunità che si presenta. Pertanto, ok. La foto è vera, ma non si tratta di entità aliena; si tratta di un manichino posto in loco. Onde dimostrare che di manichino non si tratta, pubblicai parte delle argomentazioni in precedenti articoli. Ritengo che le prove portate sono sufficienti per dimostrare che di manichino non si tratta ma, considerando che si poteva fare di meglio e, considerando il fatto che ancora vi sono in circolazione sostenitori della ipotesi manichino, ritengo opportuno portare ulteriori prove per la messa a tacere degli ostinati.
Sin dalle prime valutazioni della foto, il ricercatore Fabio Giardini faceva notare che una parte del masso, quella parte che sta davanti alla presenza aliena, non era roccia come pareva, ma era un artifizio e, lo sosteneva presentando quanto compare nella sottostante foto 4, particolare B.
La cosa migliore da farsi ora, onde accertare che di artifizio si trattava, diventa quindi quella di recarsi sul luogo a riprendere la stessa scena, dalla stessa distanza, con stessa fotocamera, mediante lo stesso autore della foto e, con uguali o simili condizioni di visibilità. Se il masso si presenta con estetica diversa rispetto alla foto 0146, tutto ciò che è differenza, si può imputare ad azione artificiale.
Non è stato possibile portare l’autore della foto sul posto, che peraltro non dispone più della stessa fotocamera, ci siamo pertanto limitati a seguire le indicazioni fornite dall’autore, sia per l’individuazione del masso, quanto per la posizione dal quale aveva scattato le foto.
Per tale scopo si è recato sul posto ai fini dell’accertamento, il collaboratore Felice Sirtori e suo assistente. La prima cosa accertata è che la foto 0146 è stata scattata da circa mt. 300. Cosa che mette in evidenza quanto affermato dall’autore, ovvero che da quella distanza è improbabile che si possa distinguere un essere in mezzo alle rocce, più o meno dello stesso colore. Poco probabile sarebbe poi scattare ben sette foto ad un masso che, sul momento è un masso qualunque.
Così ha però motivato l’autore: Mi era parso di vedere come dei piccoli lampi o brillamenti in quella zona, quindi ho deciso di scattare foto in quella direzione. L’autore non era nuovo a questo genere di fenomeno e già ne conosceva le ragioni. Le foto poi hanno confermato.
Felice scatta foto dallo stesso punto; però l’utilizzo di una fotocamera con ottica inferiore, portata al limite dello zoom, in una giornata meno luminosa, non consente lo stesso risultato. Avvicinandosi al masso migliorano le foto, ma cambia leggermente la prospettiva. Si arriva quindi al masso in questione che, si presenta come da sottostante foto 2.
Sino ad ora, tutte le valutazioni che erano state fatte della entità o presunto manichino, non avevano tenuto conto delle dimensioni del masso. Da ora in poi scopriremo che, determinando l’altezza del masso, è possibile mediante una comparazione che si basa sulla logica delle proporzioni, stabilire l’altezza ipotetica, che però si avvicina certamente al reale, dell’entità o manichino che sia. L’altezza del masso corrisponde a circa mt.3/3,20
ALTEZZA DELL’ENTITA’ ALIENA
Se l’entità era posta appena dietro il masso e la testa è alta circa 1/5, corrisponde a circa cm. 60/65. Se l’entità era posta dietro la protesi e questa era appena davanti al masso, diminuisce l’altezza e possiamo ipotizzare cm. 60, ma non ci può essere grande differenza. Quindi, se l’entità era dietro il masso oppure dietro la barriera, era alta all’incirca mt.2.50/2.70.
Alla faccia del manichino portato in un posto del genere a più di mt. 2000 di altitudine, per di più aggiungendovi anche la barriera antistante!!! Senza dimenticare che nelle altre sei foto utilizzabili della stessa serie, sono riscontrabili altri numerosi manichini meno visibili e di altre dimensioni. Per di più le foto dimostrano che questo manichino aveva la facoltà di cambiare continuamente posizione ed estetica! Si ravvedano gli ostinati ad oltranza; non si tratta di manichino! Più si va avanti nell’approfondimento, più siete alle corde!
Da oggi possiamo quindi affermare che questa tipologia di entità, seppure esteticamente simile ad altre di bassa statura, si possono considerare dei veri e propri giganti. Ancora una volta debbo/dobbiamo, rivedere precedenti posizioni. Dover rivedere le opinioni non è mai simpatico, in quanto subentra l’orgoglio leso; ma ben vengano nuove acquisizioni, in quanto solamente così si procede nella ricerca. Nella foto 2 è ripresa una persona di oltre mt.1,80 di statura, che fa capolino da dietro il masso, stando leggermente curva in avanti. Come si può osservare, la persona non si trova nella stessa esatta posizione dell’entità della foto 0146; in quanto l’entità è dietro la barriera e non il masso. La comparazione della foto 1 evidenzia quanto affermato.
BARRIERA OCCULTANTE
Mediante la comparazione evidente sopra con l’immagine 1, emerge chiaramente quanto sostenuto da Fabio Giardini: La foto 0146 presenta un artifizio o protesi, che cambia l’estetica del masso in una certa zona. Non disponendo di certezze, la definisco come barriera occultante, precisando che è però da accertare se effettivamente è una barriera intenzionalmente occultante e non un qualcosa che in quella circostanza casualmente occultava. Questo dubbio sorge in quanto anche in altre occasioni sono state riprese barriere del genere in zona, come ad esempio nella foto sotto; ma non ne è mai stata chiarita la reale funzione.
Tornando alla foto 0146, quello che si può affermare è che esteticamente la protesi o barriera, si presenta come una lastra di non definito materiale e quindi consistenza, dello spessore di alcuni centimetri. Interessante sarebbe anche comprendere cosa sia quella figura che interrompe l’uniformità della lastra, generando un apparente braccio alieno. Si potrebbe ipotizzare che è una finestratura che ci fa vedere lo sfondo retrostante, ma è da accertare e provare.
Altro quesito che la lastra pone, è se questa si trova aderente al masso, oppure è posta leggermente davanti, apparendo in foto come schiacciata sul piano del masso. Se noi fossimo qui a valutare una scena normale, saremmo indotti ad affermare che la lastra si trova nella parte appena antistante la parte sinistra del masso.
IPOTESI INGANNO ESTETICO
Nel nostro mondo che definiamo normale, si possono verificare degli aspetti estetici ingannevoli. A maggior ragione si verificano quando sono presenti schermi ottici occultanti di matrice aliena. La scena in questione, ovvero lo spazio tra chi ha scattato la foto e il masso in questione, presenta certamente forme di interferenza da schermi ottici attivi e occultanti. Ciò si palesa dal fatto che lo sfondo della montagna, nonché in particolare la zona intorno alla presenza aliena, in foto appare fortemente alterata e, si evidenzia maggiormente quando si va a valutare la comparazione sottostante delle sei foto.
Se si scattano sei foto in sequenza nel mondo normale, avremo sei foto uguali. Al limite se vi è una nuvola che sta passando, cambierà la luce, ma le foto saranno uguali o al limite estremamente simili nel loro contenuto. Se invece si scattano sei foto mentre si ha davanti uno schermo ottico attivo, se questo è stabile le foto saranno uguali nel presentare l’inganno; ma se lo schermo è instabile, noi avremo sei foto decisamente diverse. Per di più la scena della foto 0146 fa supporre che gli schermi attivi e instabili tra il fotografo e la roccia, fossero numerosi ed interagenti.
Se così sono andate le cose, ipotizzare che l’entità aliena e la protesi che gli sta di fronte potessero anche non essere adiacenti il masso, diventa teoricamente ipotizzabile. Dalle fotografie del mondo normale, noi umani siamo in grado di dedurre le varie profondità (distanze) della scena. Dalle fotografie con presenza di schermi ottici, perdiamo la possibilità di stabilire le precise distanze e, tutto viene schiacciato sullo stesso piano di fondo.
Ecco perché diventa teoricamente ipotizzabile che l’entità aliena non si trovasse realmente dove si può affermare che fosse. Questa ipotesi potrebbe avere una ragionevole possibilità di essere, se l’entità fosse stata fotografata davanti al masso, oppure se quel masso non ci fosse. Il fatto però che l’entità fa capolino proprio come se la sua postura fosse in coerenza e condizionata dal masso, indirizza verso l’ipotesi che si trovasse esattamente dove la vediamo, ovvero dietro la barriera artificiale e dietro il masso. Quanto detto sopra, più che altro serve per far comprendere uno degli aspetti relativi alla fotografia di cose non normali. In situazioni del genere, di solito i troll/denigratori affermano: Fotografia con anomalia estetica equivale a falso fotografico. Io affermo: Fotografia con anomalia estetica significa scena non convenzionale, ma non per questo non genuina; con denigratori che svolgono il loro lavoro.
MARCHINGEGNO O ARTO?
Nella foto 4 ingrandimento C, davanti alla mano del braccio alieno, vi è qualcosa con forma ovoidale. E’ posto dietro la barriera e, se ne vede unicamente una parte. Ipotizzare che sia una roccia non è possibile in quanto la foto 2 non presenta massi del genere in quel punto, ma neanche si presenta come tale nella 0146. In altri casi sono state riscontrate entità che volano o si spostano sopra dei piccoli mezzi volanti e, la cosa era accertabile; mentre in questo caso si potrebbe anche ipotizzare, ma non vi sarebbero prove certe. Faccio notare come la zona antistante l’entità, in particolare la roccia, addirittura pare sfumare e perde la definizione nei particolari.
Una valutazione più approfondita si può fare comparando l’insieme delle sei foto; dal quale si riscontra che il presunto manichino cambia estetica continuamente e ciò, non si adatta ad un manichino. Costantemente cambiano anche altri particolari, quali l’estetica della barriera presente in modo evidente solamente nella 0146 e foto seguente, ma non nelle altre. Stessa cosa dicasi del così detto marchingegno e di tutta una serie di altri particolari che si evidenziano mettendo a confronto non solamente la zona del masso come nel collage 6, ma le intere fotografie. Queste valutazioni evidenziano un dato di fatto certo: MENTRE SI SCATTAVANO LE SEI FOTO IN QUESTIONE, PIU’ LE ALTRE, LA SCENA NON ERA STABILE, MA IN CONTINUA EVOLUZIONE. Tutta una ulteriore presenza di particolari riscontrabile nelle diverse foto lo confermano.
Mentre sto preparando questo articolo, un lettore mi invia inaspettatamente una foto presa dal web dicendomi: Le invio questa foto in quanto l’entità è molto simile a quella della foto certificata. Provvedo alla comparazione, ed ecco il risultato.
5- Comparazione con entità USA.
Ringrazio il collaboratore in quanto questa foto è estremamente utile. Intanto occorre dire che le due entità sono della stessa tipologia, ma non sono la stessa, seppure molto simili. Per giunta entrambe stanno adottando la stessa postura ma in modalità specchiata.
Un particolare che immediatamente si nota e che ci interessa, è la gamba sinistra piegata che fuoriesce dalla barriera in entrambi i casi. Intanto notiamo che queste entità hanno arti molto esili; ma ciò che emerge è che il presunto marchingegno della foto 0146, molto probabilmente altro non è che la gamba dell’entità. Ciò che ha tratto in inganno è quanto al momento dello scatto fotografico, stava interferendo con l’estetica corretta dell’arto.
6- Altre foto stessa serie
SINTESI FINALE
Quel giorno nella zona adiacente a quel masso era presente una scena che va oltre la più fervida immaginazione. Nel visibile umano, poco o nulla era riscontrabile, se non a persone già addentro a questa tematica. Mediante la fotografia, non sono solamente sette le foto scattate ma una numerosa serie riprende tutta la zona, vedere: https://www.presenze-aliene.it/entita-ombra-valmalenco-9-8-2012/ è possibile affermare che erano presenti numerose entità aliene di tipologia diversa. Per inquadrare la possibile scena è necessario comprendere quali sono, almeno alcuni, i loro espedienti per mantenersi nell’invisibilità; ma soprattutto occorre comprendere quali sono i limiti umani, circa la possibilità di vederli. La vista umana è compresa entro una banda di percezione visiva limitata.
Come se non bastasse, loro possono stare dentro il visibile umano, adottando però sistemi di modulazione dell’invisibilità. Motivo per cui loro sono lì e potrebbero essere visibili, ma siccome sono schermati, sono invisibili. Diventano fotografabili ma non visibili, in base alla modulazione delle loro schermature, oppure in presenza di imprevisti o incidenti tecnici loro.
Le loro schermature giocano con la luce e, quando la modulazione non è perfetta, noi vediamo dei brevi lampi o flash. Questo è anche quanto affermato da l’autore della 0146 e, va agganciato a questa tipologia di entità e non ad altre di altro genere, non tecnologiche. Inserisco la sottostante foto 7, in quanto mi pare un ottimo esempio di ripresa di schermatura attiva. Osserviamo che nella foto, in cielo vi sono luminosità che possono essere viste se abbastanza evidenti e persistenti, oppure possono apparire e scomparire con brevi flash. Ecco perché occorre fotografare comunque quando si presentano questi ingredienti, come si è verificato in occasione della foto 0146. Perché in foto si vedrà di più di quanto è stato visto ad occhio.
La foto 7 fa vedere la presenza di schermature, le quali possono essere estese sul territorio, oppure essere di più ridotte dimensioni, quindi nascondere solamente ufo di piccole dimensioni o entità. In base alla modulazione oppure ad eventuali problemi tecnici, possono generare in foto, tutta una serie di aspetti estetici. Contemporaneamente possono essere presenti più azioni schermanti che si sovrappongono, generando caos estetico nelle foto. Cosa che fa immenso piacere ai denigratori dell’ufologia, i quali grideranno a squarciagola che si tratta di falso.
Non fatevi condizionare, se avete delle foto con vistose anomalie non buttatele, inviatele che le valuteremo.
Un grazie particolare a Felice Sirtori e collaboratori per la solerzia dimostrata, la cui nota tra le altre cose dice: “Ti invio la serie di foto, scattate da diverse distanze ed angolature, che riprendono il luogo ed in particolare il masso dietro il quale fa capolino il simpatico “alieno”. Raggiungere il luogo preciso, per scattare alla distanza ravvicinata come rappresentato in alcune immagini, è stato tanto disagevole da ritenere l’ipotesi “manichino” assai remota. Etc.”
Risposta a ricevuta seguente osservazione: Lei Giacoletto pubblica molto materiale ufologico relativo alla Valtellina. Quanto dice offre la sensazione che lei si trovi stabilmente in Valmalenco/Valtellina; mentre invece lei abita in provincia di Torino, quindi così non può essere.
Risposta: E’ vero, io abito in provincia di Torino e non posso essere presente in Valtellina tanto quanto vorrei; ma ne sono comunque un frequentatore. Per ovviare a questo inconveniente, mi sono semplicemente organizzato. In seguito all’invito rivoltomi da alcune persone interessate all’ufologia valtellinese, iniziò questa mia interessante avventura in Valtellina/Valmalenco.
Subito divenne evidente che io non avrei potuto seguire le vicende locali come sarebbe stato opportuno. Quindi richiesi a coloro che mi avevano invitato e agli appassionati della ufologia, di fungere da collaboratori. Tra costoro vi era appunto tale Felice Sirtori, ricercatore sondriese, nonché precursore della ricerca in loco assieme a Enrico Rossi, Michele Farina, Nicola Angarano e altri.
Felice è un assiduo frequentatore e conoscitore della Valmalenco, con riferimento abitativo in quel di Lanzada. Assieme ad altri soggetti che preferiscono al momento l’anonimato, hanno portato avanti gli accertamenti al posto mio. Pertanto quanto ho ottenuto io è il risultato di un lavoro collettivo e non individuale. Avere a disposizione un collaboratore come Felice, è una grande fortuna.
Quando io sono andato a intervistare personaggi locali, testimoni di eventi ufologici, parlavo ovviamente in italiano; ma l’italiano non è gradito dai locali che non ne fanno uso quotidiano. Quando invece ci va Felice, con la sua parlata in dialetto locale, ottiene un risultato decisamente superiore, perché scavalca quella reticenza ancora presente nei confronti di coloro che vengono da fuori. Colgo pertanto l’occasione presente, per invitare testimoni ed interessati, a rivolgersi direttamente a: felice14359@gmail.com Assicuro che sentir parlare di ufologia nel dialetto locale, è un piacere non facilmente comunicabile