UFO su Torino

28/2/2021- Il caso Adelaide

A metà maggio mi contatta una conoscente, informandomi che una sua amica residente in Torino, sostiene di aver avuto un avvistamento clamoroso e di aver scattato una interessante serie di foto, del quale ha timore di riferire. Contatto quindi la testimone, tale Adelaide, la quale gentilmente dopo trattativa, mi invia l’intera serie fotografica che consta di 11 foto in versione originale. Si tratta delle ben note sfere bianche, o meglio, da un punto puramente estetico queste paiono essere se viste da lontano. Ingrandite paiono invece vere e proprie navette aliene. Invito pertanto la signora a stendere una nota relativa alla sua versione dei fatti.

La sottostante immagine 1/A ci fa vedere il momento in cui i nove oggetti erano contemporaneamente visibili, al di sopra della testimone o quantomeno nel punto più vicino e, tutti quanti assieme nel riquadro della stessa ripresa fotografica.

La sottostante ricostruzione 1/B su cartina, ci fa vedere la posizione dalla quale la testimone ha visto e fotografato in direzione (freccia gialla) ovvero Superga e, (freccia rossa) dove sarebbero passati i nove oggetti volanti procedenti in senso inverso.

1- Localizzazione dell’evento

La prima dichiarazione fornita dalla teste è la seguente: 28 febbraio 2021 ore 19.04 mi trovavo a Torino in via Orvieto quasi angolo corso Mortara alla fermata del bus che andava in centro. Nell’attesa osservavo il cielo, quando dal lato opposto della strada dalla direzione di Superga (est) vedo un oggetto luminoso, alquanto grande che lentamente veniva nella mia direzione (ovest). Poco dopo ne vedo spuntare un altro e un altro ancora. Decido quindi di provare a fotografare questa insolita se non sconcertante scena. Il primo oggetto si ferma all’altezza della mia testa e così pure gli altri si fermano.

Mi sento osservata e come rapita dalla vicenda, ho la netta sensazione di avere un contatto con intelligenze superiori. Poco dopo essersi fermato, il primo riparte. Anche gli altri al seguito ripartono lentamente scomparendo poco dopo oltre i palazzi in direzione Valle di Susa. A quel punto penso che voglio condividere l’esperienza con le persone che come me attendevano l’autobus ma nessuno si è accorto dell’accaduto e neppure di me che fotografavo ben 9 oggetti in movimento sopra le nostre teste. 

2- in arrivo

(La soprastante foto ci fa vedere il momento in cui la teste vede e fotografa tre dei nove oggetti volanti arrivati). Interessato dal racconto della signora Adelaide, ma pure da precedenti dichiarazioni di altri casi similari, cerco di approfondire. Ora però, per facilitare i lettori, si necessita che riferisca in merito ad un fenomeno alquanto frequente e tipico nei casi di avvistamenti anomali a carattere ufologico, ma poco noto.

In base al pensiero comune, conseguenza della prevalente informazione circolante, si è indotti a pensare che i casi possibili sono due: O là fuori vi è o vi sono oggettivamente gli ipotetici oggetti volanti/ufo; oppure non ci sono e pertanto si tratta solamente di una fantasia non oggettiva e ovviamente puramente soggettiva. La teste ha però fornito ben undici foto in sequenza, pertanto l’aspetto soggettivo cade o parrebbe cadere. Si tratterebbe quindi di indiscutibile fenomeno oggettivo.

Se il fenomeno è oggettivo, tale è o dovrebbe essere, nella possibilità di essere riscontrato da tutti i presenti, nessuno escluso; o almeno questo dice la logica umana. La realtà è una sola, o esiste o non esiste, altre possibilità non ci possono stare! Ma le cose stanno veramente così?

Assolutamente no! E qui si va a cozzare contro le logiche scientifiche comunemente accettate. Chi indaga l’ufologia e, a maggior ragione se come nel caso mio ha avuto occasione di vivere eventi del genere, si rende conto che esiste una realtà superiore che si fa beffe delle scientifiche certezze umane di livello inferiore. La certezza umana si basa sul fatto che la realtà può essere unicamente oggettiva e univoca per tutti, semmai la lettura di questa è soggettiva. Dopo anni di ricerca e dopo aver ricevuto testimonianze diverse da più parti, mi ritrovo a dover affermare: La realtà è apparentemente oggettiva ed univoca per tutti quanti, ma dietro l’apparenza non è affatto univoca, poiché la realtà è diversificata soggettivamente! Traggo due esempi dai molti pervenuti:

3- Oggetto anomalo a Milano

Un giorno un conoscente mi contatta dicendomi: Mi trovo in centro a Milano, davanti a me vi è un palazzo, sopra il palazzo sta evoluendo uno spettacolare ufo, l’ho fotografato e ora invio le foto.

Ricevo in diretta le foto e resto basito, poiché un ufo del genere in centro a Milano è impossibile che non sia visto da tutti i presenti. Pertanto domando al fotografo: Ma la gente presente, come si sta comportando? Risposta: Qui vi è una moltitudine di persone che vanno e che vengono. Alcune mi hanno guardato mentre fotografavo il cielo e l’ufo, quindi hanno guardato in cielo per comprendere cosa stessi fotografando; ma non vedendo l’ufo, se ne sono andate forse pensando che io sono fuori di testa!

4- lo stesso di prima

A questo punto in diretta ho quindi invitato il testimone a fotografare i passanti, onde indagare il loro atteggiamento. Unico rammarico, il fatto che riprendendo i passanti, non è stato possibile riprendere contemporaneamente l’ufo sopra il palazzo. Questa eventuale evenienza avrebbe confermato il fatto che certi fenomeni non sono uguali per tutti, ma hanno finalità mirata e selettiva. Comunque, la necessaria prova poi la possiamo eventualmente andare a ricavare da altri casi. Mediante la sottostante foto scattata ai passanti, ecco la situazione mentre l’oggetto volante svolazzava sopra le loro teste.

5- Non alzano la testa

TORNIAMO AL CASO DI TORINO

Dopo la prima nota inviata da Adelaide, ho contattato più volte la teste, anche per saggiarne la coerenza, formulando una serie di domande al quale la teste in sintesi lucidamente ha risposto:

Quando sono arrivata alla fermata dell’autobus, è avvenuto un fatto strano; perché arrivo mentre un autobus è presente, ma mentre sto per salire, mi si chiude la porta davanti. Batto la mano contro la porta nel tentativo di farmi sentire ed aprire, una coppia all’interno grida al conducente di aprire la porta, ma lui non apre la porta e riparte. Mi rammarico, ma poi mi dico che evidentemente doveva andare così.

Il particolare dell’autista che pur vedendo la persona e avendo ancora posti disponibili non apre la porta, non è di poco conto per chi legge la vicenda mediante una certa ottica. A seguente domanda in merito alle persone presenti al momento degli scatti, risponde: Ricordo che quando iniziai a fotografare, vi erano altre tre persone ad aspettare il prossimo autobus. Quando ho terminato di fotografare, le persone erano sette. Avrei voluto domandare a loro se avevano visto quanto avevo visto io, ma avvicinandole mi sono resa conto che erano come assenti, come se non mi vedessero neppure. Nel frattempo è arrivato l’autobus e non vi è stata opportunità per andare oltre.

Ho domandato alla teste, quanto era durato l’evento da quando aveva visto il primo oggetto, sino a quando era scomparso l’ultimo. Così ha risposto: E’ stato tutto molto strano. Dopo la vicenda mi sono domandata quanto era durato il tutto, ma non sono riuscita a stabilire il tempo preciso. Intanto devo dire che mentre io vedevo gli oggetti e scattavo le foto, era come se io mi trovassi in un sogno che procedeva molto lentamente, pertanto la vicenda fosse durata a lungo. Quando poi sono andata a vedere i tempi registrati nelle foto, sono rimasta meravigliata in quanto il tutto sarebbe durato 2 minuti circa. (A riscontro operato in seguito  in base ai dati di acquisizione, la vicenda fotografica risulta della durata di 1’.56”) Poi, non riesco a capacitarmi del fatto che gli oggetti luminosi io li ho visti molto più grandi di quanto compaiono in foto e, del fatto che non riesco a comprendere come sia stato possibile che i presenti non abbiano visto quanto ho visto io. Vorrei che qualcuno me lo spiegasse.

Cara Adelaide, il caso di Milano l’ho riportato proprio per fornirti risposta in merito al fatto che vedono quelli che devono vedere e, non vedono, quelli che non devono vedere. Le manifestazioni ufologiche che tirano in ballo una certa tipologia di presenza aliena, hanno caratteristica selettiva. Se ancora non mi sono reso comprensibile, riporto il sottostante caso avvenuto il 24/2/2020 presso Chiesa in Valmalenco/Sondrio. Osservi le due foto sottostanti:

6- Sopra i campanili

La prima foto è stata scattata da un testimone il quale nota che di fronte a lui una donna sta fotografando il campanile, oppure il cielo. Il testimone comprende che la donna non sta fotografando il campanile o il cielo; poiché quella donna sta fotografando l’oggetto stazionante sopra il campanile, come evidenzia la seconda foto. Pertanto abbiamo la curiosa situazione in base al quale mentre una donna fotografa l’ufo, un secondo teste fotografa il tutto. Ora però sorge la seguente domanda: Ma nel frattempo, cosa stanno facendo i presenti?

Hanno l’ufo sopra la testa, non possono non vedere la donna che continua a fotografare sopra il campanile; perché allora continuano a guardare in terra? Stessa scena di Milano e certamente come quella di Torino, ma stessa scena è avvenuta in molti altri casi che ora non stiamo qui a raccontare, oppure del quale avevo riportato in precedenti articoli.

In merito alla domanda che la teste pone, circa il fatto che gli oggetti da lei visti erano grandi mentre in foto paiono piccoli, così rispondo: Ho riscontrato personalmente questo aspetto, in vicende a carattere ufologico. Intanto vi è da dire che in parte il fenomeno dell’apparire piccoli in foto, oggetti che visivamente erano molto più grandi, è legato ad un fattore tecnico della fotografia. La fotocamera o cellulare in questo caso, allontana l’immagine se non si sta utilizzando lo zoom, come avvenuto in questa vicenda. Un vero peccato in quanto Adelaide avrebbe potuto ottenere molto di più; ma come lei stessa ha ammesso: Presa com’ero dalla vicenda, neppure mi è passato per la mente di utilizzare lo zoom.

Vi è però un altro aspetto che entra in gioco e non è certamente facile da spiegarsi, ed è il fatto che in effetti taluni ufo visti ad una certa distanza e con una certa dimensione, compaiono in foto in modo non coerente neppure considerando quanto sopra detto in merito all’aspetto tecnico e allo zoom. Si potrebbe addirittura arrivare ad ipotizzare il fatto che il soggetto teste vede quanto gli è fatto vedere che, non è coerente con quanto riprenderà la fotocamera. Si potrebbe anche tirare in ballo il fattore relativo alle frequenze in gioco, riscontrate in modo diverso dalle persone rispetto la fotocamera.

Ho personalmente vissuto più volte questo fenomeno. Meditandoci sopra nel tentativo di comprenderlo, sono giunto alla ipotesi che al di là dell’aspetto tecnico della fotografia, è come se una azione determinata da volontà superiore, facesse vedere al testimone in modalità ingrandita quanto ritengono opportuno, mentre nei confronti dei presenti non coinvolti, l’azione è inversa. Ciò indirizza verso l’ipotesi che le esperienze ufologiche sono imposte mediante modalità selettiva e personalizzata. Sono ovviamente oggettive (se non ci addentriamo nella Fisica Quantistica), ma dentro un concetto di realtà diversificata.

7- Soffrono di cervicale

Mediante la soprastante foto 7, ancora vediamo la signora che sta fotografando l’ufo mentre evoluisce sopra la piazza e il campanile. Altra signora ha compreso cosa sta avvenendo e osserva assieme alla prima, come evidenziato nel riquadro in giallo. Alle loro spalle un tizio riprende il tutto, mentre le altre persone ignare non vedono l’ufo, neppure se scendesse in mezzo alla piazza! Insomma, vedono quelli che devono vedere se frequentano le superiori. Quelli dell’asilo e delle elementari non vedranno.

8- Occorre vedere

La prima foto scattata da Adelaide riporta ore: 19.02.23”. L’ultima foto ore:19.04.19”.  La soprastante foto otto, corrisponde alla sesta foto della serie, mentre gli oggetti volanti presenti nella inquadratura sono cinque. Questa foto la evidenzio in quanto ci fa vedere dei particolari in merito a cosa sono o potrebbero essere questi oggetti volanti.

Opero un primo ingrandimento dal quale è possibile riscontrare un certo numero di particolari in base al quale quelle che a distanza parevano sfere bianche, ora ci fanno vedere un qualcosa di diverso. Ci fanno vedere il fatto che la luminosità è composta da più fonti luminose ravvicinate e disposte in modo intenzionale, come se si trattasse di un fiore. Questo aspetto è simile se non uguale a quanto manifestano quelli che io definisco quali illuminatori. Chi interessato può vedere qui: https://www.presenze-aliene.it/ufo-chi-copia-chi/

Gli illuminatori sono strumenti presenti nella parte sottostante di molteplici tipologie di oggetti volanti di matrice non umana. Possono essere triangoli, dischi o navette di altro genere, ma comunque l’illuminatore è uno strumento facente parte della loro tecnologia. Quando un illuminatore è attivo, può essere modulato a piacimento e diventa visibile agli umani. In quel frangente il retrostante velivolo può essere visibile o meno. Al buio non è visibile, mentre di giorno lo è; ma se di giorno sono attivi i sistemi di occultamento, l’oggetto non è visibile alla vista umana.

Mediante la sottostante immagine 9, pongo a confronto un ulteriore ingrandimento dei due soprastanti oggetti, con una serie di tre illuminatori ripresi nel valtellinese. Come si evidenzia, una certa similitudine è presente. Teniamo presente che non è possibile stabilire quante diverse varianti estetiche di illuminatori esistono. Ciò che è stato però riscontrato, è il fatto che, come evidenzia il caso Vassalini, questi sono presenti nella parte sottostante dei velivoli, visibili o meno che siano.

9- Similitudini

Per quanto riguarda la vicenda di Torino, per il fatto che gli illuminatori dei nove velivoli sono stati mantenuti attivi e pertanto insistentemente visibili, significa che questo è stato l’intento delle intelligente che gestiscono. Pertanto hanno inteso farsi vedere e, forse solamente da chi avevano scelto loro. Chiudo con un particolare ringraziamento a quelle persone che con il loro contributo testimoniale e fotografico, hanno reso possibile il presente articolo.

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