L’alta Valmalenco è costellata di simpatici rifugi alpini, testimoni silenti che negli ultimi anni sono stati testimoni di numerose manifestazioni ufologiche. Sono però i gestori dei rifugi ad avere le maggiori probabilità di vedere o fotografare eventi eccezionali in questa zona. In passato avevo riferito in merito al rifugio “Alpe Ponte” e quanto avvenuto nei pressi, ma si potrebbe citare le vicende ufologiche documentate nei pressi del rifugio Zoia ovvero presso le dighe di Campo Moro e Alpe Gera. Dal rifugio Zoia si può partire a piedi per il rifugio Ca Runcash e oltre per il rifugio Cristina. Si potrebbe però ricordare tutti gli altri rifugi della zona, tutti quanti testimoni importanti. In questo post però, raccoglierò una testimonianza pervenuta dal rifugio Cristina, posto sotto le pendici del mitico Pizzo Scalino.
Autore delle foto, un ragazzo in quel momento responsabile presso il Rifugio Cristina. Ragazzo che ebbe diverse esperienze e produsse numerose foto interessanti, ma che non acconsentì che si facesse il suo nome. Così raccontò:
1 masso in equilibrio
Era notte tarda, quando sentii strani rumori attorno al rifugio, come dei passi frettolosi. Puntai la torcia e mi parve di vedere delle basse figure sgattaiolare tra i massi. Pensai che forse qualche alpinista aveva messo la tenda nei paraggi come avvenuto più volte, ma i rumori continuavano, quindi decisi di andare a vedere.
Rimasi di stucco, perché vidi quanto poi fotografai. Sopra a grandi massi che affioravano, erano presenti pietre di media grandezza che stavano in piedi poggiando esclusivamente con la parte a punta. Scattai alcune foto e tornai a dormire; il giorno dopo sarei andato a vedere cosa era stato fatto per farle stare in piedi. Pensavo che qualche burlone le avesse fissate con colla o cemento.
2 qualcuno gioca
Il mattino dopo, appena alzato, andai a vedere e rimasi sconcertato. Toccai le pietre e mi resi conto che non erano state fissate con cemento o altro, poiché stavano in equilibrio per una causa non visibile. Se spostate dal loro equilibrio e lasciate libere, queste dondolavano andandosi gradatamente a riposizionare ferme nel loro punto di equilibrio.
Il ragazzo testimone pensò che tutto questo non aveva senso e ricordò che le vaghe figure viste sgattaiolare tra i massi, poco avevano di umano. Non sapendo come gestire la cosa, decise di telefonare ad un ricercatore ufologo della zona, tale Enrico Rossi, residente in Sondrio, che immediatamente salì al Rifugio Cristina. Riscontrò il fatto che le pietre dondolavano e stavano in equilibrio, parlò a lungo col testimone e ridiscese a Sondrio, con l’invito al testimone di tenerlo informato circa quanto fosse eventualmente ancora accaduto.
3 l’impossibile senza un trucco
Passate tre notti, il testimone si alzò il mattino e vide che tutte le pietre erano cadute. Non stavano più in piedi, come se avessero perso la facoltà magnetica di stare ritte in verticale. Decise quindi di informare Enrico Rossi che immediatamente risalì al Cristina. Riscontrò quanto asserito dal testimone e si dissero che questa interessante faccenda in breve tempo si sarebbe perduta e nessuno ne avrebbe mai saputo nulla. Le pietre si sarebbero perse e nessuno avrebbe compreso in base a quale motivo stavano in piedi e poste da chi.
Enrico era convinto che le pietre erano state magnetizzate in modo da stare in piedi e, fu a quel punto che l’attenzione si indirizzò sul fatto che una delle pietre, quella più a punta ovvero foto tre e quattro, aveva un parziale foro rettangolare. Foro non certamente casuale. Enrico con il consenso del testimone, onde evitare che il tutto si perdesse, decise di portarsi a casa il pezzo di roccia della foto tre, con l’intento di condurre accertamenti circa un eventuale campo magnetico particolare ancora esistente.
4 la prova
In seguito, sempre per accertamenti ufologici in occasione di uno dei viaggi fatti, andai a trovare Enrico Rossi il quale mi testimoniò questa strana vicenda. Mi permise di prendere in mano la pietra inquisita, come da foto soprastante. Quello però era un periodo in cui le vicende ufologiche si susseguivano incessantemente generando soverchiante impegno. Questo fece sì che la faccenda fosse accantonata. Passò del tempo ed ora ci troviamo nel 2022, quando mi contatta tale Felice Sirtori, altro ricercatore di Sondrio, per riferirmi circa una strana vicenda da poco avvenuta:
il giorno 17/10/2022 Felice decide di andare per una camminata nel torrente Mallero, nei pressi del parco Vassalini/Valmalenco; per intenderci nella zona dove in passato sono stati riscontrati numerosi eventi a carattere ufologico. L’intento ovviamente era quello di vedere o fotografare qualcosa di particolare, ma pure di accertare se possibile, eventuali tracce aliene sul suolo sabbioso in alcuni tratti. Giunto in un punto alquanto appartato, vede questa banalissima pietrata vista molte altre volte, ma avvicinandosi riscontra che banalissima non lo era affatto. La situazione era anzi decisamente assurda, poiché vede un panorama che lo lascia pietrificato e qui il termine “pietrificato” è appropriato, come possibile riscontrare ingrandendo la foto sottostante.
5 la pietraia di Vassalini
Qualcuno, del quale per il momento non si hanno maggiori dettagli, aveva giocato con pietre e massi. L’anonimo artista aveva creato tutta una serie di opere d’arte; ovvero costruzioni con massi che se ne stavano in straordinario equilibrio! Felice in quel momento non è solo, poiché era testimone altra persona che conferma quanto si va dicendo, ma che preferisce l’anonimato. Di questa persona sono le fotografie fornite e pertanto la sorprendente foto sottostante.
Ora il quesito diventa: Chi è stato l’autore di questo capolavoro, perché è andato a farlo in un posto poco visibile del quale in zona nessuno ha saputo dire nulla? Cosa si è inteso dimostrare, se poi nulla è stato dimostrato? Soprattutto però sconcerta la grande quantità di lavoro ed il numero di quintali spostati.
QUANTITA’ LAVORO
Le pietre piccole con peso moderato possono essere spostate facilmente anche da dei ragazzi; ma appena si va a considerare quelle più grandi, si va oltre il quintale e questo mal si addice; pur restando possibile se trattasi di adulti.
6 Felice Sirtori osserva perplesso!
IPOTESI SCOLARESCA
Nei giorni seguenti, Felice andò domandando in zona se qualcuno conosceva questa vicenda, ma nessuno ne sapeva nulla. Al limite qualcuno disse che nell’adiacente parco Vassalini, di tanto in tanto ci vanno le scolaresche. Prende quindi consistenza l’ipotesi che possano essere stati degli alunni grandicelli a compiere questo artistico capolavoro. Bene, se sono stati degli alunni ora occorre scoprire quali e quando, ma nulla emerge.
A questo punto però spunta la seguente domanda: quale scuola manderebbe mai dei ragazzi a destreggiarsi in un posto simile, dove il pericolo è dietro l’angolo? Chi si assumerebbe mai la responsabilità che qualcuno si schiacci un dito, oppure si rompa una gamba? Così cade la pista scolaresca.
IPOTESI ARTISTI DEL SETTORE
Scartata la pista degli alunni, nulla impedisce di ipotizzare che un lavoro del genere potrebbe essere stato posto in essere da un gruppo di adulti, artisti del settore ed abituati a questo genere di costruzioni. Tre persone robuste ed abituate, lavorando alcuni giorni, potrebbero aver messo in scena quanto presente nelle foto. Poi però sorgono delle domande quali: perché un lavoro del genere se poi a nessuno è stato reso noto? Oppure: perché il capolavoro è stato fatto in mezzo alla pietraia, quando dovendo comunque spostare i massi, avrebbero potuto porre le pietre in equilibrio, sulla sponda del torrente, in modo che poi si mantenessero in vista onde esibire il capolavoro? Perché non scattare alcune foto e inviarle a qualche giornale locale? Insomma, se gli autori sono umani, costoro sono venuti da fuori, hanno agito e sono scomparsi!
Il destino poi vuole che io abiti vicino ad un torrente, dove in gioventù si andava a giocare; pertanto sono abituato a vedere come l’acqua delle piene lascia depositate pietre e massi. Ebbene, nessuna delle pietre che stanno davanti a Felice (tranne quella grande e alcune altre) si trovano in posizione naturale depositate dall’acqua. La cosa è pure deducibile osservando la foto nove la quale riprende lo stesso torrente Mallero con pietre poste in modo naturale.
Una delle cose che l’acqua proprio non fa, è quella del lasciare dei massi di una certa lunghezza, tranne rarissime eccezioni, infissi in verticale con tanto di altri più piccoli massi a sostegno. Anche il masso che sorregge il ponticello nel cerchiato in rosso, non è nella posizione naturale; lì è stato portato e posto non certamente da una persona sola. Ingrandite le foto per apprezzare.
7 alcuni particolari
IPOTESI ESOGENA
L’invito agli autori di farsi avanti per ricevere il nostro plauso vale ancora oggi; ovviamente ponendo sul tavolo le necessarie prove a conferma. Non avendo sino ad ora ricevuto alcuna conferma, è stata pure tentata l’ipotesi non umana. La certezza è cosa lontana, ma poiché la pista umana lascia dubbi, perché non considerarla?
Se la vicenda fosse avvenuta altrove e fosse stata resa nota sebbene senza un autore, sarebbe certamente passata quale opera di umani, ma essendo avvenuta in Valmalenco, perché non considerare l’ipotesi che potrebbero averlo fatto dei non umani? Forse che nelle pietraie della Valmalenco non sono stati viste e riprese delle presenze allogene? Forse che non sono state viste strane entità sia di bassa statura che quelle alte, spostarsi tra i massi? Forse che queste entità non hanno la caratteristica di palesarsi e scomparire dando la sensazione di materializzarsi e di smaterializzarsi?
La foto sottostante riprende appunto una entità di alta statura mentre in presenza di neve se ne va tra i massi del torrente Mallero, in questa occasione nei pressi dell’abitato di Torre S. Maria.
8 alpinisti da altrove
Nulla conferma che queste entità prediligono il torrente, ma nulla esclude che lo frequentano con una certa continuità e, probabilmente l’acqua ha per loro un certo fascino.
La sottostante foto scattata il 7/11/2016 sempre nel Mallero a poca distanza dalle pietre in equilibrio, è estremamente interessante. Anzitutto ci fa vedere come l’acqua delle piene lascia posizionati i massi e, si riscontra che non sono posizionati come nelle foto 5/6/7 a conferma del grande lavoro lì svolto. Poi ci fa vedere una figura eterea di alta statura mentre osserva l’acqua che gli sta di fronte.
9 parvenza di entità che osserva
O forse non sta osservando l’acqua, ma quella figura altrettanto evanescente che gli sta di fronte. Anche questa figura che si potrebbe ipotizzare quale non adulto data la testa più piccola del precedente, parrebbe giocare tra i massi. Ora abbiamo una ipotetica certezza: se anche i massi in equilibrio sono stati posti da umani, comunque nel Mallero le entità aliene a giocarci ci vanno.
Queste entità, per tutta una serie di particolari dati ad intendere, ci fanno supporre che con la materia hanno un rapporto completamente diverso da quello umano. Si comportano come se la potessero padroneggiare o trascendere, come appunto se ci giocassero.
10 madre e figlio?
Mediante il presente articolo forse si è troppo fantasticato; le pietre al rifugio Cristina stavano in piedi da sole e quando hanno ritenuto opportuno sono cadute. La manifestazione delle pietre in equilibrio sono il risultato di una goliardata di qualche artista buontempone. Le entità della foto dieci sono unicamente pareidolie tipiche di chi vuole vederle a tutti i costi.
Ora però andiamo a considerare quanto la scienza cattedratica e l’informazione di regime non vogliono considerare a dovere e, lo facciamo tirando in ballo il masso di Al Naslaa Rock localizzato in Arabia Saudita, nell’oasi di Tayma della provincia di Tabuk. Il masso in questione è il sottostante. Di solito questo masso ci viene presentato come da prima foto, dove la particolarità che spicca, oltre al fatto straordinario dell’equilibrio, è quello del perfetto taglio verticale. I soloni cattedratici in coro a recitare il mantra: quanto è bizzarra la natura!
Poi, data la palese evidenza, qualcuno ha un rigurgito ed inizia a dire che forse in passato avevano inventato il cavo diamantato e pertanto potevano operare un taglio del genere! Ovviamente dimenticandosi che non solo il masso è stato tagliato, ma questo è stato fatto perfettamente in verticale, generando pure il perfetto equilibrio delle due parti.
11 Al Naslaa Rock
Poi spunta un ulteriore problema ed è quello di spiegare come sia stato possibile che frontalmente le due pareti sono quasi perfettamente lisce. Anche qui la natura, la spaccatura e poi il cavo per tagliare, dimenticandosi le dimensioni ed il fatto che le due pareti non sono state tagliate assieme, ma separatamente ed in modo tale da generare il perfetto equilibrio. Poi l’osservatore non allineato nota il fatto che mentre il masso presenta la venatura in orizzontale, i tagli sono in verticale. Quindi manda a quel paese i sostenitori della casualità naturale.
Poi, sempre il complottista non allineato dice: bene qui hanno inteso con il taglio delle due facciate frontali, generare il perfetto equilibrio sopra i due appoggi! Ok, l’intento era quello, ma se quel masso già era sopra i due appoggi, il peso sarebbe stato sbilanciato in avanti e pertanto prima del taglio si sarebbe ribaltato. Quindi ciò significa che al momento del taglio frontale, il masso non stava sugli appoggi ma stava in terra. Ciò comporta il fatto che gli appoggi sono strati creati dopo, stabilendo alla perfezione il punto di equilibrio!
Appurato ciò resta da stabilire come hanno fatto a determinare quali erano esattamente i punti da utilizzare quali appoggi, sono andati a scavare sotto i massi? Ora poi sorge la seguente domanda: perché nei secoli, ma più probabilmente millenni, questi due massi non si sono mai ribaltati o minimamente spostati? Gira la Terra con la sua gravità, fanno sobbalzare i terremoti e le esplosioni, soffia il vento, ma quei due massi non si sono spostati di un millimetro! Cosa ha fatto sì che mantenessero questa posizione?
E’ a questo punto che tornano in mente le pietre che al rifugio Cristina stavano in piedi ma non solo, se si alterava l’equilibrio, poi riprendevano la posizione originale! La cosa funzionò per tre giorni e poi si esaurì; ma la domanda che ora emerge è: se tre giorni erano stati imposti, perché non qualche migliaio di anni? Se l’azione era determinata dalla imposizione di un campo di energia per un certo lasso di tempo, perché la stessa cosa non può essere stata messa in atto con il masso Al Naslaa Rock? Chi sta giocando col genere umano oltre agli umani?