La Domus de janas di Borucca Buddusò

Conoscenti della Sardegna, con insistenza mi avevano riferito in merito al fatto che su quest’isola sono presenti resti storici e archeologici non indifferenti e, con insistenza mi avevano segnalato la presenza delle domus de janas oltre ai nuraghi. Decisi di documentarmi meglio andando in rete e, la mia attenzione passò per il sito: https://nuragando.altervista.org/domus-de-janas-di-borucca-budduso/ nella pagina che riporta le splendide fotografie della domus de janas di Borucca Buddusò (Sassari). Rimasi meravigliato e ne parlai con il ricercatore Davide Serra, il quale mi disse: devo andare in Sardegna ad accertare, e così fu.
Tornò con duemila straordinarie foto della Sardegna relative a conferme da tutta l’isola e disse: la domus di Borucca Buddusò è esattamente come nel sito ed è sconcertante! Ho fatto un sopraluogo di diverse ore e sono venuto via malvolentieri, questa domus de janas, come molte altre, è da sconcerto! La Sardegna è costellata con scritte “necropoli”, ma ho la sensazione che ci hanno capito poco e gli isolani sono stati menati per il naso. Questa tesi può anche andare bene a coloro che vendono le necropoli ai turisti, ma questo fa sì che non si proponga un qualcosa che vale molto di più delle necropoli. Comunque sia, grazie Sardegna per quanto offerto.


1 la domus di Borucca

La foto soprastante riprende quanto come prima cosa attrae l’attenzione arrivando sul luogo di interesse nel sito di Borucca Buddusò. Sconcerta il masso semi capovolto scavato al suo interno e, sconcertano i numerosi canalini che ora vediamo obliqui, ma che in origine erano verticali. Immediatamente compare la domanda: ma veramente tutto questo lavoro è stato fatto per inumare i defunti? Quale la funzione o la necessità di modellare questi canalini tondeggianti anche dove i defunti non possono aver a che fare in alcun modo? Ma poi, questi canalini sono frutto di causa naturale o artificiale? Se fossero naturali, li dovremmo vedere in natura ovunque vi sia quel tipo di roccia e di esposizione; e invece no, il riscontro dice che non è così! Occorre dire che in Sardegna questi canalini sono frequentemente presenti e, stranamente si trovano in prevalenza dove ci sono queste costruzioni arcaiche dette domus de janas.
La prima tentazione appena arrivati sul luogo è quella di entrare nel masso, ma vi è anche la necessità di capire di fronte a cosa ci troviamo. Occorre pertanto inquadrare tutto il blocco roccioso del quale quanto visibile mediante la foto uno è solamente una parte. Spiccano per insistenza questi canalini che non possono essere stati generati dall’acqua o dal vento come alcuni teorici sostengono. Ciò determina la domanda: chi li ha prodotti, perché e come? Forse lo scopriremo in seguito.


2 canalini innaturali

Onde accertare si rende necessario compiere un giro di riscontro attorno a tutto il blocco roccioso, pertanto occorre considerare quanto propone la sottostante foto e qui si resta basiti, poiché il blocco roccioso si presenta come fuori contesto. Per fuori contesto si intende il fatto che il blocco di roccia dell’intera struttura è a sé stante rispetto la parte sottostante e circostante. Non è un blocco di roccia emergente dalla roccia sottostante e neppure un blocco rotolato da qualche montagna vicina! Come ci è arrivato lì quel blocco roccioso? Sono stati gli umani costruttori di tombe a portare in quel posto il blocco roccioso? Osservandolo pare essere un masso piovuto dal cielo mentre era in stato di non solidità; dove con l’impatto, si sono generati i rigonfiamenti innaturali che si vedono.
Osservando bene la parte cerchiata in rosso e non solamente questa, il materiale roccioso pare essersi adagiato al suolo e inclinato, mentre si trovava in stato di morbida roccia semisolida. Per questo motivo adagiandosi è andata a generare la rotondità che ora chiude quella anomala entrata? Ok, queste sono fantasie da complottisti, quindi ora andiamo a vedere cosa vi è dietro a quella apparente entrata. Lo possiamo scoprire mediante il cerchiato in giallo posto a destra. Domanda: i costruttori della domus avevano costruito nel modo in cui vediamo; oppure i costruttori avevano realizzato altra estetica che poi un qualcosa di non ben definito (dicono il terremoto) ha modificato? Vogliamo continuare a dire che così è stato fatto perché ci mettevano i morti? In questo caso è stata fatta la porta arrotondando il masso, oppure inclinandosi la molle roccia ha fatto fuoriuscire il materiale che ha generato la rotondità che ora in parte ostruisce?


3 deformazioni innaturali della roccia


Un dato di fatto sconcertante è che il blocco originario di roccia non può essere stato portato dal vento, ma neppure è spuntato dal terreno o franato dall’alto; quindi? Come lo spiegano i costruttori di tombe? In effetti non lo spiegano, quindi procediamo con la perlustrazione che non è proprio agevole. Ora però cerchiamo di rispondere alla domanda: ma il masso della foto uno, come ci è arrivato in quella posizione?
Per comprendere come ci è arrivato, occorre avere una panoramica dall’alto. Davide non disponeva di un drone per delle adeguate riprese, pertanto ci affidiamo a chi dall’alto ha fatto ottime riprese proponendole mediante il sito “Nuragando”, come da foto sottostante.


4 vista dell’intero blocco

Come qui ben si vede, l’insieme del blocco roccioso è diviso in diverse parti offrendo la sensazione di essersi aperto a fisarmonica. Quanto presente nella foto uno è la parte staccatasi dalla parte due. Non è difficile comprendere che la domus in precedenza faceva blocco con il masso retrostante dal quale staccatosi, si è abbassato e parzialmente inclinato a sinistra.
Ciò significa che quando era nella posizione originaria, era mancante della sottostante parte di sostegno; oppure meglio ancora significa che chi ha generato tutti i canalini verticali asportando grande quantità di materiale, per far staccare il blocco della domus de janas dalla parete retrostante, ha prima asportato il materiale di sostegno affinché poi cadesse. L’alternativa ancora è che il blocco 1 si sia staccato in conseguenza dell’impatto verticale sbattendo al suolo. Fantasie?


5 vista blocco roccioso da dietro

Nel retro del blocco 1 cerchiato in giallo, si vede una entrata di discreta dimensione. Al suo interno, una apparente scala a scendere e all’esterno la classica cornice tipica delle domus de janas.Foto sottostante.
Nel caso che questa apertura sia stata costruita in questa posizione e in questo modo, l’apertura raccoglie acqua che porta al suo interno. Ora la domanda: ma al momento della costruzione l’apertura e quindi la scala, erano in quella posizione? Assolutamente no, poiché il masso 1 era vicino al masso 2 che a sua volta era aderente il masso 3. Pertanto se con ipotetica ricostruzione noi poniamo il masso 1 nella posizione originaria, ovvero lo raddrizziamo, la scala più non è in discesa ma in piano.


6 apertura retro domus

Non solamente è in piano, ma non è una scala sebbene vi siano degli apparenti gradini. Ora quindi andiamo a scoprire come si presenta la presunta scala vista dal suo interno e, lo facciamo mediante la sottostante foto 7/B. L’apertura che vediamo è la stessa che si vede entrando nel locale della domus foto 1. L’illusione della scala è generata dal fatto che i piccoli locali dentro il blocco 1 sono posti su piani diversi, pertanto guardando dal retro si ha l’illusione della scala.


7 entrata della domus e nicchia retrostante

Davide è entrato in questi piccoli locali del blocco 1 e si è affacciato sul retro. La parete del retrostante blocco 2 presenta quanto visibile nella foto 7/A. Una nicchia parzialmente scavata che offre la sensazione di un lavoro non terminato. Nell’immediato si è supposto che in origine la nicchia non terminata e l’apertura di fondo della foto 7 fossero unite, ma le cose non stavano così ed è dimostrato dal fatto che all’esterno presenta la cornice della foto 6 che non esisterebbe se le due facce in precedenza erano unite.
Ciò comporta un dato di fatto che costringe a rivedere la lettura di quanto presentato. Quando il blocco 1 si staccò nella parte bassa, già era staccato nella parte medio alta, ed è venuto via in quanto è mancato il materiale sottostante. Domanda: materiale sottostante andato via spontaneamente o per causa indotta? Ma i costruttori/scavatori della domus tomba, questo non lo avevano considerato? Quindi gli autori umani delle tombe sarebbero andati a scavare all’interno un masso che poteva rotolare da un momento all’altro? Il punto invece è che una causa mise in crisi l’equilibrio, quindi il masso della domus si staccò nella parte bassa, si ribaltò parzialmente in avanti e verso il fianco sinistro.
Quali conclusioni di carattere non strumentale si possono trarre, onde spiegare tutte quante le anomalie che questo blocco roccioso ci presenta? La risposta è palese mediante la sottostante foto: il blocco roccioso della domus de janas di Borucca Buddusò è un blocco roccioso completamente fuori contesto. La roccia del blocco è di un tipo, mentre la sottostante di tutt’altro e nulla nel circondario è simile al blocco della domus.


8 evidenza del fuori cotesto

Strano pure il terremoto sardo che colpisce a macchia di leopardo e, strano il vento e la sabbia sarda che erodono la roccia solamente in certi punti. Strane queste tombe che non hanno mai rilasciato alcun defunto se non pochi e di epoca più recente! Strano anche il fatto che dove la roccia è scavata, peraltro roccia molto dura, non compaiono segni di scalpellatura.
SINTESI DI CHIUSURA
Dicono voci sarde provenienti da altrove, che a causare i numerosi disastri che si possono riscontrare su quest’isola, sono stati i terremoti ed i cataclismi, oltre la naturale erosione della roccia da parte del vento e della sabbia. Dopo lunga meditazione, devo però ammettere che di terremoto si tratta. Mentre però per i sardi il terremoto in ballo è stato di tipo naturale; per il sottoscritto si è trattato di terremoto indotto da causa artificiale e sostengo che non si tratta di fantascienza, ma di evidenza. Non intendo però ribadire quanto mi attirerebbe addosso l’ira degli dei sardi; quelli negativi per intenderci, pertanto espongo la favola che davanti ad un caminetto mi racconterebbe mio nonno:
C’era una volta una splendida isola in mezzo al mare, dove una etnia pre/umana viveva pacifica assieme ai primi uomini e agli antichi déi del suo tempo. I pre/umani erano dotati di grande ingegno e forza, sebbene fossero di piccola statura. Nel frattempo su di una terra più lontana, esisteva però un loro mortale nemico con altri déi, che odiavano i primi. Costoro volevano che tutto il pianeta fosse abitato unicamente da umani e non dai pre/umani. La guerra durò parecchi secoli anzi millenni. I primi, aiutati dai giganti, per difendersi realizzarono muri e costruzioni megalitiche un po’ ovunque, si nascosero dentro i dolmen che allora erano in parte interrati, ma ciò non bastava. Iniziarono quindi a costruirsi le abitazioni nella roccia viva, sino a quando dovettero scappare e andare sotto terra, come ancora oggi è riscontrabile in Turchia.

9 interno domus de janas


Il nemico però era molto potente e dava loro la caccia, soprattutto disponeva di armi terrificanti che oggi si direbbero di tipo nucleare. Il loro re, detto dio del fulmine ma pure dio della guerra, disponeva di una folgore in grado di penetrare la roccia e di farla letteralmente esplodere. Erano folgori potentissime tipo i moderni raggi laser alla ennesima potenza. Ad un certo punto decisero di sterminare i costruttori delle domus de janas, comprese le loro abitazioni. Oggi gran parte delle domus de janas sono mancanti della parte frontale a causa di questi interventi e, degli abitanti costruttori più nessuna traccia. Il dio del fulmine disponeva pure dell’antigravità, pertanto poteva spostare tutto ciò che voleva e pure parte delle montagne. Fu così che portò quando volle distruggerla, la domus de janas di Borucca Buddusò sopra lo sperone di roccia dove oggi si trova.
Passò del tempo ed in seguito gli abitanti sardi iniziarono a recuperare dove possibile, le molte domus de janas o case delle fate. Le trasformarono in stalle ovili e pollai ed in alcuni casi in abitazioni. Poi dal mare giunsero altri popoli ed alcuni dentro le domus lasciarono pure i loro morti nonostante non fossero tombe. Lo fecero in particolare nelle domus che ora sono dette tombe a pozzetto.
Ora, come da volontà dei servitori del dio del fulmine, si dice che tutte le domus erano tombe ed i loro raggruppamenti sono fatte passare per necropoli, ma ciò è un inganno per non dire la verità in merito alle cose del passato. Basta osservare la domus di Borucca ed idealizzarla per come era nel momento in cui il dio del fulmine o chi per lui, arrivando dall’alto con i carri alati, prima lasciò cadere il blocco roccioso a terra, per poi scagliare le distruttive frecce laser, quelle che generarono i canalini e le fenditure verticali. Tutto il blocco roccioso causa le folgori era in stato di parziale fusione, la roccia era ammorbidita e malleabile.

Ora nelle scuole sarde e non solo, per restare promossi si deve dire che il tutto avvenne quando l’uomo preistorico che ancora non conosceva adeguatamente i metalli poiché si era nell’età della pietra, era in grado di scavare la pietra così come ancora oggi si vede e, pure si deve dire che le distruzioni sono state causate esclusivamente in modo naturale! Nel frattempo la scienza di fronte alla foto 8 tace e degli uomini blu della antica tradizione sarda, più nessuna memoria. Un grazie a Davide, al blog Nuragando, ma pure a mio nonno!

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